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3.988 commenti:
«Meno recenti ‹Vecchi 1601 – 1800 di 3988 Nuovi› Più recenti»Patrick: che a te non piaccia che si smontino teorie indifendibili...beh é un problema di crede appunto in tali teorie senza verificarle. Si "crede" in qualcosa appunto perché non la si verifica. Quindi é evidente che ognuno crede nei propri idoli. Io parlavo di come liberarsi da queste credenze, qualsiasi esse siano.
Luce: vedi, se uno dice che l'inconscio esiste allora la soluzione sará di un certo tipo...ma se si dimostra l'inverificabilitá di un postulato del genere, la strada da imboccare diventa completamente diversa.
Piú che confusione si tratta di una sintesi tra le varie discipline (filosfofia, scienza e in misura minore storia) che appunto portano alle medesime conclusioni.
Della filosofia non si puó fare "buon uso", la filosofia non puó che interrogarsi su ció che é fondamento originario dell'orizzonte categoriale con cui si pensa. Se io parlo di relazione "mente-realtá" presuppongo che "mente" e "realtá" siano due cose separate. Su ció si fonda la psicologia. Ma in origine non si dá affatto una tale separazione tra mente e realtá. Questo spiega la NON originarietá della psicologia e delle sue spiegazioni.
MrX: "ció non toglie che qualche esperienza la ha avuta anche lui"...mmhh, mi devi conoscere personalmente, ma forse io non me ne sono accorto. Non ho scritto la mia biografia in dettaglio (ho scritto solo 1%, tranquillo).
Inoltre la conoscenza intellettuale non esclude l'esperienza non-intellettuale, neanche se uno lo volesse.
Comunque, se vi interessa, trovate ció che ho scritto nell'excursus sulla massoneria, marxismo e empirismo evoluzionistico, anche nell'Enciclica "Humanum Genus" (fine del 1800) del papa Leone XIII, uno dei rarissimi pontefici cattolici per me significativi.
E dire che io non sono cattolico praticante.
Andrew non ho capito.
Non hai avuto esperienze?
intellettuali o pratiche che siano?
eppure avrei giurato il contrario.
Ma la mia è solo un ipotesi. non ti conosco.
MrX: beh infatti non hai capito...pazienza.
Dunque, vi avevo parlato del nesso tra massoneria e origine della psicoanalisi e della appartenenza di Freud ad una potente loggia inglese.
Beh sul sito www.ritosimbolico.net/simbolici_famosi/assagioli.html
trovate le seguenti informazioni anche sullo psicologo italiano Roberto Assagioli (a suo tempo designato da Freud per diffondere la psicoanalisi in Italia) cito testualmente:
"Pur essendo poco noto, Roberto Assagioli fu Massone, probabilmente iniziato nella celebre Loggia "Lucifero" di Firenze di Rito simbolico italiano. Lo stesso libro di Francesco Brunelli, che ne fu fervido discepolo, Principi e Metodi di Massoneria operativa - una guida ai lavori in Loggia, é cosí profondamente e talora esplicitamente permeato dalla dottrina di Roberto Assagioli da dare la netta impressione di essere una raccolta di insegnamenti di tecniche e metodiche impartite in lezioni di psicosintesi tenute dallo stesso Assagioli."
Bhè, confesso che sull'esistenza dell'inconscio, non mi pronuncerò più, visto e considerato che effettivamente, prove della sua esistenza a quanto ho capito non ce ne sono (anche se alcune cose non me le riesco a spiegare altrimenti).
Molto semplice, se le cose che leggo coincidono con i miei parametri di pragmaticità...ottimo :)
Anzi probabilmente questa volta ci arriverai sono sicuro...
Per tutti:
Questo fine settimana c'è Friuli Doc a Udine, si beve si mangia si canta e si fa gran festa....
Patrick: tu puoi dimostare l'inesistenza degli UFO ? Risposta: no. Questo non vuol dire che esistano.
Ma uno puó sempre fare l'ufologo.
Invece si puó dimostare il primato ontologico dell'Essere (o se volete chiamatelo Dio o Veritá) ?
Risposta: sí. Leggiti i miei post (capendoli anche, non é scontato).
Patrick verrei volentieri,ma son toscano,maremma maiala!!!
Luce non importa ne avete anche voi in Toscana buonissimi motivi per divertirvi e vivere bene!!
Ho lavorato tante volte a Livorno a Calenzano Figline Valdarno e a Pistoia....!!
E Parmenide cos'era?Da dove veniva?Il tuo caro amico Parmenide ha FALLITO nel"dimostrare" la superiorita' dell'essere sul non essere.
In realta' l'uomo non puo' provare l'essere,puo' soltanto descriverne il passaggio.Parmenide era cosi' rigido che applicare le sue teorie al giorno d'oggi mi sembra...lasciamo perdere...
X patrick: beh io da calenzano disto si e no 20 km,un saluto dalla regione del Chianti.
Giá che ci sono cito un estratto della Enciclica "Humanum Genus - sulla condanna del relativismo filosofico e morale della massoneria" di Leone XIII del 1884, riguardo coappartenenza tra massoneria e comunismo-socialismo:
"...Proprio questo mutamento, questa sovversione sono lo scopo e il tema delle meditazioni di numerose associazioni di comunisti e socialisti; ai propositi di costoro non si direbbe aliena la setta dei Massoni, che accoglie con favore le loro opinioni e ha in comune con essi i piú importanti assiomi..."
Cosa vuol dire "relativismo filosofico...massonico" ? Sono i pensieri dell'empirismo, evoluzionismo e materialismo storico e psicoanalisi.
È chiaro che Leone XIII si caratterizzava (come ancora la Chiesa oggi) di un forte dogmatismo teologico, per cui Dio viene semplificato ancora in un Ente Sommo.
Ma questo non toglie la coappartenenza ontologica, ad un livello originario e non ontico, di Essere e Dio. Come ? Invece di considerare il Dio come Ente Sommo sovrastante l'uomo (come ancora la Chiesa fa piú che altro per sopperire ad una ignoranza generale su questi temi), riconoscendo la divinitá dell'uomo e del mondo, come ci ha spiegato Gesú.
Questa é esattamente l'ontologia di Parmenide. In questo senso teologia cristiana autenticamente capita e ontologia parmenidea si coappartengono e si equivalgono.
Questa é la veritá assoluta.
Il resto é devianza prevaricatoria relativista-empirista-pragmatica-materialista-psicologista-evoluzionista e utilitarista.
Quindi per tirare provvisoriamente conclusioni piú ampie:
Possiamo affermare la coappartenenza della ontologia dell'Essere, della teologia cristiana, del vuoto buddista (opportunamente spiegato) e del nuovo mondo quantistico (opportunamente spiegato).
Luce: non si tratta di dimostrare la superioritá dell'essere sul non essere. Si tratta di CAPIRE che l'essere È, mentre il non-essere NON È. Quindi l'essere non appartiene ad una coppia DUALE ONTICA (come bene-male, mente-realtá o soggetto-oggetto). L'Essere é e basta, non si contrappone proprio a NIENTE appunto.
Sul piano ontico io posso dire: il bene é, il male é. La mente é, il reale é. Eccetera. Sono coppie duali ONTICHE, sono enti, cioé idee o cose (intese in senso ontico).
Quando arrivo all'Essere mi accorgo che tale dispostivo duale cessa. Posso solo dire L'Essere é. Mentre il niente (o non-essere) non é. Fine del dualismo ontico. OK ? Quindi dimostro che l'Essere é il FONDAMENTO ontologico di un QUALSIASI dualismo ontico.
Questo discorso si ricollega direttamente alla teoria quantistica dei campi (cercatela sopra nei mei post) dove l'Essere viene dimostrato essere il Vuoto del campo che é appunto il campo vuoto di possibilitá di manifestazione di ció che noi onticamente chiamamo "pensieri" o "cose". Ma non si tratta di manifestazioni diverse in senso ontologico, solo in base all'orizzonte categoriale ontico. La particella é una condensazione energetico/materiale di vuoto del campo. Non é distinta dal vuoto del campo, ne é solo una condensazione. Il niente (non-essere) non potrebbe condensarsi in particella.
Il fatto che il niente non é e che quindi non esistono "parti" del tutto, per il fatto che se ci fossero parti separate, ci dovrebbe essere sempre una "intercapedine" o "strato" di niente tra una parte e l'altra, dimostra che L'Essere Unico e Completo e Immutabile è l'unico fondamento originario possibile di un qualsiasi fenomeno. É Dio.
E Gesú ci insegnato a riconoscere appunto la nostra natura Divina oltrecché la natura divina del mondo.
Questo vuol dire.
Questo esclude anche la volontá come fenomeno autenico, perché non essendoci separazione ne in senso temporale ne in senso spaziale, come detto, il movimento della volontá (e tutti i movimenti in generale) é illusoria. Il fenomeno dell'entaglement quantisitico dimostra ció. É un tutto uno. Come gli Eleati intuirono 2500 anni fa.
PS: Parmenide veniva da Elea, Magna Grecia, nell'attuale Campania.
Secondo me te assomigli molto a Parmenide,nel senso che hai poca elasticita' mentale,ma non e' un'offesa,quello che ho capito e' ,che Parmenide ha inventato la DIMOSTRAZIONE PER ASSURDO!!
comunque,mi sono riletto tutti i poste mi sono letto pure Parmenide,che ti devo dire,mi stai simpatico,mi fa piacere conoscerti ma non condivido tante cose...
ciao Andrew.
E tu sai spiegarlo in modo adeguato il vuoto buddista?
Mi son fato prestare il film documentario Zeitgeist da quel mio amico. Devo dire che l'ho trovato molto interessante.
Da prendere con le pinze, forse ma molto interessante.
visto che ne sai tanto di massoneria, ti chiedo.
Pensi ci sia qualcosa di vero in quel che dicono?
mirano davvero a costruire un governo mondiale Manipolando le masse e muovendole a loro piacere come un sol uomo?
Tenendole occupate dando loro (noi) ogni tipo di divertimento puchè non si pensi con la propria testa?
Luce: ma non offendi nessuno. Non devi capire tutto subito, come se tu dovessi consumare la conoscenza in un fastfood. Prenditi tempo. Non c'é fretta. A tutti sembra assurdo all'inizio. Ma non lo é. Ci vuole anche una dimestichezza con un certo linguaggio...io ci ho messo un po' a padroneggiarlo...sempre se interessa.
Ma é chiaro che saprai che non c'é nulla da capire una volta che l'hai capito. Invece, dire: "Non c'é nulla da capire perché tanto sono seghe mentali"...eh no. No se puó. Allora uno deve ammettere che non intende capirlo. Benissimo. Ma come dico, é una cosa che richiede pazienza. Io ho cominciato a capirlo dopo un paio d'anni.
Beh Andrew prendi anche in considerazione il fatto che magari comprendo ma non condivido.Ti posso solo dire che anch'io sono uscito da una situazione difficile,eppure Parmenide non lo conoscevo nemmeno,ti parlo di psicoterapia dieci anni fa.Il punto e' che nessuno fa miracoli,siamo sempre noi stessi gli artefici dei successi o insuccessi nell'eta' adulta,credo pero' che se qualcuno si perde nella giungla e non sa dove andare,un aiuto puo' fare bene,se corrisponde SEMPRE a cio' che uno e'.In realta' quando ho letto GCG lui diceva cose per me da sempre condivise,ecco perche' per me lui dice cose interessanti,perche' corrispondono al mio essere,tu segui il tuo percorso semplicemente perche' hai trovato le tue verita',ma chi e' nel giusto?entrambi se siamo felici.Le crociate contro la psicologia non servono a niente,c'e' del marcio in tutto,puoi dirmi che la chiesa ha fatto drammi nella storia ed e' vero,pero' c'e' sempre un buon parroco che ti puo' aiutare. Ciao
Allora:
A é; nonA é. A e nonA sono due enti ben definiti sulla base della loro designazione o sulla base della loto forma se si tratta di "cose".
In logica formale (quindi siamo nell'orizzonte ontico) posso dire: "A non é nonA". In questo orizzonte logico la negazione "non é" interessa solo la differente designazione o forma dell'ente A rispetto a nonA. Non riguarda l'essenza di tali enti. Infatti presi singolarmente i due enti A e nonA essi "sono" entrambi.
L'Essere é, mentre il non-Essere non é. Qui io non sono piú in un orizzonte logico dove la negazione "non é" interessi la designazione o la forma (come nel caso di A e nonA) degli enti. Qui siamo in un orizzonte nuovo, ontologico dove ne va dell'essenza ultima di tutti gli enti. Per cui la proposizione che in senso logico-formale non é errata e cioé "L'Essere non é in Non-essere" in senso ontologico é priva di senso o meglio sbagliata. Perché "Essere" non puó venire inteso come un ente designato come "Essere" e che quindi possa venir contrapposto dualisticamente al niente (Non-essere). L'Essere é il fondamento ultimo di un qualunque ente del piano logico. Quindi "Essere" non puó venir inteso né come un tipo di designazione ne´come una forma di apparire. Se uno volesse rimanere nella logica formale, intendendo Essere e Non-essere come enti contrapposti dualisticamente dovrebbe poter dire "L'essere é e il Non-essere é" (come avevo detto per A e nonA).
Io posso solo dire che L'essere é e il non-essere non é. Null'altro.
Quindi gli enti per designazione e forma sono differenti, ma per essenza ultima sono lo stesso.
A livello quantistico un animale e un uomo sono per essenza ultima entrambi condensazioni locali di vuoto. Ma la differenza é che un uomo lo puó capire e realizzare mentre l'animale no. É per questo che Heidegger dice che solo l'uomo é aperto alla sua essenza piú propria cioé l'essere, che poi é anche l'essenza del mondo. Per cui viene superato il piano ontico di separazione tra uomo e mondo e Heidegger esprime la nuova consapevolezza come esser-ci o essere-nel-mondo come unitá. Cosa é l'angoscia di cui parla Heidegger (e prima di lui Kierkegaard) ? l'angoscia é solo angoscia di fronte al niente. Ma come detto il niente viene inteso solo in un orizzonte di comprensione ontica dove uomo e mondo sono separati (e se sono separati ci deve essere uno strato di niente che li separi altrimenti non sono separati) e appunto intesi come enti e basta. Cioé in un orizzonte puramente ontico gli enti "uomo" e "mondo" rispondono solo della loro designazione o forma apparente e quindi della loro apparente separatezza; ma NON rispondono della loro essenza ultima. Ma la comprensione dell'Essere su base autenticamente ontologica elimina l'angoscia perché mostra l'inesistenza del niente e mostra uomo e mondo nella loro essenza ultima eliminando la separatezza come illusione.
Analogamente per la teoria quantistica dei campi: il vuoto del campo si condensa localmente, ma questa condensazione é sempre vuota per essenza e dunque non distinguibile in ultima analisi dal vuoto del campo circostante o dalle altre condensazioni del vuoto possibili. Sul piano ontico.descrittivo (o logico) invece tali condensazioni che mi appaiono come entitá separate dal vuoto del campo le posso designare come "energia", "materia", "particella" o con una formulazione matematica. Quindi sul piano ontico (o logico, che é lo stesso) dico che una condensazione di vuoto é diversa da un'altra che ha una forma differente e che viene appunto designata differentemente. Ma per essenza ultima (quindi non per forma e designazione) tali condensazioni del vuoto del campo sono vuote appunto e quindi un tutto unico fra loro e col campo. Dunque le condensazioni che mi appaiono come enti separati non esistono in sé, ma sono manifestazioni del vuoto, sono vuote. Il vuoto dei buddisti é proprio questo: il campo di possibilitá di manifestazione di qualsiasi ente, come per esempio "mente" o "realtá". "Mente" e "realtá" sono manifestazioni dell'Essere, sono manifestazioni del Vuoto.
Dunque "vuoto" e "essere" sono lo stesso e costituiscono il campo di manifestazione di tutti gli enti. Enti che appunto in ultima analisi "sono" "vuoti". Mentre il niente non é e si capisce come "niente" e "vuoto" non coincidano affatto.
La frase di Parmenide "Pensare e Essere é lo stesso" é una traduzione errata. Letteralmente la traduzione é: "Conoscere ed essere sono lo stesso". Per conoscenza (in greco "noein") si intende chiaramente il livello ontologico e quindi l'identitá con l'Essere: quindi ri-conoscere l'essere come fondamento ontologico É il "conoscere".
Il "pensiero" é insieme alla "realtá"come detto solo una designazione ontico-formale.
Comunque a Patrick, Luce e MrX: l'esperienza é totale, intellettuale e non-intellettuale. Non si puó eliminare la componente intellettuale. Ma questo non significa che l'esperienza sia SOLO intellettuale. É ANCHE intellettuale. Se uno elimina la parte intellettuale dicendo che sono seghe mentali, anche la parte "non-intellettuale" non procede piú. Sono due componenti (la intellettuale e la non-intellettuale) che si completano in una unitá indivisibile insomma, come in un gioco di squadra: ciascun giocatore é fondamentale e ineliminabile nel suo ruolo. Vanno avanti insieme e in equilibrio. Io ho continuamente esperienze "non-intellettuali"...per forza. Non potrei mica farne a meno.
Errata corrige: avevo scritto nel post su logica formale e ontologia: "la proposizione che in senso logico formale non é errata e cioé - L'essere non é IN non-essere-..." ho sbagliato a digitare: intendevo scrivere ovviamente: "l'essere non é IL non-essere" che appunto in senso logico-formale é una proposizione accettabile ma in senso ontologico é sbagliata.
Luce: che Parmenide abbia "inventato" la dimostrazione per assurdo, lo dice il tizio che ha scritto la sezione su Wikipedia...per liquidare in fretta la questione. Infatti in Parmenide non c'é nulla di assurdo, ma semplicemente c'é ció che precede e rende possibile ogni logica: l'ontologia. L'assurdo infatti deriva dal cercare di cogliere l'Essere usando la logica formale.
Esempio: sarebbe come se la scienza pretendesse di definire l'essenza del tempo. È impossibile, scientificamente e logicamente assurdo. La scienza puó solo misurare il tempo e usare tali misurazioni. La scienza non sa cosa sia il tempo.
Ma ció non toglie che io possa conoscere (capire e esperire) l'essenza autentica e originaria del tempo lo stesso. Come ? Non con la scienza. Non con la logica.
Posso farlo con la filosofia la quale precede ogni scienza e ogni logica.
Quando ho parlato della teoria dei campi non ho usato formule matematiche o logiche, perché sarebbe impossibile conoscere l'originarietá del vuoto come fondamento dei fenomeni usando la matematica (o la logica). Bisogna filosofarci sopra.
Ah, sí. Questo lo devo aggiungere per completezza.
Citazione tratta dal poema "Sulla Natura" di Parmenide.
Frammento 8; verso 35:
"Lo stesso é il pensare e ció a causa del quale é il pensiero, perché senza l'essere nel quale é espresso, non troverai il pensare."
Cioé, con questo verso, anche Parmenide ha intuito l'ovvietá che non esiste nessun inconscio (2500 anni fa).
Io ti ripeto che ho capito,ma che non condivido tutto.Detto questo,quindi cio' che viene dopo,per me sono seghe mentali,quindi siccome me ne sono fatte abbastanza,ti saluto e ti ringrazio per la compagnia.
Buona giornata a tutti
Patrick: Ah! Buona questa ! Anche a me una volta era venuto il sospetto !
PATRICK: Rispondere: Quindi?, conferma in pieno quello che ho detto.
Che i post non vengono letti, ma solo giudicati.
Tra l'altro, vorrei ricordarti che sei stato proprio tu il primo a scrivere di aver letto 300 e passa libri, esattamente il 13 agosto.
Eppure nessuno ti ha ripreso per questo.
I miei libri li ho ridicolizzati rispetto ai post di Andrew, se non si era capito.
Mandi.
Buona settimana a tutti.
Buonasera a tutti.
Personalmente credo che ognuno ha il diritto di sentirsi bene. Più si sente bene, meglio è. L'approccio non interessa, basta che funzioni :D
...basta che funzioni...siete ingegneri o meccanici ? Dovete aggiustare un'auto ? Non siete mica dei robot.
Facciamo chiarezza su un altro tema apparentemente spinoso, ma che in realtá é semplicissimo.
POLIGAMIA VS MONOGAMIA
La poligamia o poliandria È SEMPRE un consumismo relazionale. Ed é ancora peggio del consumismo di beni di consumo perché si tratta di persone e non di cose. Quindi se uno é illuminato ed é giá sposato non ha alcun motivo di rincorrere un'altra persona. Se uno é illuminato e non é sposato, non ha alcun motivo di iniziare una storia d'amore o che. In tutti gli altri casi vuol dire che non si é illuminati cioé non si vive nel presente.
PS.: tra le specie animali monogame c'é il lupo selvatico (tra gli altri). Questo smentisce definitivamente i biologisti evoluzionisti sulla autenticitá della poligamia sulla monogamia in genere.
Sul piano ontico, dell'ente, dico:
Il Bene é, il Male é, il soggetto é, l'oggetto é, l'utile é, l'inutile é...
Questi enti, avevo detto, sono manifestazioni dell'Essere. Ma cosa vuol dire ? Vuol dire che gli ENTI sono MODI di ESSERE. Bene, Male,soggetto,oggetto, utile,inutile,bello,brutto. Sono MODI di ESSERE.
E ESSERE in nessun MODO ? Capite la domanda ?
Noi esperiamo questi vari MODI di ESSERE. Ma non esperiamo "ESSERE" prima dei suoi vari modi.
Come dire: se io pongo un orizzonte di MODI in cui l'ESSERE si presenta, sono in un orizzonte ontico utilitarista-empirista-pragmatico-evoluzionista. Perché ? Perché é giá deciso in anticipo il MODO con cui l'ESSERE mi si presenta. Ma se io mi astengo da questa decisione anticipatrice ? Come si presenta l'ESSERE senza alcun MODO ?
Detto per inciso: la psicoterapia cambia il MODO con cui l'ESSERE si manifesta.
O, in altre parole,la psicoterapia cambia il MODO di ESSERE perché rimescola gli enti dell'orizzonte ontico, ma non se ne emancipa.
Ma il passo decisivo, ancora impensato e ineseguito, é:
lasciare ESSERE senza alcun MODO. Capite ?
Possiamo allora dire: la mente é un MODO di ESSERE. Cioé la mente é un MODO con cui L'ESSERE si manifesta. La realtá é un MODO di ESSERE. Cioé la realtá é un MODO con cui l'ESSERE si manifesta.
Nell'orizzonte ontico ordinario io posso dire c'é MODO e MODO. Giusto ? Cosa accade quando l'ESSERE si manifesta senza nessuno dei modi possibili indicati ? Cioé cosa accade quando l'ESSERE si manifesta cosí come È ?
Buongiorno ieri mi hanno raccontato una storiella che vi giro:Un centinaio di ranocchi devono scalare una montagna,nessuno arriva alla vetta tranne uno,gli altri sbigottiti si affrettano a domandargli come ha potuto sopportare la fatica,il freddo,la fame,ma il ranocchio non risponde.............E' sordo.
Buona giornata ragazzi.
Dunque se io dico questo mi serve, questo non mi serve, questo é utile , quest'altro é inutile, questo funziona, questo non funziona...posso creare una psicologia empirista-pragmatica. Tutte le psicologie lo sono, da quella cognitiva di Beck a quella psicoanalitica di Freud e Jung.
In cosa consiste in genere la psicologia ? Consiste nell'anticipare i MODI di ESSERE, nel senso che anticipa i MODI con cui si manifesta "ESSERE". Quindi la psicologia puó solo occuparsi della MODIficazione dei MODI alternativi di ESSERE che vengono ogni volta anticipati. Quindi la psicologia non puó per sua struttura interessarsi dell'ESSERE (inteso sempre come verbo) ma si occupa solo dei MODI con cui l'ESSERE si manifesta. MODI che diventano l'oggetto della psicologia.
Il punto é: come si dá "ESSERE" senza alcuna anticipazione riguardo ai MODI di ESSERE possibili ? Vuol dire che finalmente abbandoniamo l'orizzonte ontico dei MODI (enti) di ESSERE e lasciamo che l'ESSERE si disveli spontaneamente per quello che È senza alcuna anticipazione ontica. Cioé "È ció che È".
Cosí si supera la psicologia (cognitiva, analitica, evolutiva, cibernetica...) e la meditazione.
Se io dico: la mente e la realtá sono due cose distinte e io devo imparare a vivere nella realtá. Una frase del genere ANTICIPA due MODI possibili con cui "ESSERE" si manifesta: mente e realtá. Quindi fissata un tale orizzonte ontico in cui i MODI di ESSERE sono mente e realtá, non potró mai capire e esperire come l'ESSERE si dá spontaneamente senza una tale anticipazione ontica. Cosa accade insomma se io non fisso-decido in anticipo due dei MODI (mente e realtá) con cui "ESSERE" si manifesta ?
Accade che ESSERE non si manifesta piú in uno o piú MODI. Infatti l'ESSERE si puó MANIFESTARE solo in uno o piú MODI. È evidente. Ma se ESSERE non si manifesta in MODI di ESSERE, allora l'ESSERE si DÀ, cioé "ESSERE" é ció che é. Non ci sono piú manifestazioni dell'ESSERE ma "ESSERE".
Quindi lasciamo perdere tutti questi MODI (utile, inutile, funzionante, non-funzionante...) possibili con cui "ESSERE" si manifesta, lasciamo che ESSERE si dia spontaneamente cioé sia dia in NESSUN MODO (che non vuol dire che l'ESSERE non si dá, vuol dire che si dá senza alcun MODO).
Infatti MODIficare (che noi spesso esprimiamo con cambiare, migliorare, peggiorare etc) indica un passare da un MODO di ESSERE all'altro.
Io invece parlo di lasciare "ESSERE" spontaneamente senza MODI (che sono sempre anticipati, come detto).
Andrew: Ho capito cosa intendi. Nel libro a stampo zen che ho letto che modificare non è nient'altro che un trucco del condizionamento per mantenere se stesso. Il condizionamento usa il "doversi migliorare" per autosostenersi.
Indi per cui posso darti ragione su questo punto (infatti quando ho detto "basta che funzioni", intendevo questo, solo che non esistono altre parole per esprimere il concetto, farlo capire). Fatto sta che ancora non arrivo a comprendere come sia possibile il cambiamento di una persona che non si vede in maniera corretta...o meglio, che vive questo suo stato di disagio e vorrebbe uscirne, o non so come altro spiegarlo, perchè se dico "essere diverso" ho capito che non è spiegato correttamente! Guarire nemmeno è il termine giusto da usare. Ma spero sia chiaro il discorso!
Luce: bella la storia della rana
I MODI di ESSERE sono sempre possibilitá. Sono possibilitá in un dato orizzonte ontico, il quale spesso cambia a seconda dell'epoca storica. Ora siamo in un orizzonte utilitarista-pragmatico. Infatti noi "usiamo" la psicologia e la meditazione perché é utile. Dato questo orizzonte diciamo che questo é utile, e quest'altro é inutile.
Nel medioevo l'orizzonte era religioso. I MODI erano il sacro e il profano, il divino e il terreno.
Quindi l'ESSERE PUÒ manifestarsi in questi vari modi, ma non é detto che si manifesti per forza cosí. É un dato orizzonte di MODI (religioso, utlitiarista etc) anticipati che fa in modo che l'ESSERE si manifesti i questi o quei MODI appunto. Cosí noi vediamo solo i MODI, crediamo che questi MODI siano fondanti e originari. Per i medioevali era fondante il MODO divino rispetto al MODO terreno. Oggi crediamo che sia fondante il MODO utile-vantaggioso rispetto al MODO inutile-svantaggioso. Sono infelice (dove la infelicitá é un MODO di ESSERE) ? Allora devo passare al MODO di ESSERE felice. Come ? Usando la psicoterapia o meditazione come strumento per passare da un MODO ad un altro.
Siamo imprigionati in un labirinto di MODI di essere. C'é sempre MODO e MODO. Quindi cambio il l'orizzonte dei modi, quindi é tutta una MODIficazione infinita e perpetua...ma illusoria. Cosí siamo in OBLIO dell'ESSERE. Ci siamo dimenticati DI ESSERE. Perché se noi innanzitutto "SIAMO" (quindi lasciamo "ESSERE" spontaneamente cioé che é), che ce frega della felicitá o della infelicitá ? Non ce ne frega piú niente ! Perché ? Perché una volta che noi innanzitutto SIAMO, quindi lasciamo ESSERE ció che È, i MODI felice e infelice diventano FORME VUOTE.
Elementale: ma tu non devi fare lo psicologo. Ti basta capire questo discorso. La famosa autoimmagine é un MODO di ESSERE. Hai un autoimmagine svantaggiosa-negativa ? Lo psicologo ti dice di passare ad un altro MODO di ESSERE, cioé costruirti una nuova autoimmagine. Ma in questa maniera lo psicologo non accede al fondamento, come psicologo non puó farlo perché non lo sa.
Cosa FARE dunque ? Attenzione: qualsiasi cosa io faccia psicoterapicamente é un agire sul MODO di ESSERE quindi passando da un MODO ad un altro MODO. Capito ? Siamo in una trappola ontica cosí, ma non ci scandalizziamo, stranamente.
Se io dicessi di NON FARE niente ?
OHHHHH! SCANDALOOOOO! MA BISOGNA DARSI DA FARE ! BISOGNA LAVORARE DURO ! BISOGNA COMBATTERE ! BISOGNA MIGLIORARE !
Quindi uno resta nella trappola ontica.
X Elementale:grazie,poi la storia prosegue,il ranocchio incontra una pricipessa,la principessa lo bacia e il ranocchio si trasforma in principe azzurro,cosi'vissero felici tutta la vita,e sai perche'....il principe era sordo.:)morale : che tu sia ranocchio o principe non stare ad ascoltare nessuno,vai per la tua strada!!
Questa l'ho inventata io....
Andrew: Tu sei in un MODO di ESSERE che non ti piace, non so per quale motivo. Come fai a non fare nulla se il semplice pensare che quel MODO ti infastidisce? Tu dici che cambiare MODO di ESSERE non serve a niente...allora cosa fare per abbandonare tutti i MODI? Come fa il non fare nulla a darti questi risultati?
Luce: ne avevo il sospetto :P
Elementale"...come fa il non fare nulla a darti questi risultati...?" Risposta: non saprei dire come. Ma succede. Non si tratta di un "risultato".
Se tu dici "come" "fa" e "risultati" resti nei modi dell'utile e dell'inutile.
Hai presente quando i buddisti dicono che non c'é differenza tra samsara e nirvana ? Ecco un cosa del genere.
Ci sono tantissimi MODI possibili di ESSERE. Non stare a scegliere tra questi MODI possibili.
Scegli la certezza: ESSERE cosí come È prima di un qualsiasi MODO.
Oppure: un MODO di ESSERE puó piacere o puó non piacere, giusto ?
ESSERE cosí come È (prima di un qualsiasi MODO) non puó piacere e non puó non piacere. OK ? Uno a questo punto coglie necessariamente la vuotezza di piacere/non piacere (quindi vuotezza del MODO) rispetto al DARSI originario, spontaneo e autentico di "ESSERE".
La psicologia pone il primato ontico del MODO.
La conoscenza invece ri-conosce l'ESSERE (verbo) come necessariamente ORIGINARIO ed ETERNO.
Questo é vivere nel presente.
Ho detto che un MODO di ESSERE é possibilitá dunque PUÒ piacere e PUÒ non piacere.
"ESSERE come È" invece NON PUÒ né piacere, né non piacere.
In generale "ESSERE come È" non costituisce una possibilitá (come era il caso del MODO di ESSERE). Infatti "ESSERE come È" NON PUÒ in generale. Ma NON PUÒ cosa ? NON PUÒ NON-ESSERE. ESSERE È, significa certezza irriducibile.
Espresso in altri termini l'ESSERE non é possibilitá nel senso che é CERTO.
E guardando la televisione mi e' venuta come l'impressione che mi stessero rubando il tempo...e che tu, che tu mi rubi l'amore,
..poi ho camminato tanto e c'era un grande sole che non ho piu' pensato a tutte queste cose....
E va bene cosi',SENZA PAROLE.
vasco
Dunque l'ESSERE PUÒ manifestarsi in un MODO di ESSERE. Questo é l'orizzonte ontico della possibilitá (opinione). Quindi l'ESSERE PUÒ manifestarsi in tanti MODI di ESSERE possibili. Io dunque posso scegliere tra questi vari MODI con cui l'ESSERE si manifesta. La scelta riguarda il MODO e non l'ESSERE. Scegliere significa volere. Si puó volere solo un MODO di ESSERE. Come giá detto non si puó volere ESSERE. Dunque la volontá é diretta verso il MODO, agisce solo sull'orizzonte ontico.
Ma in ultima analisi l'ESSERE NON PUÒ nonESSERE. Questa é la certezza (veritá). Il fatto che in generale l'ESSERE NON POSSA (nonESSERE), questo indica il DARSI spontaneo, certo, autentico e originario di "ESSERE". Il DARSI originario dell'ESSERE precede appunto un qualsiasi MODO e dunque una qualsiasi scelta e volontá.
Quindi l'ESSERE PUÒ manifestarsi in tanti MODI possibili tra i quali posso volere questo o quel modo e scegliere questo o quel modo.
Ma l'ESSERE NON PUÒ nonESSERE che vuol dire che L'ESSERE NON PUÒ NON DARSI. Questo é il dono della certezza.
l'ESSERE È, dunque l'ESSERE si DÀ oppure si DÀ ESSERE.
Invece Il MODO di ESSERE non SI DÀ. Il MODO di ESSERE é POSSIBILE tale per cui io lo voglio o lo scelgo.
La volontá e la scelta riguardano solo il MODO di ESSERE.
Invece l'ESSERE si DÀ con certezza perché È certo.
Ma bisogna capire che noi anticipiamo i MODI di ESSERE prima di volere scegliere tra questi MODI.
Se io anticipo un orizzonte di MODI di ESSERE di tipo religioso (medioevo) allora io sceglieró, in base alla situazione storica in cui mi trovo, il MODO di ESSERE in accordo con le leggi divine e respingeró i MODI di ESSERE a carattere terreno.
Se io anticipo (vuol dire che vivo in un contesto storico) i MODI di ESSERE in un orizzonte utilitaristico accetteró il MODO di ESSERE utile e respingeró quello inutile.
In origine l'ESSERE si DÁ. Questo darsi dell'ESSERE non ha a che vedere con l'utile e l'inutile giacché il DARSI dell'ESSERE é originario e precede i MODI utile e inutile.
Stesso discorso per i MODI di ESSERE astratto e concreto. Entrambi sono MODI. in origine l'ESSERE si DÀ spontaneamente e precede i modi astratto e concreto. Pensiero e realtá non sono altro che MODI di ESSERE. Il DARSI spontaneo dell'ESSERE precede questi MODI astratto e concreto.
Quando un dice di vivere nella realtá esprime un qualche cosa di ontico (che riguarda il MODO di ESSERE) e non si riferisce all'esperienza originaria del DARSI dell'ESSERE (che é certezza). Uno "È" (esperisce l'ESSERE che si DÀ con certezza), dove "mente" e "realtá" sono entrambi forme vuote (perché sono MODI).
Quindi l'ESSERE si DÀ con certezza, che vuol dire anche che l'ESSERE NON PUÒ nonESSERE.
Ma l'ESSERE PUÒ manifestarsi in tanti MODI tra i quali scelgo.
Per precisare ancora una cosa in merito all'evoluzionismo generale.
Se é vero che la teoria dell'evoluzione in senso biologico (ho scritto un papiro sopra) é falsa, allora naturalmente anche la dottrina ebraico-cristiana della creazione (libro della Genesi, per capirci) é falsa. OK.
Ma allora cosa é vero ? È vera la ciclicitá del tempo come intesa dai greci antichi. Noi ci siamo sempre stati. Non c'é nessuna evoluzione ! La storia é ciclica. Questa é la re-intuizione di Nietzsche nell'Eterno ritorno dell'Eguale. Quindi la ciclicitá ha come unico riferimento sicuro il centro del cerchio: questo é l'Eterno. Non ha senso parlare di "miglioramento". Tutto si ripete (in senso ontico), oppure in senso ontologico "é eterno".
La ciclicitá riguarda ogni momento. Non si va in "avanti". Si ritorna sempre nello stesso momento in modo circolare. Fino a che si resta sempre lí. Cosa é questo ritornare in modo circolare ?
È lo scegliere e il volere in modo necessariamente perpetuo tra i MODI di ESSERE. La volontá vuole la volontá. La scelta sceglie la scelta. Perché ? Perché i MODI di ESSERE li anticipiamo noi prima di scegliere o di volerli. Questa anticipazione é giá una scelta o un atto volontá. Da qui il circolo. Una volta anticipati (voluti e scelti) i vari MODI di ESSERE uno sceglie o vuole questo o quel MODO. Non puó che essere un movimento ripetitivo e reiterato.
Invece senza tale anticipazione dei MODI di ESSERE, L'ESSERE si DÀ sempre QUI e ORA. È IMMUTABILE. È ETERNO.
Andrew: Non vorrei sbagliarmi, ma nel libro "Buddha in cinque settimane" del prof, è scritto proprio questo!
Elementale: certo che no. Perché nel libro di GCG si insegna a vivere nella realtá (considerato il fondamento) rispetto alla mente (illusoria).
Ma sia la realtá che mente sono MODI di ESSERE dunque in ultima analisi entrambi illusori.
Inoltre viene giá deciso in anticipo che ci sará un miglioramento eccetera...quando un qualsiasi miglioramento é ultimativamente privo di senso.
Questo rende psicoterapia e meditazione analoghi in questo senso. Se uno si mette a meditare, presuppone, cioé anticipa giá che la realtá é il fondamento rispetto alla mente. Ma la realtá é solo uno dei MODI di ESSERE che viene anticipato. Non é un fondamento.
Questo discorso ontologico é importante (quanto ancora storicamente incompreso almeno in parte). Analogamente un fisico non potrebbe fare i suoi esperimenti senza conoscere un linguaggio matematico.
Cioé, per dirlo in altre parole: la mente viene vista come un ostacolo per "vivere nella realtà". Questo equivale a dire che un MODO di ESSERE "A" impedisce il MODO di ESSERE "B". È un errare tra MODI di ESSERE.
È per questo che uno si mette a meditare per passare dal MODO infelice al MODO felice (alla fin fine é cosí). Ma il DARSI dell'ESSERE non richiede nessuna meditazione, perché l'ESSERE si DÀ con certezza. Con questo intendo dire che, che uno sia felice o infelice (MODI di ESSERE appunto) é lo stesso. Questo é il vivere nel presente. Il nirvana non é la felicitá. Nel nirvana si esperisce la felicitá e l'infelicitá ma se ne é consapevoli. Ma questo non c'entra nulla con la beatitudine eterna. È per questo che nirvana e samsara non sono differenti.
È come un albero che talvolta si gode il sole e talvolta subisce la tempesta. Non puó mica fare altro !
Non bisogna "fare" nulla. Neanche meditare, perché meditare é giá un fare qualcosa in vista di...
La semplice esperienza di quello che "È" non richiede nessun metodo "pratico" (come dicono i pragmatici come Dewey e Pierce). É un qualcosa che va capito globalmente invece (come dicono Heidegger e Gadamer). Proprio perché" astratto" e "concreto" non sono fondanti in sé.
Il pragmatismo americano e dintorni, era una filosofia che rendeva giustificabile il sistema industriale-tecnico e consumista anche nell'ambito delle scienze umane. Infatti si tratta di un fenomeno tipicamente americano.
La Germania paradossalmente non ha mai avuto una corrente filosofica empirista o pragmatica. Ha avuto pensatori VERI (Goethe, Nietzsche, Husserl, Heidegger, Gadamer) e autenticamente rivolti verso l'essenza dell'uomo. Dico paradossalmente perché in termini qualitativi la Germania é sempre stata al top anche in ambito tecnico-scientifico.
Andrew: no no, aspe', meditare non è un "fare qualcosa per...", ma la vera meditazione (quella che porta allo stato Zen) è tutto l'opposto: Osservare,senza fare assolutamente nulla. Voler raggiungere ossessivamente il vuoto mentale è un meccanismo dell'ego per riappropriarsi di se stesso.
Poi nel libro "buddha in cinque settimane", non viene detto di meditare, quanto di sviluppare dei "poteri" (è una metafora) che con il tempo aiutano nel vuoto mentale! Alcuni di questi sono la presenza nella realtà e il non attaccamento. Mi sembrano giusti!
Se tu ti metti a meditare, questo é giá un atto di volontá. Non si scappa.
Infatti meditazione e non-meditazione sono entrambe FORME vuote. Meditare e Non-meditare sono opposti dualisticamente...il DARSI originario e certo dell'ESSERE é al di lá di questa opposizione dualistica per il fatto di renderla possibile. Non vivrai il DARSI dell'ESSERE né meditando, né non meditando. Meditazione e non-meditazione sono di nuovo MODI di ESSERE (possibili: quindi anticipati e scelti), e dunque non contengono la certezza originaria dell'ESSERE. Io parlo di certezza non di possibilitá, scelta o volontá.
Un po' alla volta ci arriviamo...chi va piano va sano e lontano.
Questi "poteri" di cui parli nonché il "vuoto mentale" sono nuovamente MODI di ESSERE appunto che tu consegui in seguito ad un anticipazione-scelta-atto di volontá. Siamo sempre lí, in questo modo.
La mente puó essere vuota (MODO di ESSERE) o piena di pensieri (altro MODO di ESSERE). Non siamo al fondamento cosí. Uno puó passare da un MODO all'altro attraverso un metodo o tecnica (yogica, psicologica eccetera).
La conoscenza della certezza immutabile (DARSI dell'ESSERE) é la totale e definitiva cessazione di un qualsiasi movimento volitivo. Quindi é cessazione dell'illusione. È un errore peró definire la mente illusoria rispetto alla realtá. Sono entrambi illusori in quanto MODI di ESSERE. Da qui l'errore di intendere l'illuminazione come un vivere "nella realtá" come conseguenza della applicazione di un metodo. Se io anticipo (scelgo) il MODO di ESSERE "realtá" e lo postulo come fondante, il passo successivo non puó che essere la formulazione di un "metodo" corrispondente atto a ri-scegliere la "realtá" anticipata come fondante e a vivere secondo quanto anticipato con tale scelta. Ma non c'é nulla di originario nella "realtá": essa é un MODO di ESSERE con cui l'ESSERE PUÒ manifestarsi. È per questo che posso sceglierla: posso sceglierla perché il MODO di ESSERE della "realtá" (contrapposta alla "mente") é giá da sempre una scelta. Io posso scegliere solo una scelta. L'anticipare un orizzonte ontico di MODI di ESSERE (tipo il dualismo "mente-realtá" oppure "mente piena di pensieri"-"mente vuota") é giá uno scegliere. Fatta questa scelta iniziale che é l'anticipazione, dopo non posso che continuare a scegliere tra i MODI di ESSERE dell'orizzonte ontico che ho anticipato (la "mente" piuttosto che la "realtá" o viceversa; oppure la "mente vuota" piuttosto che la "mente piena di pensieri").
Non posso scegliere l'ESSERE, perché questo SI DÀ spontaneamente. È appunto il dono della certezza. Certezza che é da sempre un dono. Non posso sceglierlo né volerlo.
Devo astenermi dall'anticipare quindi astenermi dal fare la scelta iniziale...il che non richiede un metodo...richiede piú una comprensione.
Immagino che si debba comprendere come fare a non anticipare le scelte senza però deciderlo volontariamente.
x Ele: Sai che forse hio detto una cagata. mi sa che anche i militari vengono addestrati ad utilizzare l'amigdala.
prima sparano e poi chiedono chi è.
Una specie di istinto di sopravvivenza indotto.
Oppure ancora in altri termini: non si esce dal circolo né volendolo, né non volendolo essendo il "non-volere" appunto "volere". E quindi dire "volere di non-volere" si riduce al dire "volere" e basta.
Dunque si capisce come Nietzsche si sia sbagliato prendendo la Volontá come se fosse l'ESSERE. Perché la Volontá é il MODO di ESSERE piú radicato e che permette di anticipare e ri-scegliere tutti gli altri MODI di ESSERE possibili. Dire che la volontá (il volere) é un MODO di ESSERE forse non é ancora stato pensato in questi termini...e potrebbe costituire l'ultimo scoglio per lasciare accadere il disvelamento dell'ESSERE nella sua originarietá, unicitá e autenticitá.
Non mi risulta che Heidegger sia arrivato fin qui. Facciamo un passo alla volta.
Buongiorno.
Quando vado a mangiare la minestra dal mio suocero mi dice sempre:
sbrigati perche' senno' si fredda!
Ed io rispondo:a me piace fredda!E lui: calda e' piu' buona!
Ed io :E' piu' buona per te, a me piace fredda!
E lui calda e' piu' buona!ecc ecc
...Buona giornata a tutti.
Luce. ha ragione tuo cognato.
Calda è decisamente più buona.
Non troppo brodo che poi rimane sullo stomaco e un pizzico di formaggio.
x MrX: ad aver ragione e' il mio suocero semmai,comunque complimenti, ci assomigli molto.:)
Grazie.
Mi fa molto piacere assomigliare a qualcuno che mi assomiglia.
Dillo pure a tuo cognato.
MrX, Patrick e luce: voi invece credo che non ci arriverete tanto tranquillamente. Lo si capisce da cosa rispondete. MrX era partito bene, ma...c'é ricascato.
Dunque la volontá é un MODO di ESSERE. Ed é il MODO piú radicato in quanto determina il successivo anticipare degli altri MODI di ESSERE. Ed é per questo che in merito alla volontá si confonda facilmente tra piano ontico e piano ontologico.
Il DARSI dell'ESSERE invece é il dono presente ed eterno della certezza.
La minestra calda e la minestra fredda sono MODI di ESSERE tra cui uno puó scegliere quello che gli piace di piú. Si sceglie ció che piace infatti. L'ESSERE non puó piacere e non puó non piacere. È l'immediatezza in cui non c'é scelta. il dono della certezza non si sceglie, né si vuole.
La dimensione ontica della volontá come MODO di ESSERE ci sovrasta in misura tale, che risulta QUASI impossibile uscire dal cerchio, per il fatto che noi concepiamo una tale uscita sempre un atto di volontá. Non riusciamo a comprendere una uscita dal cerchio se non come un scelta. Ma é proprio il non riuscire a uscire dal cerchio ad essere una scelta e un volere perpetui.Il DARSI dell'ESSERE significa che si é liberi in origine.
Ma si sceglie la Non-libertá che poi viene perpetuamente ri-scelta e ri-voluta ogni volta. Non si puó volere o scegliere l'ESSERE liberi. Lo si é.
X Andrew: io non voglio arrivare da nessuna parte,ho capito cio' che volevo capire da tempo,sinceramente non hai niente da insegnarmi,anzi una cosa te la insegno io,comincia a ridere un po' di piu' ad essere un po' autoironico,ti prendi troppo sul serio,la vita e' sorriso,gioia,sole ecc ecc,esci da questo essere o non essere,se poi vuoi continuare a farti le seghe mentali fai pure,a me non cambia niente...una cosa pero', togliti di dosso l'aria da professore,te puoi insegnarmi delle cose, io delle altre,siamo alla pari al massimo...la tua supposta superiorita', mi fa solo sorridere!
Ancora per luce: sei tu che parli di "supposta" superioritá da parte mia solo perché non ti prendi la briga di capire quello che dico.
È facilissimo liquidare la faccenda dicendo..."ma sí sono seghe mentali".
Se tutti facessero come te saremmo ancora nelle caverne colle clave e a fare il fuoco colla pietra fuocaia e a credere nei totem e negli spiriti delle foreste.
luce: Ridere ? Lo faccio spessissimo fuori dal blog. Aria da professore ? Non ho l'aria da professore. Ma se uno non capisce quello che si dice, puó essere una impressione. Posso capirlo. Se a te non cambia niente, fa a meno di leggere i miei post. Difficile ? non credo, dái.
Questa cosa delle seghe mentali rischia di trasformare le persone in non-piú-pensanti-autonomamente.
Okkio !
Bene, prova a ridere anche nei post!
la tua supposta superiorita' sta semplicemente nel fatto che devo capire solo io,PROVA A CAPIRE TE!
Io penso, quando E' NECESSARIO farlo!
Se poi credi che non devo leggere i tuoi post perche' vuoi solo risposte che ti interessano ,va bene non leggo piu' i tuoi post.
Ti do solo un consiglio,poi fai come vuoi,impara ad ascoltare.
Ciao
E ora vado a mangiare la minestra che ormai si e' raffreddata,ah ah:)
Buon appetito a tutti.
Luce e patrick: Buon appetito.
Se non vi va di leggere e capire i miei post, perché mi rispondete ?
Non rispondete e il gioco é fatto.
Io non rido nel blog, perché preferisco ridere veramente.
Per voi l'equazione pensiero=sega-mentale é un dogma inattaccabile. Dogma vuol dire che non c'é dialettica.
Quando MrX mi aveva risposto a tema io ho dialogato tranquillamente. Mi ha dato uno spunto interessante.
Buonasera a tutti.
Azz raga', m'allontano un attimo, succede il macello :D.
Apparte gli scherzi...secondo me, alla fine di tutto, stiamo parlando tutti della stessa cosa...soltanto a livelli di profondità diversi. Alcuni approcciano non in maniera perfettamente uguale lo stesso "problema" (ammesso che si possa chiamare così). Poi personalmente non ho nient'altro da aggiungere!
Concordo con Mrx e Patrick.
Le teorie filosofiche che Andrew ha scritto in questi centinaia di post,
(che non sono altro che l'ESATTO CONTRARIO della psicologia evolutiva o di qualunque altra corrente psicologica) sono solo una SUA interpretazione della vita, che una serie infinita di casistiche gli hanno fatto credere che questo modo di vedere sia il "SEGRETO UNIVERSIALE DEL TUTTO", credendo di essere uno dei pochi essere umani a sapere la "VERITA'" e lui ora è venuto per diffondere questi suoi saperi.
Un saluto a tutti.
In particolare a Andrew che a reso questo blog più acceso di sempre
Buon Appetito a tutti :-)
MArk8F: forse non ti sei accorto che la teoria evolutiva (biologica nonché psicologica) nonché le teorie psicologiche in genere sono state debunkate un millennio fa.
Comunque forse capisco la difficoltá. In genere il linguaggio e il pensiero vengono intesi come MEZZI per FARE qualcosa. Questo é un modo fuorviante con cui si intendono pensiero e linguaggio. Siamo sempre nell'orizzonte utilitaristico, in questa maniera.
Peró é chiaro che se un milione di persone dicono A e uno dice B, si tende a credere alla maggioranza non perché sia vero, ma perché lo dice la maggioranza.
Questo é valso per TUTTE le rivoluzioni scientifiche (e per scientifiche intendo la fisica) e filosofiche.
Per esempio quando si é passati dal sistema tolemaico al sistema copernicano. Nessuno poteva credere che Copernico avesse ragione.
Con la filosofia (che precede SEMPRE la scienza) é lo stesso.
In merito a Nietzsche o Heidegger, ancora pochi hanno veramente capito cosa questi hanno detto. In primis perché pochi li leggono. E anche chi li legge lo fa spesso per obbligo scolastico o universitario e non per raggiungere ció che loro hanno veramente pensato e capito.
Salve a tutti.
Continuo a seguirvi costantemente ma in silenzio...
Intendo rispondere a Patrick:
Il VERO (cioé l'ESSERE) non puó né piacerti, né non piacerti. Per il semplice fatto che scegli un dato MODO di ESSERE significa che ti piace (oppure non lo scegli perché non ti piace), questo non ha a che vedere con il disvelamento dell'ESSERE.
Tu scegli ció che hai giá sempre scelto in base alla anticipazione di un orizzonte ontico. Questo é il movimento circolare del samsara.
Si tratta invece di comprendere e ri-conoscere l'originarietá del DARSI dell'ESSERE. Questo DARSI dell'ESSERE non puó venir scelto, perché é certo.
In merito alla minestra, invece di dire che "c'é a chi piace calda e c'é a chi piace fredda", un avvicinamento all'ESSERE potrebbe suonare cosí: "La minestra la mangio, calda o fredda che sia." Cioé la mangi che ti piaccia o no, perché "non c'é altro". Questo nella nostra societá dei consumi é un qualcosa di a dir poco "inconcepibile". Da qui la fatica a capire il discorso ontologico.
Quindi per tornare alla odiata filosofia, il discorso ontologico dell'ESSERE, che piaccia o meno, DEVE venire affrontato in questo modo. È questo che intendo quando dico che lo faccio per istinto o destino. Non si È per scelta. Si È e basta.
Questo permette di capire come scelta, volontá e miglioramento siano totalmente illusori.
La scelta e la volontá possono riguardare solo i MODI di ESSERE (mondo dell'illusione). Invece il DARSI spontaneo dell'ESSERE é certezza o, in senso piú greco, svelatezza. La svelatezza non si sceglie.
Ma il discorso della minestra era un ESEMPIO o METAFORA...non venite adesso a dirmi che uno deve trasferirsi nel Terzo Mondo. Non c'e né bisogno !
Osservando un dato evento o una data persona
come fai a capire se è la manifestazione dell'essere
o di un modo di essere?
Perchè ritieni che tu fai tutto questo per istinto
mentre gli altri no?
Chi ti dice che gli altri presenti su questo forum non siano spontanei?
X Andrew:e' l'esatto contrario,se non vuoi rispondere ai miei post perche' li leggi? E' difficile capire per te queste cose lo so,ma vedi io ho scritto una metafora sulla minestra e TE mi hai risposto per primo.Quindi se non ti va di rispondere ai miei post non li leggere TE!Ho scritto una cosa e siccome hai la coda di paglia mi dici che non ci arrivero' mai!arrivare dove? Non hai capito te,io non voglio insegnarti niente e tu non mi devi insegnare niente,ho imparato a crescere sulla strada,non con la filosofia,ma siccome sono intelligente mi sono letto Parmenide ed i tuoi post e NON SONO D'ACCORDO!E sono libero di scrivere tutte le metafore che voglio,se la minestra non ti piace,e' un problema tuo!La metafora della minestra era chiara,se a te non ti piace la mia minestra,ma piace la tua,libero di mangiarla come vuoi,a me la tua NON PIACE,tutto qui.
Quando dovevo rifare casa,chiamai il mio suocero per darmi mano.Gli spiegai dove doveva fare le tracce e cominciai anche io con mazzolo e scalpello.Il mio suocero comincio' ad obbiettare: perche' cominci da qua?Io continuavo a martellare...Perche' usi questo martello?io continuavo a martellare...perche'non prendi lo scalpello a punta?...avevo finito di fare le tracce...,ma per il mio suocero avevo sbagliato tutto.
Buona giornata a tutti.
In realtà, sotto certi versi Andrew ha ragione (quando parla di ESSERE che non può non ESSERE e modi di ESSERE).
Il problema è che non vorrei che tutto questo, invece di limitarsi semplicemente a vivere lontani dalla sofferenza, ci facesse diventare dei "sani" automi singoli e sociali.
Intendo dire, rimanendo sempre nella metafora della minestra...la verità, come tu dici (Andrew) è "io la mangio, calda o fredda che sia". Non vedo il motivo. Se a me piace calda, mangiarla fredda non mi piace, mi procura delle sensazioni sgradevoli. Questo, ad un certo livello, è farsi male volontariamente!
Perchè, se posso evitarlo? Qui non stiamo parlando delle persone...che cambiano come e quando dicono loro secondo la loro volontà,non la tua (farle diventare da calorose a fredde potrebbe essere un tuo obiettivo, ma il fatto che lo diventino continua a rimanere un problema loro, non tuo)...stiamo parlando di una minestra, che se aspetti cinque minuti, spontaneamente da calda diventa fredda...perchè? Perchè così E'. Non stai combattendo contro la realtà, stai attendendo semplicemente il suo corso.
Le persone, generalmente, spontaneamente non cambiano...quindi il volerle cambiare significa andare contro ciò che E'.
L'uomo medio fa suo questo insegnamento: "non mi piace ciò che E', lo faccio diventare ciò che dovrebbe essere". Ovviamente crea disastri assurdi questa cosa.
Il Matto Zen invece fa suo questo insegnamento: "Accetto ciò che E', per diventare ciò che E'".
Uno che soffre, però, non è ciò che E', ma è ciò che vorrebbe essere (altrimenti non soffrirebbe).
Luce: ehehe...non te l'aspettavi quella risposta.
Elementale: la sofferenza é volersene liberare.
Elementale: tu dici: "non mi piace ció che È". ERRORE!
Confondi il MODO di ESSERE con "L'ESSERE". L'ESSERE non puó né piacere, né non piacere.
È il tipico inghippo quello di confondere il piano ontico con quello ontologico.
Faccio un esempio figurativo:
L'ESSERE é come un PUNTO. A partire da questo PUNTO UNICO io traccio tanti segmenti di lunghezza uguale in modo che formino come dei raggi di una ruota. OK ? A ciascun raggio divergente dal punto centrale io assegno un nome (A,B,C,D...etc) in corrispondenza dell'estremo esterno. Posso tracciare un numero arbitrario di raggi. Quanti ne VOGLIO. Ora i MODI di ESSERE sono questi segmenti divergenti dal punto centrale. L'ESSERE é il PUNTO CENTRALE. Io posso scegliere un segmento A o un segmento B o un segmento C...questo movimento dello scegliere mi fa passare da un segmento all'altro...congiungendo i punti degli estremi esterni dei segmenti posso ottenere un cerchio. È il CIRCOLO del samsara ! È il movimento del volere e dello scegliere !
E del PUNTO CENTRALE che ne é ? Ce ne siamo dimenticati completamente. Il PUNTO centrale (L'ESSERE) é il fondamento che rende possibili tutti i MODI di ESSERE (i raggi divergenti che ho designato come A,B,C etc e che partono TUTTI da PUNTO). Intuire e ed esperire il PUNTO CENTRALE, non deriva da una scelta, per il fatto che la scelta é un movimento che genera il circolo, cioé il passaggio da un MODO all'altro (da cui MODIficazione).
In questo senso la vera meditazione È un accadimento spontaneo che io NON POSSO NÈ VOLERE NÈ SCEGLIERE ! Nel momento in cui decido di meditare o scelgo di fare lo yoga sono ancora nel cerchio a ruotare da un MODO all'altro.
Andrew: ma questo mi è chiaro. Il ragionare in termini "soffro, quindi devo fare qualcosa per non soffrire più", se fatto con ossessione, non fa altro che farti sguazzare nella sofferenza. Personalmente, ciò che ancora non riesco a spiegarmi, ed è un problema mio lo ammetto, è la questione del "fare". Intendo dire, se io non ho una cosa che mi serve, per me è automatico pensare a dover fare qualcosa per ottenerla. Questo è contrario alla pratica del prestare attenzione. E la cosa che non riesco a capire è come si fa ad ottenere ciò che vuoi, semplicemente prestando attenzione.
Tu sei diventato medico facendo qualcosa (studiando), io sono diventato ingegnere studiando...comunque quindi hai fatto qualcosa...questo cosa personalmente io non riesco a capire...mentre il processo di tutto il resto, almeno credo, mi è chiaro. Certe volte mi è particolarmente anti-intuitivo accettare ciò che E'. Semplicemente questo.
Elementale: confondiamo il MODO di ESSERE che PIACE con l'ESSERE che non conosce né il piacere, né il non piacere come fondanti. Dire che L'ESSERE non puó non piacere, né piacere, non vuol dire smettere di esperire sofferenza e piacere. Okkio. Significa invece che piacere e sofferenza perdono il loro ruolo di fondamento e ruolo di riferimenti (che era tipico delpiano ontico).
È proprio perché l'ESSERE non puó offrire PIACERE, che L'ESSERE non ci interessa ! L'ESSERE È ciò che È non significa che l'ESSERE sia bello o brutto. Noi ci aspettiamo che sia bello e piacevole...é per questo che meditiamo volontariamente.
Uno che È ció che È, e quindi esperisce l'unitá dell'ESSERE, non é vero che non soffra ! Soffre e non-soffre, ma a differenza di chi ERRA volendo e scegliendo, capisce che sofferenza e piacere sono manifestazioni dell'ESSERE. Perché cosí È. Non c'é nulla da FARE in merito. Non c'é nulla da migliorare.
È per questo che nirvana e samsara non sono differenti (onticamente aggiungerei io). Eppure non sono la stessa cosa (ontologicamente aggiungerei io) !
Elementale: "avere","mi serve" e "pratica" sono categorie di un orizzonte ontico anticipato e GIÀ DECISO. Non posso risponderti se tu anticipi "l'utile" e "l'inutile", il "mi serve in pratica" il "avere/non-avere" come se fossero fondanti. Capisci ? Tu poni a fondamento dei MODI di ESSERE in questa maniera condondendoli con L'ESSERE.
"Come si fa ad ottenere ció che vuoi" é una frase che conferma quanto detto sopra.
Che sia anti-intuitivo o meglio poco comprensibile "accettare ció che È" sono d'accordissimo. È una ulteriore conferma della confusione che si fa tra MODO di ESSERE e ed "ESSERE".
X Andrew: non ho capito a cosa ti riferisci quando dici che la risposta non me l'aspettavo.Comunque e' uguale ,tanto non mi aspetto niente,ho smesso di farlo.Per quanto riguarda la minestra e le tracce da muratore,non avete capito una mazza,volevo solo dire che
il mio suocero mi sta antipatico:)...o forse no?Uno dice delle cose,poi gli altri la interpretano come vogliano...questo deve far riflettere....
Ciao
Luce: AHAHAHAHAHAHAHAH! Invece la mia risposta é stata come un rapace notturno risoluto e ZAC!
Visto che rido anch'io sul blog ?
Il punto, per esprimermi ancora in modo diverso, é che normalmente il linguaggio e il pensiero vengono intesi come STRUMENTI per FARE qualcosa. Ora, questa concezione del linguaggio e del pensiero da cosa deriva ? Deriva dal fatto che avendo anticipato un orizzonte ontico UTILITARISTICO-STRUMENTALE é giá decisa in anticipo appunto l'UTILITÀ come fondamento ultimo. Dato questo presupposto (che uno anticipa attraverso una scelta, e scelta che poi viene sempre ri-scelta) poi sará automatico decidere sulla utilitá e inutilitá del pensiero e del linguaggio.
Invece se io non anticipo ció (come detto) viene fuori che pensiero e linguaggio sono i custodi dell'ESSERE. In altri termini: pensiero e linguaggio sono sí MODI di ESSERE come la volontá (dunque manifestazioni dell'ESSERE) ma sono quei MODI di ESSERE che permettono di accedere all'ESSERE stesso. Sono MODI di ESSERE che costituiscono la PORTA di ACCESSO all'ESSERE. Dunque pensiero e linguaggio custodiscono l'ESSERE (tutto ció lo ha scoperto Heidegger dopo la svolta degli anni '30).
La volontá invece é quel MODO di ESSERE che piú di tutti allontana dall'ESSERE e porta ad errare tra i vari MODI, appunto. È la volontá che causa quella anticipazione di categorie (tipo utile e inutile) che finiscono per ridurrre pensiero e linguaggio a meri strumenti (questo lo ha scoperto il povero Nietzsche senza accorgersene) e quindi ad alimentare se stessa.
Dunque: é proprio il pensiero (e il linguaggio) che biasimate tanto, a custodire l'ESSERE.
La volontá invece allontana dall'ESSERE.
È per questo che gli animali pur essendo anche loro MODI di ESSERE (dunque manifestazioni dell'ESSERE) non sono APERTI al DARSI originario dell'ESSERE. Ma gli animali si caratterizzano appunto per un VOLERE istintivo molto forte. Ma non pensano e non hanno linguaggio.
Invece l'uomo (inteso quindi come uomo pensante e parlante) é quel MODO di ESSERE, cioé quella manifestazione dell'ESSERE ad avere il privilegio esclusivo di essere aperto al DARSI originario dell'ESSERE.
Dunque: é la volontá se proprio a costituire una "sega volitiva" (visto che la volontá come detto é perpetua e circolare), non il pensiero e il linguaggio, i quali investigano e intuiscono l'ETERNO.
Pensiero e linguaggio sono MODI di ESSERE che caratterizzano il MODO umano di ESSERE. È per questo che in merito al pensiero e al linguaggio intesi come MODI la distinzione dall'ESSERE diventa un po' incerta.
Proprio perché Parmenide dice: "Pensare ed essere sono lo stesso."
È chiaro che il "pensiero" inteso da noi é un MODO di ESSERE perché noi intendiamo il pensiero in termini di strumento.
Ma Parmenide, e probabilmente anche Eraclito, "pensavano" in modo autentico ed originario tale per cui, nella grecitá presocratica, il "pensiero" non veniva riconosciuto come MODO di ESSERE (strumento) ma come "ESSERE" appunto.
Per noi moderni quindi anche se il pensiero dobbiamo intenderlo ancora un MODO di ESSERE, possiamo intravedere in questo MODO comunque una prevedibile coincidenza ontologica con l'ESSERE. Cioé il pensiero e il linguaggio sono quelle manifestazioni dell'ESSERE che che custodiscono l'ESSERE stesso. È la manifestazione che custodisce il suo fondamento.
Il linguaggio e il pensiero dunque sono quelle manifestazioni dell'ESSERE, che permettono di accedere all'ESSERE stesso.
La volontá invece pur essendo una manifestazione dell'ESSERE, non la custodisce e non ne permette l'accesso ma se ne allontana.
Intendevo dire che anche la volontá é una manifestazione dell'ESSERE ma la volontá ( a differenza di pensiero e linguaggio) é quel MODO di ESSERE che non custodisce l'ESSERE e quindi non permette di accedere all'ESSERE. Proprio perché la volontá é quella manifestazione dell'ESSERE che tiene lontani dall'ESSERE stesso, a causa del suo movimento circolare perpetuo.
Luce! ma perchè continui a parlare di tuo suocero.
non mi interessa di tuo suocero qui si parla di tuo cognato!!!
se non vuooi parlare di tuo cognato piantala di scrivere su questo sito.
Il suocero non è pertinete!!!
non gliene frega a nessuno di lui!
E tantomeno ci interssa sapere cosa fa o dice!! E' una tua esperienza personale che non ci riguarda!!!
non cercare di convincerci della bont dei ragionamenti di tuo suocero non li voglio ascoltare!!!
e poi se la quwstione è tra tuo suocero e tuo cognato lascia che se la sbrighino tra loro.
mai mettersi tra due parenti!!!
a buon lettore la quantità giusta di parole...
RRR: perché vengono accettati senza discutere delle categorizzazioni che di per sé non si danno spontaneamente. Categorie tipo "mente" e "realtá".
Ma una volta che viene deciso che la filosofia é una sega mentale, questa affermazione si trasforma in un dogma sacro in cui si DEVE credere. Ma é ridicolo.
Invece se uno testasse (verificando e studiando) ció che viene detto potrebbe raggiungere conclusioni completamente diverse e inaspettate. Altrimenti si tratta di conformismo.
Questo "verificare-studiare-pensare" accade nella fisica (per cui oggi abbiamo internet, la macchina e il cellulare), nella filosofia e pure nel misticismo.
Il Buddha non sarebbe mai esistito come maestro se prima di lui non ci fosse stata la tradizione yogica indú (che lui ovviamente conosceva a fondo). Allo stesso modo Gesú non avrebbe potuto formulare la sua rivelazione se non ci fosse stata prima la tradizione VeteroTestamentaria (che lui conosceva a fondo). È cosí per tutto.
Ma come ho detto l'evoluzionismo é semplicemente una teoria insostenibile e formulata nel XIX secolo per precisi scopi di governance. Stesso discorso per empirismo, materialismo storico, psicoanalisi e pragmatismo. Sono teorie atte a giustificare il processo di industrializzazione, consumistico (in senso lato) e di sfruttamento (neo)colonialistico.
Non c'é nulla di autentico e originario in queste teorie. Non mi pare difficile, no ?
X mrX: chiedo scusa hai ragione!:)
No Andrew non è difficile.
COME DETTO PIU' VOLTE, stai facendo un solo sbaglio in quello cerchi di farci capire:
VUOI APPLICARE QUESTE TEORIE FILOSFICHE,in un CONTESTO CHE NON C'entra ASSOLUTAMENTE NULLA.
Mai come nella nostra epoca, e mi riferisco a poche decine di anni il disagio psichico ha preso il sopravvento sull'esistenza dell'uomo, e mi riferisco all'occidente.
L'occidente ha prodotto ricchezze e tecnologia senza precedenti, garantendoci una vita di gran lunga più comoda di quella che è toccata ai nostri progenitori, eppure mai come ai giorni nostri la sofferenza è diventata così fiffusa.
Milioni di italiani assumano abitualmente psicofaramci, centinaia di migliaia di adolescenti sono dipendenti dall'alcool o da droghe.
QUESTO LO SAPEVI?
Oggi in occidente le Nevrosi saltano fuori come funghi, come non è mai successo in nessuno ERA dell'umanità.
E questo PARMENIDE quando formulava le sue teorie, non lo poteva sapere.
TE STAI APPLICANDO FORZATAMENTE TEORIE DI UN ERA E DI UNA SOCIETA' COMPLETAMENTE DIVERSA DALLA NOSTRA.
E sai perchè nessuno al mondo, nessuna università, nessun medico, nessun ricercatore, nessuno scrittore, nessun libro, nessun essere vivente, eccetto te.. sta applicando queste teorie a una probabile cura di una Nevrosi?
Perchè ad una comune nevrosi ansioso depressiva di oggi, o a qualunque disturbo psicologico rilevante, queste teorie fanno VENTO!!!
Forse meno..
Il vento qualcosina può fare!
E non perchè sei il Copernico del 2010!
Dal punto di vista psicologico, credere fortemente in qualcosa, farsi una cultura, trovarsi delle fughe dalla realtà nel mondo immaginario della mente, ti ripeto che comunque può dare una consolazione, e può dar sollievo!!!
Tutto qui.
Ecco cosa ti sta dando questa tua cultura.
Questo.
Non sei l'eletto che è arrivato per salvare l'umanità.
Tranquillo.
X Mark: non solo,Parmenide,in realta' cercava un modo per sconfiggere la morte e si e' imposto(inventato)questa cosa,poi pero'si accorge di sbagliare e per correggersi continua a sbagliare,d'altronde quando uno sbaglia in partenza..finisce peggio.
E' normale che quando uno si impone una verita' assoluta,le altre vengono eliminare a priori,ma se questo e' servito al nostro amico a superare un periodo difficile,benissimo,altra cosa e' imporre il proprio pensiero su altri,ognuno ha la sua strada,ognuno sceglie la sua.
Un saluto dal mio cognato:)
Quando correvo in bici assieme al mio COGNATO,affrontammo una discesa in gruppo.Ci fu una caduta,io e mio cognato entrambi per terra,lui si affretto'a rimontare in sella ed a recuperare il tempo perduto,io cominciai a battere i pugni per terra e a disperarmi per l'accaduto.Cominciai a chiedermi cosa avrei potuto fare per evitare la caduta e perche' fosse successo proprio a me... Ancora oggi mi chiedo come ha fatto il mio cognato a vincere la gara.
Mark8F: Il fatto è che il suo approccio funziona, però è abbastanza complicato metterlo in atto che non è praticabile. Anche perchè ci vorrebbe una forza di volontà che secondo me chi soffre, difficilmente riesce a trovare da solo.
Luce: ma è ovvio! Se solo tu avessi ascoltato il consiglio sulle scarpe di Mario, come pretendi di poter scegliere correttamente e vincere? Perchè sei andato così veloce, non sapevi che saresti sicuramente caduto? Hai fatto benissimo a rimanere a terra...metti che ricadevi e ti sbucciavi la pellicina del mignolo? Guarda che si rischia la morte eh! Per non parlare della paura...ma come ti è passato in testa di salire su una bici..non lo sai che il 99% delle morti sulle bici sono ragazzi che hanno soprannome "luce"?e lo sai che questo 99% da soli fanno lo 0.0000000000000000000000000000000000001% delle morti al mondo? Rimani sul divano...quello non ha mai ammazzato nessuno...ma non prenderlo di tessuto sintetico, che fa venire i tumori alla pelle...a meno che non sia quello che contiene il letto incorporato. Un mio amico è stato risucchiato perchè si sono rotte le molle ed è morto soffocato. :DDDDDDDDDD
Grazie Elementale, hai capito perfettamente quello che volevo dire!
forse!
Avere avversari significa che si sta toccando il vero o qualcosa di ancora incompreso. Altrimenti non ci sarebbe opposizione e polemica. È ottimo.
Lo diceva pure Eraclito: "Polemos é madre di tutte le cose". (Non é una traduzione letterale, ma rende lo stesso). Detto questo peró, di Eraclito, ci sono solo frammenti sparsi di cui é difficile avere un quadro complessivo...
Bene, bene.
Il significato del termine romano-moderno di "falso":
far-cadere-in -inganno, trarre in errore. Il contrario é il "vero" che significa correttezza in termini giuridico-militari (romani).
In senso greco il falso significa questo: il "ció che vela", cioé ció che custodisce e nasconde ma contemporaneamente "indica" ció che nasconde. È un coprire indicante. L'opposto é il "disvelato" (vero in termini latini) che in realtá non é opposto ma "si coappartiene " al velato. Il velato non si "oppone" al disvelato dualisticamente, come invece il falso si oppone al vero. Perché vero e falso si radicano nella dottrina del controllo imperiale, totalmente sconosciuta ai greci.
Purtroppo il nostro linguaggio e pensiero é profondamente influenzato dal modo ROMANO.
I significati greco antichi delle parole non si colgono piú facilmente. PErché ? Perché noi, che pensiamo in modo romano, intendiamo il linguaggio come mero strumento e non piú come era in origine, e cioé come ente disvelantesi nell'essere. È per questo che noi riusciamo ad intendere l'Essere solo come una cosa astratta ed inutile. Proprio per la nostra concezione utilitaristica e strumentale del pensiero e del linguaggio che in origine non si dava affatto.
È comprensibilissima la difficoltá.
Ecco perché nell'etá dei greci presocratici non esisteva il pensare dualistico, il quale é subentrato nel periodo della romanizzazione per fini di potere e di controllo politico-militare.
Lo stesso motivo per cui l'empirismo, l'evoluzionsmo e il pragmatismo sono stati codificati dalle potenze industrialie e coloniali anglosassoni. Il motivo é la ereditá del pensiero utilitaristico e calcolante inaugurato dai Romani.
Questo é il motivo per cui occuparsi della grecitá presocratica (tempi di Pericle, quindi V secolo a.C.) é necessariamente un investigare il disvelamento, il quale é stato dimenticato a partire dalla romanizzazione in poi fino a Heidegger, con il quale il disvelamento riaffiora.
...opposizione e polemica sarebbero ancora migliori se si capisse cosa viene detto...
Dire che l'Essere di Parmenide é una "teoria" significa non sapere cosa vuol dire la parola "teoria" e non sapere da dove tale parola trae origine.
Il linguaggio viene USATO, ma raramente (o mai) viene COMPRESO e CAPITO in modo originario. Se questo avvenisse si capirebbe che il linguaggio NON È uno strumento, ma viene USATO come uno strumento.
Sarebbe come USARE una collana di platino, oro e diamanti come corda per attaccarci il giaccone.
Certo che si puó fare. Infatti si puó fare quello che si vuole. Ma una collana non é stata pensata per essere USATA a mó di cordicella.
In generale la collana non é stata pensata per essere USATA in generale perché é un'opera d'arte che si dá e si mostra per ció che é.
Lo stesso é il linguaggio, anche se qui il discorso é piú complicato appunto perché noi non concepiamo nulla nel linguaggio al di lá del suo USO come STRUMENTO credendo appunto che il linguaggio originariamente sia destinato da sempre a tale USO. Questo é l'errore. Il linguaggio (e il pensiero) invece custodisce e indica un fondamento originario. Ecco
perché Parmenide dice: "Pensiero ed essere sono lo stesso". Dove pensiero e linguaggio si coappartengono.
Forse il paragone con l'arte puó fare capire !
L'ESSERE si dá, é il disvelato. NON SERVE A NULLA !
Esattamente come l'opera d'arte. L'opera d'arte NON SERVE A NULLA ! L'opera d'arte si dá come l'ESSERE si dá.
Se voi avete visto la statua di Atena al museo Pergamon di Berlino, capite cosa é il disvelamento del vero. Il volto di Atena ha uno sguardo fermo, non esita, e coglie il vero davanti a sé. Ecco perché l'arte scultorea greca si coappartiene alla filosofia greca. Entrambi sono disvelamenti del vero, dell'ESSERE. Proprio perché non sono concepibili come strumenti per fare qualcosa.
Ecco perché l'arte scultorea greca (l'unica che possa definirsi arte insieme al revival rinascimentale) non puó né piacere né non piacere: perché essa é il disvelamento dell'ESSERE, del VERO.
Prestanza fisica e conoscenza dell'ESSERE si COAPPARTENGONO nella grecitá. Sono una cosa sola. Una unitá. È per questo che dire che la conoscenza dell'ESSERE é una "teoria" , é totalmente insensato.
La grecitá si é caratterizzata contemporaneamente per la piú grande prestanza e perfezione fisica di e per la sapienza piú profonda e originaria. Le due cose andavano di pari passo. Le due cose erano UNA COSA SOLA. ESSERE.
Non si tratta di un "concetto", "idea" o "cosa" eccetera. Si tratta della UNITÀ greca di valore fisico-atletico e sapienza autentica del pensiero e del linguaggio. Togli uno e scompare anche l'altro, proprio perché si coappartengono.
X Andrew: Mi spiace che per te io sia avversario,ne' voglio far opposizione e polemica,te per me sei un amico che non la pensa come me e mi fermo qui.
Bellina la battuta su Parmenide e Topolino,ma non c'e' paragone...Topolino scorre meglio.
Ciao
Luce: é un gran peccato. La dialettica é il motore dello sviluppo. Altrimenti cadiamo nel dogmatismo.
Scusa per Topolino...immagino ben che scorra meglio.
È per quello che tutti leggono topolino.
Ed é per quello che Parmenide non lo capisce (quasi) nessuno. Proprio perché si crede che si debba capire in quattro e quattrotto come topolino...
Come dicevo, é giusto quello che fa la maggioranza a prescindere da quello che fa.
La pietra in cui si inciampa, che di solito é la veritá, viene sempre scartata. È proprio cosí...interessante.
Orbene, l'esempio dell'arte greca vuole indicare anche un altro aspetto. L'artista (greco) che COMPIE l'opera in realtá non si alza il mattino e dice "oggi VOGLIO FARE quella statua". No. Si PUÒ FARE SOLO QUELLO CHE SI VUOLE.
L'arte (come la filosofia e la fisica) NON é fare quello che si vuole.
Ma l'artista COMPIE l'opera d'arte. Cosa significa ? Significa che l'artista é DESTINATO (storicamente) al compimento di quell'opera d'arte esattamente come il filosofo é DESTINATO (storicamente) all'intuizione del VERO (ESSERE) ed alla sua formulazione.
L'artista non FA l'opera d'arte come atto di VOLONTÀ. Assolutamente no. L'artista vi é destinato tale per cui l'artista e l'opera d'arte si compiono simultaneamente. Infatti artista ed opera d'arte non sono due cose diverse come un soggetto e un oggetto. È questa la unitá dell'ESSERE che si esprime nell'arte greca. Abbiamo detto che il disvelamento dell'ESSERE si esprime nell'arte per il fatto che originariamente artista e opera sono UNO INDIVISO destinato. Nella Grecia presocratica non esisteva ancora la separazione soggetto-oggetto.
È per questo che l'ESSERE di Parmenide non puó venir inteso né come concetto astratto, né come cosa concreta. Perché al tempo di Parmenide non si pensava in termini di "astratto" e "concreto".
A tutti:
MAI nessun grande fisico o filosofo viene ricordato perché credeva che la fisica o la filosofia era una sega mentale. Viene invece ricordato perché ha dato un contributo decisivo alla conoscenza.
È facile confondere una conoscenza compiuta dopo la quale non bisogna conoscere piú niente, da uno stato di ignoranza in cui si dice preventivamente "ma sí...non c'é nulla da capire...sono seghe mentali". Nel primo caso non c'é piú niente da capire perché é GIÀ STATO CAPITO, mentre nel secondo caso NON SI INTENDE CAPIRE giustificandosi dicendo che non c'é niente da capire. È differente. Pure io l'ho fatto sto errore anni fa.
Dire che la cultura é una rassicurazione o una consolazione "psicologica" puó essere una frase che viene da una persona che non sa cosa é la cultura. TUTTO TRANNE CONSOLAZIONE! GARANTITO, PROVARE PER CREDERE. Invece la cultura é un continuo mettere in discussione, é un percorso ESSENZIALE in cui non c'é nulla di certo o sicuro. Non si tratta di tollerare l'amico che la pensa in modo diverso.
L'investigazione FILOSOFICA NON TOGLIE CHE UNO NON VIVA NEL MONDO. ANZI È L'ESATTO CONTRARIO (chi é che vi dice ste robe ?). È per questo che attivitá fisica e filosofia sono essenzialmente unite in origine (come la grecitá classica dimostra). Sono lo stesso.
L'ESSERE é una conflittualitá essenziale e disvelantesi.
Tutto ció vuol dire:
SI PUÓ AL LIMITE AFFERMARE CHE LA FILOSOFIA É UN MODO di ESSERE privo di consistenza (sega mentale) SOLO DOPO AVERLA STUDIATA (PER ANNI di solito), CAPITA e CONOSCIUTA A FONDO, MA NON PRIMA. UNA VOLTA INTUITO ED ESPERITO L'ESSERE (cosa che storicamente non é ancora accaduto) é possibile dire che la filosofia é un MODO di ESSERE vuoto. MODO di ESSERE (il pensiero e il linguaggio filosofico) che peró é stato la conditio sine qua non per accedere all'ESSERE.
Quindi dato che l'accadimento ontologico originario dell'ESSERE non si é ancora mai piú verificato dai tempi di Parmenide, per un bel po' non potremo ancora dire che la filosofia é una sega mentale.
Insomma ho cercato di avvicinarmi il piú possibile al vostro totem sega mentale. Piú di cosí non si puó.
Veramente.
Quindi il pensiero e il linguaggio (filosofici) sono manifestazioni dell'ESSERE, cioé MODI di ESSERE che custodiscono (cioé donano o permettono il disvelarsi) il dono dell'ESSERE. È per questo che in origine non c'era discontinuitá tra pensiero ed ESSERE.
Anche la volontá é un MODO di ESSERE ma la volontá pur essendo una manifestazione dell'ESSERE, non custodisce il dono dell'ESSERE, cioé non rimanda in maniera ESSENZIALE all'ESSERE, come invece fanno pensiero e linguaggio.
Per cui il disvelamento dell'ESSERE fara sí che di nuovo tutti i MODI di ESSERE (pensiero e linguaggio compresi) perderanno consistenza al suo cospetto ma ora noi possiamo ancora soltanto affermare che i MODI del linguaggio e del pensiero sono quei MODI di ESSERE che rimandano in maniera privilegiata al proprio fondamento ONTOLOGICO: il dono dell'ESSERE.
Il disvelamento dell'ESSERE é un accadimento storico che ancora non si é ri-compiuto di nuovo autenticamente.
Ció indica la coappartenenza dell'ESSERE alla storia.
Si compí con Parmenide (e forse Eraclito). Ma dopo di allora é calato l'oblio sull'ESSERE.
Ok,cerchero' di farmi capire,Non ho letto parmenide su Wiki...Leggo tutto,capisco bene.
Allora, esiste scissione tra mente e corpo'?No. Esiste scissione tra corpo e cuore,braccia,gambe,polmoni?No.Siamo un tutt'uno!
Ma posso allenare la mente? si!Cosi' come puoi allenare gambe cuore ,polmoni.Non c'e' nessuna divisione.Se tu ti alleni a correre,il tuo fisico risponde meglio.fai fiato,fai muscoli ecc ecc.Se alleni la mente stai meglio.Tu dici e' un illusione perche' poi se smetti torni al punto di partenza,certo!Anche se non corri il tuo fiato ed i tuoi muscoli vanno a farsi friggere.Quindi?Conviene non far niente?No.Conviene utilizzare la mente a far qualcosa,tu la utilizzi in una maniera,io in un'altra,ma la utilizziamo entrambi.C'e' chi e' concentrato sempre sul lavoro,sui figli,sullo sport e va bene uguale.Per me va bene tutto se uno trova la sua serenita',il suo equilibrio,nessun conflitto, caro amico Andrew.
Ciao
Quando tu dicevi che non bisogna fare niente per superare la depressione in realta'tu facevi molto, perche' sei riuscito a trovare con molto sforzo mentale,la CONSAPEVOLEZZA!E' la consapevolezza che ti salva dalla nevrosi,non Parmenide,ne' GCG,ne' altri,ma se qualcuno e' in confusione,cioe' non e' consapevole,una terapia puo'aiutarti a trovarla,non tutti ce la fanno da soli...e ci sono molti che non la trovano mai.Questo per dirti ancora che la chiave e' la consapevolezza e ognuno la puo' trovare con strade diverse,l'importante e' che la trovi!non c'e' nessun contrasto,nessun avversario,ma molte strade per arrivare all'obbiettivo,la tua non esclude la mia se siamo entrambi felici.Buon fine settimana a tutti.
bhe! due persone che giocano a scacchi sono avversari ma possono essere tranquillamente amici.
I calciatori ed i piloti sono avversari in pista ma spesso amici nella vita.
L'uno non esclude l'altro.
Ma per essere avversari bisogna che tutti i partecipanti conoscano bene le regole del gioco e che sappiano giocare allo stesso livello dell'altro.
altrimenti è come se un giocatore di tennis giocasse contro un ciccione a Squash. Non c'è partita.
Magari il ciccione è anche motivato a perdere peso, ma l'altro prima o poi si annoia e va a cercarsi un avversario più degno.
la consapevolezza ci salva dalla nevrosi, ma la consapevolezza di cosa?
molte strade portano alla consapevolezza. ognuno percorre la propria perciò anche non percorrere alcuna strada può essere una strada.
stare fermo sulla riva di un fiume a vedere le acque scorere per esempio.
Oppure non volere volere e nemmeno non volere non volere potrebbe essere una strada.
o no?
spiega spiega...
E sai perchè nessuno al mondo, nessuna università, nessun medico, nessun ricercatore, nessuno scrittore, nessun libro, nessun essere vivente, eccetto te.. sta applicando queste teorie a una probabile cura di una Nevrosi?
sono d'accordo con te...
se un miliardo di mosche mangiano merda un motivo ci dev'essere.
Dal punto di vista psicologico, credere.... bla bla bla...
e da altri punti di vista invece cosa da?
Ecco cosa ti sta dando questa tua cultura.
Questo.
Capito Andrew? la tua cultura ti da sollievo e ti ha fatto guarire dalla depressione. ma non va bene perchè non è psicologica.
Non sei l'eletto che è arrivato per salvare l'umanità.
Tranquillo.
E tu da quando ha smesso di sentirti l'eletto? traspare dalle tue parole un certo senso di onnipotenza. dimmi dimmi. facevi la pipì a letto da picccolo?
Luce: non male, ci sei arrivato quasi vicino.
Il punto é che una volta disvelato l'ESSERE uno capisce che il MIGLIORAMENTO IN GENERALE (sia fisico che mentale) é illusorio. Capisci ? Per cui tu non FARAI PIÙ SPORT PER MIGLIORARE ma PERCHÈ NON HAI SCELTA. Esattamente la stessa cosa con la meditazione. Con il disvelamento dell'ESSERE non ci sará piú attivitá meditativa intesa come attivitá migliorativa della mente, ma sará un qualcosa di spontaneo e non finalizzato. Questa é l'UNITÀ ORIGINARIA che i greci conoscevano. I greci non concepivano il "miglioramento" come noi. Ma il perché loro non lo concepiscono e noi sí, é una comprensione che deve essere percorsa filosoficamente.
MrX: ufff...tu dici: "la cultura e la investigazione filosofica sono una seghe mentali gratificanti" Pressappoco il tuo discorso é questo.
Vedi, "MAGARI" FOSSE COSÌ. Il percorso filosofico é un percorso fondante, essenziale. Non c'é nulla di "gratificante" o di "consolante".
Al contrario é la psicologia a offrire "la felicitá" o "il vivere gratificati e soddisfatti". Proprio grazie a queste autoimmagini eccetera. Sono queste autoimmagini ad essere dei dogmi consolanti.
È per questo che tutti si occupano di psicologia (senza sapere che la psicologia non é un fondamento) e quasi nessuno di filosofia in modo autentico.
La comparsa della concezione "psicologia del soggetto" é un qualcosa di tardivo storicamente e assolutamente strumentale nel contesto socioeconomico industriale-consumistico. Non c'é niente di originario e fondante nella "psicologia".
Quello che dici non fa altro che confermare che l'uomo moderno é ignaro della propria essenza. Questa é veritá anche storica.
Luce: il paradosso é che il percorso filosofico é un capire e comprendere sempre di piú che non bisogna fare niente e cho non bisogna migliorare...non ci crederai, ma é cosí. È un qualcosa che senza percorso filosofico non si realizza.
Invece pensare di usare la meditazione o la psicoterapia per MIGLIORARE mantiene intrappolati nel circolo
In generale il "fare" e il "volere" sono la stessa cosa. È per quello che noi moderni andiamo fieri quando si dice: "possiamo" "fare" quello che "vogliamo" (quindi se vogliamo meditiamo, se vogliamo mangiamo un gelato ecc.).
Infatti POSSIAMO FARE quello che VOGLIAMO. Questa frase riassiume il perpetuo ruotare attraverso i MODI di ESSERE senza mai cogliere la totalitá dell'ESSERE.
Il poter fare ció che si vuole é il massimo allontanamento dall'essere, dunque é un MODO di ESSERE DEIETTIVO in direzione delle possibilitá, come giá detto.
Noi NON POSSIAMO FARE altro se non quello che VOGLIAMO.
Se io dico: non c'é nulla da fare. Succede un putiferio. Perché ? Perché dire "non c'é nulla da fare" é la frase che custodisce in modo originario la equivalenza tra "nulla" e "volere" e "fare", e quindi indica e custodisce l'impossibilitá di giungere al disvelamento dell'ESSERE mediante il "fare" qualcosa.
Dunque: data la coappartenenza (equivalenza) tra il volere-fare e il niente, ne deriva che l'ESSERE é un accadimento di disvelamento al DI LÀ DELLA VOLONTA`in generale. Auffhh. Direi che Nietzsche é ampiamente superato...finalmente.
Ciao a tutti e buon fine settimana.
Domanda, ma a quando una pizza? Vale la regola "mentre si mangia non si parla" :D
ciao guaglio'!
il paradosso é che il percorso filosofico é un capire e comprendere sempre di piú che non bisogna fare niente e cho non bisogna migliorare...non ci crederai, ma é cosí. È un qualcosa che senza percorso filosofico non si realizza.
Invece pensare di usare la meditazione o la psicoterapia per MIGLIORARE mantiene intrappolati nel circolo
In moltissime occasioni ho l'impressione che la tua passione per la filosofia ti allontani da quelli che sono i problemi di cui si parla in questo forum e per cui G.C. Giacobbe ha scritto i suoi libri.
Insomma.. c'è pensiero e pensiero..
Noi possiamo usare il nostro cervello e la nostra mente per fare (osservare,studiare, riflettere, progettare... creare..etc) ed è una gran cosa...
ma possiamo anche essere travolti dalla mente; se non "ci svegliamo", se non diventiamo osservatori di noi stessi, rischiamo di prendere per vero quello che è solo una proiezione di un film mentale automatico...
Ma accanto le nevrosi e alla depressione ci sono poi anche altri problemi... con una infinità di sfumature.
Gli approcci devono essere adeguati al singolo caso.
Le tue parole purtroppo sembrano appiattire tutto. Siamo tutti perfetti così come siamo e non c'è nulla da fare. Andrew, ammesso che sia vero, chi sta male questo non riesce a capirlo.
Devi trovare il modo per agganciare il soggetto e dargli gli strumenti per uscirne... altrimenti lui sta male e tu non gli sei di alcun aiuto, anzi, rischi di peggiorare anche la situazione.. (a mio avviso) oppure rischi che lui vada da un'altra parte (e questo significa il fallimento del tuo approccio)
Relativamente alla tua guarigione ho motivo di pensare che vi sia stata necessariamente una forte volontà di uscirne...
Tu dici che non c'è nulla da migliorare ma di te hai asserito che prima eri depresso e ora non lo sei più.. questo come lo chiami?
se non miglioramento?
cosa che è avvenuta non stando a poltrire ma intervenendo in qualche modo...nel tuo caso è stato lo studio della filosofia?
ok.. ma è sempre un fare, c'è sempre una azione in ballo.. e non il "non far nulla"..
Posso accettare che il tuo essere è sempre lo stesso di prima. ti dico questo pensando alla mia esperienza. Anche io fondamentalmente sono la stessa, non è che ho dei pezzi in più o in meno, ma la mia vita è cambiata completamente...
RRR: Ho spiegato la cosa un bel po' di post fa...In linea di massima posso dire questo: non é che la depressione sia "scomparsa". Il fatto é che non costituisce assolutamente piú un problema. In questo senso la filosofia insegna che non si deve "fare" proprio niente. Noi dobbiamo imparare a non fare niente (e quindi lasciare accadere L'ESSERE) proprio perché non concepiamo minimamente il "non fare niente". Quindi la meditazione volta ad un miglioramento é sempre un FARE.
Solo dopo l'accadimento dell'ESSERE che é un accadimento AL DI LÀ DELLA VOLONTÀ, la meditazione e l'attivitá fisica diventeranno autentici in senso greco. Proprio perché diventeranno spontanei e privi di finalitá quali il miglioramento. Non saranno piú un FARE e VOLERE ma "ESSERE".
Ancora in merito alla depressione: Non é volere sostituirla con la felicitá (come intende fare la psicologia) la soluzione. Vivi la depressione per quello che é, e dunque é quello che é. Ti sembra una assurditá, ma ogni qual volta si sostenga di possedere un metodo per conseguire la felicitá, questo automaticamente non ti emancipa dal circolo (samsara).
Il terribile é che NOI NON SIAMO CAPACI DI NON FARE NIENTE.
Dunque.
Dicevo che l'ESSERE nel suo DARSI, é un ACCADIMENTO che va al di lá della VOLONTÀ. Questo permette di superare definitivamente Nietzsche e la sua "dottrina" della volontá di potenza.
Sappiamo anche che la volontá é un MODO di ESSERE, dunque una manifestazione dell'ESSERE.
Il pensiero e il linguaggio invece sono quei MODI di ESSERE "privilegiati" che costituiscono un rimando essenziale all'ESSERE come accadimento. Dunque il pensiero e il linguaggio custodiscono l'ACCESSO all'accadimento dell'ESSERE.
Ma in che senso l'accadimento dell'ESSERE si posiziona AL DI LÀ di quel particolare MODO di ESSERE che é la VOLONTÀ, e invece si posiziona in CORRISPONDENZA di quel MODO di ESSERE che é il pensiero (e il linguaggio) ?
La risposta potrebbe essere questa: solo l'essenza originaria (non inteso in modo strumentale) del pensiero custodisce l'accadimento dell 'ESSERE.
Ci si puó legittimamente chiedere: il pensiero e il linguaggio nella loro accezione originaria (e non moderno-strumentale) sono veramente MODI di ESSERE o non sono piuttosto loro ad essere quello che chiamiamo l'accadimento dell'ESSERE ?
Cioé: il MODO di ESSERE del pensiero si dia il caso che sia l'accadere dell'ESSERE stesso.
Fino a che punto questa frase corrisponde al detto parmenideo: "Essere e pensare sono lo stesso" ?
Ora come ora non saprei.
Bravo Elementale: Andiamo a mangiarci na pizza,la birra la porto io!:)
A RRR la offro io perche' voglio fare il galante,Andrew per te capricciosa,per te Elementale na prosciutto e funghi,se viene pure il prof, la pizza Budda, con il vuoto dentro.
Intanto mo vado a mangiarne una io,poi si stara' a vedere,buon appetito a tutti.
Quindi: si capisce la confusione che si fa quando si intende in modo ordinario il pensiero inteso appunto come strumento per fare qualcosa. Inteso in questo senso il pensiero é nientemeno che la VOLONTÀ.
Si puó anche dire che quello che voi definite "seghe mentali" considerate come pensiero niente meno che la volontá. Quindi bisognerebbe chiamarle "seghe volitive".
Cioé le seghe mentali non sono altro che il perpetuo girare a vuoto della volontá. Ma non si tratta di "pensiero" in senso autentico, rigoroso e originario.
In questo senso il pensiero non é un qualsiasi fenomeno mentale. Questo é l'inghippo che porta erroneamente a definire la filosofia come una "sega mentale".
Tutti quiei "fenomeni mentali" che vengono descritti come "ossessioni", "fobie" "seghe mentali" sono fenomeni puramente VOLITIVI. Non si tratta di "pensiero". Stesso discorso per il cosiddetto "pensiero pianficante e calcolante che mira al conseguimento". Questo non é pensiero. È volontá.
Sono tutti movimenti della volontá.
Il pensiero deve essere capito nella sua essenza, proprio perché il pensiero nella sua essenza originaria si POSIZIONA al di lá della volontá e dunque coincide con l'accadimento dell'ESSERE.
Da qui la difficoltá ad intendere il pensiero, proprio perché cogliere il pensiero in maniera originaria corrisponde a cogliere l'accadimento dell'ESSERE.
Identificare il pensiero "buono" con il pensiero strumentale per fare qualcosa é un errore: non si tratta si PENSIERO ma di volontá. Si tratta semplicemente di un fenomeno mentale volitivo che precede e accompagna un atto volitivo. Ma non centra nulla con il pensiero nella sua accezione originaria ed autentica.
In pratica la "psicologia" (cognitiva, comportamentale, psicoanalitica ecc.) é stata edificata basandosi esclusivamente sulla osservazione e manipolazione di processi VOLITIVI. I processi mentali che interessano alla psicologia (e che sono gli unici che la psicologia di fatto puó rilevare) sono esclusivamente fenomeni mentali VOLITIVI.
Il pensiero nella sua accezione autentica ed originaria (e ontologica) sfugge completamente alla psicologia. Perché ?
Perché la psicologia È STATA A SUA VOLTA PENSATA in una ottica anticipatamente utilitaristica e quindi in un orizzonte puramente strumentale.
La psicologia non sa cosa sia il pensiero (autenticamente inteso), nella stessa misura in cui la scienza non sa cosa sia il tempo (autenticamente inteso).
In questo modo si capisce come la psicologia sia UNO STRUMENTO. E come strumento deve servire a raggiungere un risultato o una meta. Ma tutto ció é LA VOLONTÀ.
Dunque il discorso ontologico (ESSERE) sfugge completamente alla psicologia (VOLONTÀ) proprio perché come detto l'accadimento dell'ESSERE si posiziona AL DI LÀ della VOLONTÀ quindi al di lá di una qualsiasi psicologia.
In altri termini ancora, il tentativo di razionalizzare in termini psicologici il discorso filosofico intorno all'ESSERE sarebbe come tentare di esprimere in termini psicologici un linguaggio poetico come "Mi illumino d'immenso". È SEMPLICEMENTE IMPOSSIBILE. La poesia "mi illumino d'immenso" va AL DI LA DELLA PSICOLOGIA e contemporaneamente al di la della VOLONTÀ, perché é un disvelamento originario.
Errata corrige: la poesia é "M'illumino d'immenso" di Giuseppe Ungaretti.
Non dirmi Andrew che ce l'hai con gli strumenti..!!!
Purchè vengano usati bene..poi...
che male fanno?
Dimenticavo, Luce, grazie per la pizza virtuale.
Andrew: non era un messaggio per te. e non erano mie parole
Erano parole di Mark8F che ho ripreso per risondergli in un caso e di quell'altro che non mi ricordo come si chiama.. ah! si luce nell'altro.
Nei miei ultimi due o tre interventi tu non sei proprio preso in considerazione. Tranqui!
X RRR: prego figurati,visto che sono stato galante,la pizza reale me la offrirai te...ah ah.
Buona Domenica a tutti,che Dio vi benedica.
A no...
Ti tiro in ballo quando dico...
Capito Andrew? la tua cultura ti da sollievo e ti ha fatto guarire dalla depressione. ma non va bene perchè non è psicologica.
ma questo è scritto in senso ironico.
Come se la psicologia che non è nemmeno ancora nata in confronto alla filosofia possa permettersi di insegnarle.
Sarebbe come dire che un bebè appena nato possa insegnare a vivere al prorpio genitore.
Oppure ancora più esilarante come se l'uomo in vita da appena 5 milioni di anni si sentisse il padrone dell'universo.
Un po come se una goccia nel mare non si limitasse a dire io sono il mare. ma dicesse io sono la padrona del mare.
robe da pazzi.
Salve a tutti.
Ma 'sta pizza a quando?
Oh finalmente si parla di cose serie:la pizza!Per me va bene sempre!
Bisognerebbe capire dove ritrovarsi,io sono TOSCANO!
Genova?
A proposito,sapete come far impazzire un genovese?
dite che ci sono 10 euro in un angolo,in una stanza tonda.:)
Oh finalmente si parla di cose serie:la pizza!Per me va bene sempre!
Bisognerebbe capire dove ritrovarsi,io sono TOSCANO!
Genova?
A proposito,sapete come far impazzire un genovese?
dite che ci sono 10 euro in un angolo,in una stanza tonda.:)
Luce: bhè, io suggerirei il centro, così non fanno un viaggio assurdo ne quelli del nord, ne quelli del sud. Roma, la città eterna, sarebbe l'ideale :D. Comunque, per evitare di "sporcare" la bacheca, chiunque è d'accordo, può scrivermi ad ele_mentale@yahoo.it (se non volete pubblicare la vostra mail :)). Poi ci penso io a mettere tutti in contatto :).
Carina la battuta :D, anche se effettivamente non ho mai capito perché i genovesi hanno questa reputazione -.-' :D. Anche gli scozzesi hanno questa reputazione e manco so perchè, così come quelli dello Sri Lanka (qui lo so perchè, probabilmente perchè è un paese particolarmente povero)
MrX: ma sí, appunto: é ció che dico...la filosofia ( e ci aggiungerei anche la poesia) e lo sviluppo filosofico ha solo da insegnare alla psicologia o addirittura puó stabilire la infondatezza in generale delle varie psicologie.
L'arte é il luogo in cui l'uomo in maniera eminente incontra se stesso. Per arte si deve peró intendere esclusivamente l'arte greca, l'arte rinascimentale e l'arte poetica (quella é arte in tutte le epoche).
L'opera d'arte, per esempio la statua di Atena al museo di Berlino, non si puó dire che sia "bella" o che "piace". É una esperienza piú orginaria: é "vera" o meglio È ! Questo é ció che l'opera d'arte dice e svela. Non si tratta di "estetica" o di "piacevolezza", ma di ontologia, di disvelamento dell'Essere.
Dunque ARTE, PENSIERO e LINGUAGGIO si coappartengono in quanto MODI di ESSERE che eminentemente rimandano alla essenza originaria dell'ESSERE: ció é un destino storico, e non il frutto di un atto di volontá dei singoli artisti greci o rinascimentali.
x MrX. NO.
Io intendevo dire, che la cultura di Andrew e la sua passione per la filosofia, gli da sollievo.
Come lo può dare un bel bicchiere di vino rosso, una bella girata in bici, infatuarsi di una bella donna, entrare in una setta religiosa, e via dicendo.
Ma questo sollievo è un sollievo superficiale.
Non che l'ha fatto guarire dalla depressione.
Questo è avvenuto, secondo me, indipendentemente dalla sua passione dalla filosofia.
E non ho mai detto che le sue teorie non siano efficaci perchè non rientrano nella psicologia.
Anche la psicologia letta sui libri, non porta ad una crescita psicologica, in quanto come detto più volte non sono i ragionamenti e la cultura a fornirci l'amore per noi stessi, ma è L'ESPERIENZA!
Stavo solo dicendo che secondo me, tutti questi post di Andrew non sono attinenti al nostro contesto sociale, e che non centrano assolutmente nulla ad una prevenzione o addirittura ad una cura di una Nevrosi.
Che secondo me, è l'argomento centrale di questo blog.
Un saluto.
Mark8F: la filosofia non mi dá sollievo, nella misura in cui non mi dá sollievo fare una pista nera in slalom speciale o fare un giro impegnativo in MTB in montagna.
Se proprio devo esprimermi cosí...si tratta di una sfida alla quale uno é destinato. Non saprei come altro dirlo. Non é una scelta.
È proprio la destinazione storica assegnata a ciascuno di noi a rappresentare la essenza ultimativa e insuperabile di ciascuno. Quando uno la scopre non si tratta piú di scegliere questo o quello e men che meno scegliere quello che "piace" o applicare un "metodo" per "essere felici".
In generale si confonde la "felicitá" con la "autenticitá". La felicitá é la meta della volontá che perennemente vuole (meditando, con tecniche psicologiche e via discorrendo). La autenticitá invece lascia essere ció che é...ci vuole coraggio nel presente e per il presente e non esperienza (che é una parola quantomai vuota).
X Mark e Andrew:sbagliate entrambi,il percorso fatto da Andrew e' ACCETTAZIONE e CONSAPEVOLEZZA,tutto qui,infatti dice .
...non ho superato la depressione,solo che non e' piu' un problema.
Bhè, prima avevi la depressione, ora non ce l'hai più. E' un'ottima cosa :).
Saluto a tutti!
X Ele:stavo parlando di Andrew non di me! Ciao
Si, anche io parlavo in generale. Sottintendevo semplicemente che alla fine quando risolvi (tu generico), il mezzo ha pochissima importanza. (Sembro Macchiavelli ahahahahah).
Caro EleMentale, immagino che tu stia parlando di Machiavelli Niccolò, autore del Principe, e non di Macchiavelli Loriano, autore di romanzi gialli, vero?
Scherzi a parte, continuo a seguire con interesse le vostre dotte disquisizioni, talvolta quasi appassionianti e talaltra oziose, anche se non sono mai intervenuto.
Ciao Mauro M., è da molto infatti che non intervieni. Si, parlavo di Niccolo' :). Come forse hai già letto, sto organizzando una cena...trovi il mio indirizzo mail qualche messaggio sopra. Ci becchiamo eh ;).
Saluti. Rieccomi.
Il discorso dell'accadimento dell'ESSERE, accadimento che si posiziona al di lá del modo della VOLONTÀ, permette di unificare l'ontologia di Parmenide con il nocciolo della teologia neotestamentaria (secondo i lavori del teologo luterano Rudolf Bultmann, che tra le altre cose era amico di Heidegger). Dunque Gesú ha espresso lo stesso di Parmenide.
Gesú parla di nuova ed eterna alleanza. Cosa significa e in cosa si differenzia il messaggio di Gesú dalla precedente tradizione ebraica dei 10 comandamenti ?
Si differenzia in modo DECISIVO. Per gli ebrei, infatti, in tutta l'antico testamento, Dio é una entitá creatrice ma SEPARATA dall'uomo e nei cui confronti l'uomo si sente minacciato. Il Dio ebraico é un Dio che sovrasta l'uomo e lo rende peccatore in quanto l'uomo non osserva la legge divina.
Ora, se uno legge solo alla lettera i vangeli sinottici (gli gnostici lasciamoli da parte per il momento) ne trae un insegnamento che apparentemente non si differenzia granché dalla legge divina giá nota agli ebrei nella forma dei 10 comandamenti. Tanto piú che la dogmatica cattolica (che ha usato ampiamente platonismo e aristotelismo come impianto metafisico) ha mantenuto la originale separazione tra UOMO e DIO della tradizione veterotestamentaria.
Gesú era un ebreo che ha realizzato, dopo approfonditi studi dell'antico testamento e probabilmente di altri testi (forse indú e buddisti secondo alcuni studiosi), che Dio é il fondamento ONTOLOGICO. Dunque ha compreso DIO come l'ESSERE di Parmenide (pur non avendo ovviamente conosciuto il pensiero di Parmenide). Avendo realizzato DIO come fondamento ontologico, ne deriva che lui ovviamente si é presentato come Divino (nei sinottici "Figlio di Dio" termine ambiguo e fuorviante come il cattolicesimo ha dimostrato) nel senso che ha riconosciuto per primo tra gli ebrei di essere una manifestazione di Dio. Per dirla con Parmenide, ha capito che l'uomo é una manifestazione dell'ESSERE dove nel Nuovo Testamento DIO sta per ESSERE. Avendo capito ció, ha realizzato la necessitá di comunicare tale scoperta e intuizione rivoluzionaria. La sua dizione "siete TUTTI figli di Dio" indica proprio che tutti gli uomini sono manifestazione di Dio e quindi divini per essenza.
Ma la Chiesa cattolica ha imposto il dogma secondo cui SOLO Gesú era Divino per essenza sostituendolo al Dio ebraico e mantenendo cosí inalterata la differenza tra Dio e l'uomo.
Ma in realtá il vero significato della Nuova ed Eterna Alleanza é la scoperta di DIO come fondamento ontologico ! Tutto e tutti noi siamo manifestazione divina, dove il divino non ci sovrasta piú. Quindi questa é una comprensione che é ONTOLOGICA e contemporaneamente TEOLOGICA.
E questo permette di capire anche come l'accadimento dell'ESSERE corrisponda all'accadimento di DIO, e che entrambi si posizionano al di lá del modo della VOLONTÀ.
Dova la volontá é sí in prima istanza una manifestazione dell'ESSERE e quindi di DIO, ma nel momento dell'accadimento dell'ESSERE e del DIVINO, essa cessa in quanto volontá. Ma questa cessazione NON È UN ATTO DI VOLONTÀ. È appunto un accadimento al di lá della volontá stessa.
Quindi é sbagliato ritenere con nel nuovo orizzonte ONTOLOGICO e TEOLOGICO cosí delineato la colpa e il peccato non ci siano piú. Assolutamente no. Heidegger indica nella colpa un qualche cosa di originario, ma di radicalmente diverso dal cosiddetto "peccato originale". Il peccato inteso in termini autenticamente ontologici corrisponde alla INAUTENTICITÀ dell'uomo in riferimento alla sua essenza ultima (Essere per Parmenide; Dio per Gesú). Inautenticitá che si puó esprimere nei termini di OBLIO della propria essenza ultima. É per questo che la colpa é una chiamata del proprio essere autentico, chiamata che si verifica nella fase di vita inautentica. L'inautentico, consistendo nella dimenticanza di ESSERE, consiste appunto nel vivere se stessi e il mondo nel movimento perpetuo della VOLONTÀ che ha la caratteristica di allontanarsi dall'ESSERE proprio e originario. L'AUTENTICITÀ consiste dunque nel realizzare la illusorietá del modo della VOLONTÀ e nel comprendere ed esperire la propria essenza autentica. Dato che la volontá é MOVIMENTO, si capisce la portata della negazione del movimento da parte degli Eleati, soprattutto IN QUESTO SENSO.
Spesso tale chiamata non viene ascoltata. Chi é che chiama ? L'ESSERE per Parmenide e DIO per Gesú.
Come può un soggetto con problemi psicologici "esperire la propria essenza autentica"?
Prima si esce dal bunker della nevrosi o del trauma o di quel che è....poi si può fare tutto il resto.
Se non si è liberi dalla sofferenza non si può esprimere totalmente il proprio essere, così come uno sportivo non può esprimere al meglio le proprie potenzialità avendo le ossa rotte.
RRR: No. Perché gli infortuni sportivi derivano dal VOLER MIGLIORARE (sperando di non arrivare alle ossa rotte...)
È il contrario: si esprime il proprio essere (per usare le tue parole) e dunque si é "liberi" dalla sofferenza ma che correttamente vuol dire "la sofferenza non é piú un problema". Se uno crede di applicare dei metodi per "liberarsi" dalla sofferenza é come fare un buco nell'acqua.
RRR: le parole "soggetto" e "psicologico" non sono fondanti e non hanno un valenza ontologica originaria.
Perchè colleghi le ossa rotte esclusivamente agli infortuni sportivi? A dire il vero io pensavo a tutt'altra causa... (incidente per esempio...)
È il contrario: si esprime il proprio essere (per usare le tue parole) e dunque si é "liberi" dalla sofferenza ma che correttamente vuol dire "la sofferenza non é piú un problema". Se uno crede di applicare dei metodi per "liberarsi" dalla sofferenza é come fare un buco nell'acqua.
No Andrew, ti ricordo che parlo per esperienza personale (e ti prego di non scrivermi che non so di che parlo...! al contrario tu ne puoi sapere tantissime, ma non sai nulla della mia vita).
A meno di un miracolo, la libertà dalla sofferenza psicologica, non arriva come la manna dal cielo, stando a far nulla....
E, ribadisco, se si è prigionieri o ci si sente prigionieri.... si vive una vita "monca"....
Credo di aver capito Andrew sull'ESSERE.
Ora, indipendentemente dai metodi di GCG (che hanno funzionato per noi e va bene così) che prevedono il fare qualcosa,bisogna prendere atto di una cosa,di cui credo che parli Andrew.
"Io soffro.Devo far qualcosa per non soffrire".In realtà quel "devo far qualcosa per..." secondo lo Zen,è uno strumento dell'illusione,per mantenere se stessa.Provo a spiegarla nei modi che usa Andrew. Questo "fare qualcosa per" allontana dall'ESSERE,facendolo diventare "MODO di ESSERE".
Per fare un altro esempio
"Io sono timido!Questo non mi va. Non mi fa guardare negli occhi le ragazze.Non mi fa imporre nelle decisioni.Mi fa rimanere solo a casa.Ecco,ho capito.Ho deciso: NON VOGLIO PIù ESSERE TIMIDO! Leggo alcuni libri, frequento alcuni forum, vado in terapia (psicoterapia).Risolvo,ma dopo 3 mesi ci ricasco, ovviamente,sono di nuovo timido."
E' il discorso della dualità,altro modo per dire che di Modi di ESSERE,tutte illusioni,ce ne sono quanti se ne vuole,tutti allontanano da ciò così come E'(quello che Andrew,o Parmenide insomma, chiamano ESSERE, almeno credo).
Andrew:Quello che secondo me ti sfugge è che magari la psicoterapia ti fa fare quel salto di coscienza per uscire da questo ballonzolare tra i modi di essere. Hai perfettamente ragione nel dire che la psicoterapia ha dei presupposti sbagliati(uno tra tutti, quello di "curare" le malattie mentali, quando non c'è niente da curare neanche a mio avviso, quindi mi trovi con te). Gli psicoterapeuti stessi sanno che se il paziente non ci mette del suo,col caxxo che "guarisce".
Ma c'è da considerare altre cose. La psicoterapia cognitivo-comportamentale sai come cura le fobie?mediante una tecnica che si chiama "esposizione".Tu hai paura dei ragni?Benissimo!Con il tuo terapeuta vai in un negozio di quelli che ti permettono di farti camminare i ragni sulle mani!E ti esponi alla fobia.E sai questo a cosa assomiglia?Proprio al concetto Zen del"prestare attenzione alla realtà".Se tu chiedi ad un maestro Zen come superare un attacco di panico (sto esagerando eh) che ti prende appena hai finito di mangiare gli spaghetti, quello ti risponde "hai finito di mangiare gli spaghetti, lava il piatto!". Secondo lo Zen: "Quanto più è forte la paura,tanto più sei vicino a dove vuoi essere",il che contiene un presupposto molto importante: "se hai paura di una cosa, falla!". Terapia cognitivo-comportamentale..."se tu hai una paura, esponiti ad essa". Stesso identico modo.
Non so nella fattispecie di cosa parlerà "La paura è una sega mentale", il nuovo di GCG, ma credo parli di qualcosa di simile a questo. Uno può avere paure fondate (come l'essere in macchina e avere paura nel vedere uno dall'altro lato che fa un sorpasso azzardato rischiando di venirci addosso) o infondate (stessa situazione della macchina con te però che sei su un aereo e ti viene l'ansia :D).Paure del genere possono prendere tutti.Ciò che però fa degli uomini degli adulti è per l'appunto la capacità di questi ultimi di rendersi conto di quel che accade o ugualmente,di "prestare attenzione".Non è che tu compri al negozio lo "status quo di adulto" e lo indossi come se fosse un abito,come se fosse qualcosa che in qualche modo acquisisci perchè prima non ce l'avevi.Sotto questo punto di vista, sono d'accoro con te.E' un lifestyle.E' un particolare approccio alla vita un particolare modus cogitandi.Che poi qualcuno si renda "semplicemente" conto di ciò o abbia bisogno di fare un percorso,ma ci arrivano ugualmente,ma il problema dove sta? :)
E in conclusione a tutte queste cazzate :D...ma sta pizza? in privato solo Luce m'ha contattato! Ehi, voi altri, che intenzione avete? :)
Non so se l'ho già pubblicato.
http://www.youtube.com/watch?v=E-WXYmENqLI&feature=related
Le cose che possiedi ti posseggono.... e siamo arrivati al non attaccamento!Consapevolezza,Accettazione ,Non Attaccamento!E abbiamo scoperto l'acqua calda!Ora cosa vogliamo fare con l'acqua calda?Ci mettiamo due spaghetti?O andiamo a mangiarci sta' pizza?:)
Elementale: Sí, é piú o meno cosí.
Peró (eheh...) un paio di precisazioni vorrei farle:
quando uno dice che "se hai paura di una cosa, falla", beh io direi piuttosto "se vivi la paura vivila nel presente e basta".
Perché se uno ha paura di attraversare un campo minato MAGARI É MEGLIO CHE NON LO FACCIA comunque.
La timidezza da te menzionata infatti compare come MODO di ESSERE proprio nel momento che VUOI liberartene. Altrimenti non esiste proprio. Con la depressione é uguale: per me la depressione esisteva appunto fintantoché volevo liberarmene...é la differenza che c'é tra l'ente in quanto ente e l'essenza dell'ente che é sempre ESSERE quale che sia l'ente.
RRR: si é prigionieri (MODO di ESSERE) perché si crede di esserlo. Ma in ogni caso originariamente si È (ESSERE).
per la pizza: dipende quando e dove...
facile banalizzare ma non è onesto...
Andrew: Certo, è ovvio.
Ritornando alla paura dei ragni...magari anche il non risolverla completamente...rappresenta un vantaggio, perchè effettivamente i ragni, datosi che sono velenosi, potrebbero rappresentare effettivamente un pericolo vero. Quando però uno, nella tranquillità di casa sua, vede un documentario e cambia canale perchè vede i ragni, siamo ad un livello diverso. Li, il "fallo!" riguarda il continuare a vedere il programma "nonostante" i ragni che appaiono a schermo.
Io da piccolo avevo una paura fottuta delle droghe. Per come mi avevano raccontato i miei genitori (5 anni), ci ho messo molto del mio essendo fantasioso, a quell'epoca, come un bambino (ahahahah :)). Ed era una paura fantastica perchè la "droga" così come me la immaginavo...manco esisteva (avere paura di qualcosa che non esiste è straordinario...perchè sei due volte fottuto). Crescendo, mi sono reso conto che questo mostro non esisteva e la paura è passata. Questo non vuol dire però, che penso che la droga faccia bene. E non vuol dire che, semmai ne avessi continuato ad avere paura, che il modo migliore di farmela passare era di farmi come Ozzy Osbourne ad un concerto di Ozzy Osbourne :) (si scrive così?).
Sicuramente vivere la paura nel presente, senza volersene liberare è un modo per non autoalimentare la tensione, Quindi qui Andrew ha ragione. VOLER a tutti costi, in modo OSSESSIVO :, MIGLIORARE; VINCERE LE PAURE, DIVENTARE ; porta ad una reazione inversa.
Qui l'accettazione e la consapevolezza, di quello che in fin dei conti siamo, sicuramente non AGGRAVA LA SITUAZIONE, si impara a conviverci e a vedere quello che prima si riteneva un problema come una situazione “normale”… questo percorso è comunque un interpretazione della realtà, che ha un effetto CONSOLATORIO.
Infatti in questo modo le NEVROSI non si superano, le PAURE non si vincono, si vivono e basta, senza ribellarci interpretandole come semplicemente un nostro stato d’animo naturale, che va solo vissuto, quindi non si pone nemmeno più il problema, in quanto interpretandolo così non è più un problema.
Ok.
E’ comunque un modelle interpretativo della realtà.
Che ha un effetto benefico.
MA NON RISOLUTIVO.
Ansi non si deve nemmeno più RISOLVERE visto che si interpreta una cosa che prima veniva vista come un problema come uno stato naturale.
Per diventare ingegneri,, per diventare maestri di arti marziali, per costruire imprese, per imparare uno strumento musicale, per imparare una lingua straniera, per diventare piloti di un aereo, per diventare cuochi, muratori, manager di successo, così come tutte le cose al mondo, dobbiamo LAVORARE DURO… Essere determinati, metterci passione, e fare un passettino alla volta.
COSI’ COME PER DIVENTARE STRONZI, E COSTRUIRSI UNA FORTE FIDUCIA IN SE STESSI, DOVUTA AD AVER DIMOSTRATO A NOI STESSI ATTRAVERSO UNA RILEVANTE ESPERIENZA (che può essere anche di alcuni anni) CHE SIAMO CAPACE DI RISOLVERE TUTTI I NOSTRI PROBLEMI DA SOLI, DI ESSERE AUTONOMI, DI ESSERE INDIPENDENTI AFFETTIVAMENTE, e di fregarsene di tutti godendosi la vita… necessità di un lungo lavoro.
Che è l’esatto contrario di accettare come normale , alcuni stati d’animo depressivi, negativi. E via dicendo.
DIVENTANDO STRONZI, CONTROLLANDO L’AMBIENTE, SENZA AVERE NESSUN FORNITORE AFFETTIVO, NESSUN RIFERIMENTO , NESSUN AIUTO, si superano le PAURE, che Andrew e la maggior parte della persone credono che siano normali.
SI superano perché le paure immaginarie, quelle che non sono dovute da un’aggressore fisicamente presente, sono INVOLONTARIE,AUTOMATICHE,INRAZIONALI e prodotte dalla nostra memoria, in particolare dall’immagine che abbiamo di noi stessi depositata in memoria attraverso tutta la nostra esperienza.
Diventando stronzi, l’immagine inconscia di noi stessi cambia piano piano, negli anni.
E la paura cronica di tutto, svanisce.
Questo lungo lavoro, porta ad una GUARIGIONE di una vera e propria NEVROSI, una nevrosi OGGI diffusissima nei paesi OCCIDENTALI, una nevrosi da GCG chiamata INFANTILE, che PARMENIDE e nessun altro filosofo e psicologo prima del 1900 poteva aspettarsi, visti i RADICALI E BRUSCHI cambiamenti avvenuti nel contesto ambientale capitalistico.
Mark8F: Orbene. Per diventare medico o ingegnere uno deve STUDIARE medicina e ingegneria prima. Allo stesso modo per comprendere e esperire l'ESSERE uno deve STUDIARE e comprendere la filosofia prima e innanzitutto.
Invece é proprio il costruire l'autoimmagine a mantenerti nel samsara e a non risolvere niente.
Il non-attaccamento riguarda in prima istanza una qualsisasi autoimmagine.
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