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Luca SM1 ha detto...

Molecola: parole santissime!

MOLTIMALTI ha detto...

DARHER grazie per l'interesse ma non credo di aver avuto traumi. In 8 anni ho fatto training autogeno per qualche mese, psicoterapia di tipo analitico per 2 anni, psicoterapia cognitivo-comportamentale per 3 anni ed il training per 6 mesi, credo non ci sia altro da fare :-) oggi sono ritornato dallo psichiatra che mi ha ridato i soliti medicinali. Non posso puntare a qualcosa in più, posso solo sperare che esca un'altra cura psicologica che mi aiuti a crescere ed a rimuovere le paure del bambino dentro di me. Buona fortuna a tutti ragazzi.

Luca SM1 ha detto...

@Darher, ti ringrazio per la risposta articolata e le soluzioni proposte, ma purtroppo le ho pensate tutte e non c'è soluzione se non cambiare casa vendendola prima, cosa che in questo periodo è tutt'altro che facile.
Si, vivo in condominio ed i rumori derivano principalmente dagli impianti e da comportamenti diciamo "maldestri" (immagina una vasca da bagno che si riempie sopra la tua testa ed uno che ci si muove dentro alle 5 del mattino facendo cadere flaconi vari). Non ho nemmeno speranze di far modificare il regolamento perchè sono in tanti quelli che fanno casino a quell'ora. La norma che hai citato, in questi casi, è praticamente inutilizzabile (mi sono informato per bene) perchè il rumore è conseguente all'uso "normale" di questi impianti: al più era fattibile una causa al costruttore, ma l'edificio è di 20 anni fa e sono spirati i termini. Ho anche fatto fare un preventivo per insonorizzare, ma costa molto caro (10.000€) e non mi hanno nemmeno garantito la soluzione.
Lavor come "libero" professionista per conto di altri professionisti (praticamente un dipendente di fatto) e sono "stipendiato" in misura fissa, i ritmi sono quelli, non c'è alternativa nè sindacato nè malattia, o così o cambi mestiere. Mi andava benissimo fino a prima di cambiare casa, mai lamentato di sabati al lavoro o delle 12 ore, il problema è nell'accumulo di tensione-stanchezza estrema che, come dicevo, hanno attivato il sistema nervoso a tal punto da rendermi obbligato a far uso di farmaci per dormire almeno un pò e riuscire a lavorare in modo accettabile. Potessi tornare indietro nel tempo, lo farei a qualunque prezzo. La foto non è mia, l'ho pescata da internet perchè mi piaceva.

Luca SM1 ha detto...

@Mitch, ma quando scrivi che ti ha ridato i soliti farmaci intendi dire che li avevi sospesi? No, perchè io so che i tranquillanti (c'è scritto sul bugiardino) specie se li prendi da tempo non puoi sospenderli di botto, sennò ti si scatena un'inferno ancora peggiore d quello da cui sei partito, vanno sospesi gradualmente..magari dico un caxxata, ma il tuo medico ti aveva avvisato di ciò?

MOLTIMALTI ha detto...

Luca SM1 hai perfettamente ragione ed infatti ci ho messo tutto giugno luglio per scalarli. Al momento non ho altre soluzioni e mi sento sempre bisognoso di protezione ed insicuro. Spero di risolvere prima o poi in un modo o nell'altro.

Luca SM1 ha detto...

Mi dispiace davvero Mitch, e spero riuscirai a risolvere al più presto

Luca SM1 ha detto...

Ieri sera ho visto un film che secondo me rappresenta in pieno la personalità adulta e genitoriale (sempre secondo Giacobbe, ovviamente). Un tranquillo, gentile e pacato padre di famiglia si rivela un ex killer senza scrupoli capace di qualsiasi atrocità nei confronti dei suoi nemici. In pratica un adulto evoluto in genitore. Il titolo del film è "An history of violence" ed il protagonista è Viggo Mortensen, noto per il principe degli Anelli.

Luca SM1 ha detto...

Questo il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=ZxRav0PDOAI

molecola anfipatica ha detto...

E l'adulto è una persona violenta?
La violenza non può far parte di una persona adulta, almeno sulla base di quello che io intendo per persona adulta.
La violenza è sinonimo di frustrazione, insicurezza, mancanza di amore, verso se stessi (prima di tutto) e conseguentemente verso gli altri.
Chi non ama non può godere della vita.
La persona veramente adulta è una persona responsabile. E responsabilità significa libero arbitrio, consapevolezza dei propri atti e dei propri stati emotivi.
Te ne accorgi subito se una persona non è responsabile (e quindi adulta), in genere sono quelle persone che non ci mettono nulla ad attribuire agli altri le colpe dei propri fallimenti, della propria infelicità, di tutto. Le persone che giudicano (una persona adulta è una persona che non giudica: non giudica né se stessa né gli altri). Ma anche le persone violente, perchè una persona violenta, seppur consapevolmente responsabile dei propri atti, lo fa perchè non ha stima di sè, e ricorrere alla violenza diventa l'unico modo per dimostrare all'altro di valere.
Una persona adulta non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno. L'approvazione ce l'ha in se stessa e non ha bisogno di riceverla dall'esterno.
Una persona adulta ama e non lo fa forzatamente ma spontaneamente, perchè sa amarsi. E chi si ama davvero non può non amare gli altri, la vita, tanto quanto ama se stesso.

ProdottiUtili ha detto...

Molecola Anfipatica: L'esempio di Luca mi sembra molto calzante.
Non puoi sferrare un colpo col coltello ad un Adulto che ha studiato 10 anni MMA...e pretendere che quello ti sorrida perché ama te e se stesso. Quello ti ribalta come un pedalino e ti mette nella condizione di non nuocere in meno di 20 secondi. L'Adulto si fa sostanzialmente i cazzi suoi, a patto che nessuno lo vada a disturbare turbando il suo equilibrio. La valigia degli attrezzi di un Adulto è molto ricca (al contrario di quella di un Bambino che è pressappoco assente)...e in essa è compresa, quando serve, anche la violenza.

Luca SM1 ha detto...

Concordo con Prodottiutili ed aggiungo che tra le caratteristiche di adulto che presenta Giacobbe rientrano l'aggressività e la prevaricazione: quelle che indichi tu, Molecola, sembrano più rientrare nella figura di genitore o di buddha che di adulto.

molecola anfipatica ha detto...
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molecola anfipatica ha detto...

Bell'esempio di vita, la violenza.
Personalmente, e per esperienza di vita, conosco metodi molto più efficaci e costruttivi della stupida, banale e inefficace violenza.
Pensa ad un bambino che mette in atto un comportamento sbagliato, tu cosa fai, per fargli capire che sta sbagliando, gli dai una sculacciata?
Puoi dirmi di sì.
Così il bambino non lo fa più.
Ma non lo fa più perchè ha paura (e piccolo com'è, chiaramente, non può risponderti sferrandoti un calcio nelle palle), non perchè ha capito dove ha sbagliato.
La persona violenta è né più né meno di un genitore forte della convinzione di insegnare qualcosa a suo figlio inculcandogliela con la paura.
Ma non sempre questo si rivela essere un metodo efficace, non solo perchè non aiuta il bambino a capire dove ha sbagliato, e quindi a crescere, ma anche perchè un giorno quel bambino crescerà e ti rinfilerà tutte le sculacciate, schiaffoni e sgridate ricevute con la stessa carta: la violenza.
La violenza che genera violenza.
Ovvio.
E' un assioma!
Il militare che pensa di essere un tosto soltanto perchè è bravo nelle arti marziali e a maneggiare una baionetta del cazzo, è un povero illuso.
Finquando ti va bene, ok.
Ma chi te lo dice che un giorno un Walker Texas ranger non trovi un altro che il calcio rotante con doppio avvitamento glielo infila a lui nelle palle, e meglio di lui?
E a quel punto, altro che invincibile marine coi controcazzi...
Palese dimostrazione che la violenza non è mai il metodo giusto.
Perchè non è detto che sia sempre efficace.
E soprattutto perchè una persona capace davvero di rispetto verso se stessa e gli altri, sa sempre come farsi rispettare, e senza MAI ricorrere alla violenza.
Se tu sei violento con gli altri (sempre o sporadicamente non ha importanza: la violenza non si misura in limiti di tempo), lo sei anche con te stesso.
Sei un infelice, illuso, frustrato e VINCIBILE.
L'invincibile vince sempre e solo con l'AMORE.

Asana ha detto...

Cara molecola anfipatica ci sono certe situazioni della vita in cui anche una buona dose di violenza va bene ed è sana...

La violenza è deleteria e dannosa quando rivolta ad un essere indifeso...non sempre è deleteria e nemmeno dannosa.
Te lo dico per esperienza personale, l'amore a prescindere te lo puoi infilare in quel posto in tutta tranquillità...

Il mondo delle farfalle e dei cerbiatti nei prati verdi è pura illusione.

Saluti

molecola anfipatica ha detto...
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molecola anfipatica ha detto...

Aggiungo anche che fosse per me queste accademie militari smetterebbero di esistere nell'immediato. Diseducano in una maniera incredibile. E ciò di cui oggi c'è più bisogno è proprio l'educazione, quella vera. Quella che si attiene all'etimologia stessa della parola educazione: "e ducere", tirar fuori.
Bisogna insegnare alle persone a tirar fuori il meglio che c'è in ognuno di noi, non il peggio.
Siamo esseri umani, non semplici animali.
Gli animali, i lupi nella foresta, lottano perchè non sanno chi sono, per capire quali sono i loro limiti, la loro forza (non certo per violenza, che è tutta un'altra storia), fino a che punto possono farsi strada con gli altri lupi nel branco. Ma noi... noi, esseri umani, non siamo semplici lupi. Siamo molto di più. Siamo esseri consapevoli ed autoconsapevoli e non abbiamo bisogno di fare come fanno i lupi. Noi, diversamente da un lupo, sappiamo CHI SIAMO. Ed è in questo che consiste la nostra umanità.
La violenza è un insulto alla nostra umanità.
E' stupidità alla massima potenza.
Qualsiasi forma, anche quella di un Batman che si crede buono soltanto perchè ammazza i nemici (non è un caso che i super eroi siano personaggi di fantasia).
Vuoi ottenere qualcosa?
Benissimo, inizia dando l'esempio.
Agisci!
Se una persona viene da te sul tram e ti pesta i piedi, è chiaro, mica le sorridi e le porgi la guancia (anche Gesù Cristo è un personaggio di fantasia) ma nemmeno la spari in mezzo agli occhi, da persona adulta, fai una cosa più giusta e sensata, ti sposti. E non stai nemmeno a darle tante spiegazioni, come fanno molti... Se una persona si comporta da idiota e tu le dai corda, convinto di farle capire che è un'idiota, sei più idiota di lei. Ignorala. Vedi come la smette.

Asana ha detto...

Cara molecola anfipatica, diciamo che non hai mai avuto occasione di tirare fuori la violenza che c'è in te...

Là sotto, nel profondo tutti abbiamo la nostra piccola dosa di violenza...è sopita, è nascosta, è silenziosa ma c'è...credimi che c'è...

Saluti

ProdottiUtili ha detto...

"Bell'esempio di vita, la violenza."
-Quando mai ho detto questo?-

"Personalmente, e per esperienza di vita, conosco metodi molto più efficaci e costruttivi della stupida, banale e inefficace violenza.
Pensa ad un bambino che mette in atto un comportamento sbagliato, tu cosa fai, per fargli capire che sta sbagliando, gli dai una sculacciata?
Puoi dirmi di sì.
Così il bambino non lo fa più.
Ma non lo fa più perché ha paura (e piccolo com'è, chiaramente, non può risponderti sferrandoti un calcio nelle palle), non perché ha capito dove ha sbagliato.
La persona violenta è né più né meno di un genitore forte della convinzione di insegnare qualcosa a suo figlio inculcandogliela con la paura.
Ma non sempre questo si rivela essere un metodo efficace, non solo perché non aiuta il bambino a capire dove ha sbagliato, e quindi a crescere, ma anche perché un giorno quel bambino crescerà e ti rinfilerà tutte le sculacciate, schiaffoni e sgridate ricevute con la stessa carta: la violenza.
La violenza che genera violenza.
Ovvio.
E' un assioma!"
-Perché a te giustamente sembra la stessa cosa picchiare un bambino e ricevere un'aggressione fisica...nn è così? Io non ho detto che si deve passare alle maniere forti per risolvere ogni problema. La risposta comportamentale consapevole (si spera) dipende dal contesto e valutare bene il contesto dipende da una corretta lettura della realtà. LA risposta più efficace ad un'aggressione fisica (per lo meno per me) da parte di uno che conosce le Arti Marziali...è usarle...non chiacchierare. E' "folle" (metaforicamente, ma neanche così tanto) usare dell'ottima dialettica...contro un coltello.-

"Il militare che pensa di essere un tosto soltanto perché è bravo nelle arti marziali e a maneggiare una baionetta del cazzo, è un povero illuso."
-Hai perfettamente ragione.-

"Finquando ti va bene, ok.
Ma chi te lo dice che un giorno un Walker Texas ranger non trovi un altro che il calcio rotante con doppio avvitamento glielo infila a lui nelle palle, e meglio di lui?
E a quel punto, altro che invincibile marine coi controcazzi..."
-Questa è una cosa che può succedere, è un fatto che può verificarsi. Non per questo l'Adulto non usa la violenza, se deve. Se trova uno che gli fa il culo come una botte...se lo tiene e non va a lamentarsi.-

"Palese dimostrazione che la violenza non è mai il metodo giusto.
Perchè non è detto che sia sempre efficace."
-Assolutamente no. E' solo la dimostrazione che la violenza è uno strumento efficace in alcuni contesti, non efficace in altri.-

"E soprattutto perchè una persona capace davvero di rispetto verso se stessa e gli altri, sa sempre come farsi rispettare, e senza MAI ricorrere alla violenza."
-L'Adulto rispetta se stesso. Rispettare gli altri è, semmai, opzionale...e in ogni caso, secondario al rispetto di se stessi.
"Vieni a rompermi i coglioni con un coltello alla gola, mostrandomi in questo modo che te non hai rispetto per la mia persona e per la mia salute...io ti faccio il culo come una barca a motore...perché io della mia salute ho rispetto e mi hai messo nella condizione di non avere rispetto della tua. Non rompermi i coglioni, e io continuo a rispettare (disinteressarmi) di chi sei e cosa fai. E non mi interessa di essere ricambiato"...così ragiona un Adulto.-

"Se tu sei violento con gli altri (sempre o sporadicamente non ha importanza: la violenza non si misura in limiti di tempo), lo sei anche con te stesso.
Sei un infelice, illuso, frustrato e VINCIBILE.
L'invincibile vince sempre e solo con l'AMORE."
-Se tu sei violento con gli altri SEMPRE, non sei un Adulto, sei uno che ha bisogno di cure: attui un comportamento coatto che viola ontologicamente la tua capacità di scegliere risposte contestualmente "migliori". E l'AMORE anche è uno strumento. Vedo masse di cristiani che "AMANO" incondizionatamente (secondo loro almeno) che non mi sembra se la passino benissimo!-

molecola anfipatica ha detto...

E chi te lo dice che non sia mai stata violenta nella vita?
Mica conosci la mia storia, Asana.
E in ogni caso, una cosa è la violenza che, ci tengo a precisare, non esiste nel comportamento animale.
Non troverete mai nessun manuale di zoologia-etologia che usi la parola violenza in riferimento ai comportamenti di difesa e aggressività nel regno animale.
La violenza è una risposta, a mio parere, degenera e non sempre efficace ad uno stimolo di rabbia.
La rabbia è un sentimento, come tutti i sentimenti, giusto e naturale; la violenza è la risposta sbagliata ad un evento che mi genera rabbia.
Provo rabbia? Benissimo, significa che qualcosa va cambiata e agisco per il cambiamento.
Un lupo lo fa lottando con un altro lupo. Io, che sono un essere umano che ha un'intelligenza, mi permetto di dire, superiore a quella del lupo, lo faccio agendo in maniera più intelligente ed efficace.
Le persone intelligenti sanno essere efficaci senza ricorrere alla violenza.
Faccio un esempio.
Se io sono il primo a contestare il fatto che una persona venga da me e mi pesti i piedi, io devo essere il primo a dare l'esempio e a non pestarglieli. Se rispondo all'azione della persona che mi sta pestando i piedi pestandoglieli a mia volta, non solo creo un circolo vizioso senza fine, ma non ottengo il risultato di farle capire che è sbagliato che lei continui a pestarmi i piedi. La lotta fra i lupi non continua all'infinito: una volta che lupo Alberto ha capito che lupo De Lupis è più forte di lui, fa presto a smettere. E a questo punto, puoi benissimo dirmi, anch'io posso dimostrare al tipo che mi pesta i piedi che sono più forte di lui pestandoglieli a mia volta e con più forza, così la smette. Ok. Può andarti anche bene. Ma chi te lo dice che magari il giorno dopo il tipo non si presenti con dei bei piedi di piombo trapiantati dal chirurgo specializzato in chirurgia del trapianto del piede di piombo, e si dia al salto in lungo con bersaglio i tuoi bei piedini?
A quel punto cosa fai? Decidi di farti trapiantare anche tu i piedi di piombo?
Le storie di violenza sono belle proprio per questo: continuano all'infinito.
Anche se lo uccidi con la pistola,il tipo che ti pesta i piedi, non credere di aver posto fine alla faccenda, te lo ritroverai all'inferno pronto a pestarti i piedi per l'eternità.

Molti sottovalutano il potere dell'ignorare.

molecola anfipatica ha detto...
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molecola anfipatica ha detto...

Ciao ProdottiUtili (ma che nick è???)! Finalmente una persona nuova su questo Forum. Benvenuto!
Ho letto i tuoi due interventi e li trovo molto sensati.
Tu scrivi: "La risposta comportamentale consapevole (si spera) dipende dal contesto e valutare bene il contesto dipende da una corretta lettura della realtà. LA risposta più efficace ad un'aggressione fisica (per lo meno per me) da parte di uno che conosce le Arti Marziali...è usarle...non chiacchierare. E' "folle" (metaforicamente, ma neanche così tanto) usare dell'ottima dialettica...contro un coltello.", e ancora, "Vieni a rompermi i coglioni con un coltello alla gola, mostrandomi in questo modo che te non hai rispetto per la mia persona e per la mia salute...io ti faccio il culo come una barca a motore...perché io della mia salute ho rispetto e mi hai messo nella condizione di non avere rispetto della tua. Non rompermi i coglioni, e io continuo a rispettare (disinteressarmi) di chi sei e cosa fai. E non mi interessa di essere ricambiato"...così ragiona un Adulto.", tutto assolutamente giusto: esistono situazioni e situazioni, e l'esempio che hai fatto riguarda una situazione estrema, di vita o di morte, nella quale, chiaramente, una persona è costretta a tirar fuori il proprio istinto di sopravvivenza e quindi la propria aggressività per difendersi. Lo fa per legittima difesa (peraltro riconosciuta anche dalla legge). La violenza è tutt'altra storia. Ed è tutt'altra storia perchè, diversamente dall'aggressività, non è un atto di sano istinto ma di deficienza umana.
Poi, tu scrivi anche:
"-L'Adulto rispetta se stesso. Rispettare gli altri è, semmai, opzionale...e in ogni caso, secondario al rispetto di se stessi." Beh, per me una persona che rispetta se stessa non considera il rispetto dell'altro come qualcosa di opzionale: lo rispetta perchè si rispetta. E' chiaro, il tipo che viene da me mettendomi un coltello alla gola non mi sta rispettando e se voglio, e posso, salvarmi la pelle, faccio qualcosa per difendermi... fosse anche ammazzarlo. Gioco forza, in questo caso, entra in ballo l'istinto di sopravvivenza, che non ha nulla a che vedere con il discorso sulla violenza e sul rispetto di sé e degli altri.

Luca SM1 ha detto...

Io sono in gran parte d'accordo con Molecola, ed infatti non ho mai fatto un mistero che la figura di adulto di Giacobbe non la condivido al 100%. Ok amore verso di sè stessi e completa autostima, ma aggressività e prevaricazione per me non sono un modello da seguire. Tuttavia devo condividere una frase che mi è stata detta una volta da un operatore di polizia, e cioè "per combattere le bestie, devi diventare una bestia". Attenzione a quel "diventare", che fa un'enorme differenza. Giacobbe dice che la personalità adulta va usata solo quando serve (e cioè quasi sempre, secondo lui) mentre io dico che se sei in grado di agire con cattiveria e violenza ti sei trasformato, cioè sei DIVENTATO qualcosa di diverso. Stento a credere che un torturatore sia in grado di godere del profumo di un bosco in montagna o dell'amore della sua donna. Tutt'al più proverà dei piaceri fisici, mille volte inferiori a certe emozioni/sensazioni. Non a caso non conosco nessuno "stronzo" che sia sensibile, sono due cose inconciliabili.

molecola anfipatica ha detto...

LucaSM1, bravo! Questa volta, ci siamo capiti perfettamente.

ProdottiUtili ha detto...

Molecola Anfipatica: Si, sono d'accordo.
Luca SM1: Un buon "operatore" delle forze dell'ordine (poliziotto, militare, carabiniere...) è un tizio che dovrebbe essere addestrato, non solo fisicamente, ma anche psicologicamente, al controllo dell'aggressività. Se sei in un contesto dove hai al tuo fianco la compagnia di solo una decina di colleghi...e sei in uno stadio pieno di "bestie" con dei caschi da motociclista in testa e dei tubi idraulici in mano...è conveniente rimanere dietro gli scudi e subire gli attacchi. Fin quando si è protetti, aggiungere "carne a cuocere" su una brace già piena è da evitare...se però uno o due di quelli bucano la formazione e cominciano col tubo idraulico a menare all'impazzata...non usare lo sfollagente per "sedare la minaccia" è insensato! E' una cazzata chiamare quello "abuso di potere".

Certo, se un tifoso, preso dalla foga per la sua squadra, passa vicino ad un poliziotto e gli fa una smorfia per prenderlo in giro...e questo poliziotto è uno spostato tale che prende lo sfollagente e lo massacra di botte...qualcosa non va, anche al contrario...e gli va tolto il distintivo, la pistola, lo sfollagente immediatamente.

Riguardo lo stronzo...dipende. Se sei inchiodato al momento presente...e stai godendo dei piaceri, anche carnali, del fare all'amore con una donna (o con un uomo)...lasci spazio dentro di te alla sensibilità e all'emotività. Se qualcuno importuna la stessa donna in tua presenza, non credo che il comportamento sia necessariamente lo stesso. Così come non dico che deve essere per forza l'aggressione fisica.
Adattabilità dell'Adulto in questo senso (secondo me). Quello che un nevrotico bambino deve fare è superare la nevrosi del bambino, con "capacità di comportamento apprese" più flessibili e risolute (identità Adulto)...o successive (Genitore, Buddha), non sostituire la nevrosi del bambino con la nevrosi dell'Adulto. Chi diventa Adulto e non sa più usare il Bambino, da un malato che soffre, diventa un malato che fa soffrire...che è anche peggio.
Non mi ricordo in quale libro Giacobbe parla dei cani da caccia addestrati come similitudine alla nevrosi dell'Adulto...quei cani attaccano quasi qualsiasi cosa non sia il padrone. Non devono vivere con lui nella stessa casa, non devono giocare con i bambini...ecc ecc. Non so se hai visto i cani da corsa (drogati a schifo, ma questo è un altro discorso) mentre corrono. Ti rendi subito conto guardandoli in faccia che hanno la modalità aggressiva perennemente attivata. E' normale per uno che ama i cani, che magari li alleva per mestiere, vedere quei cani lì e rendersi conto che non stanno bene (anche se al contrario, fisicamente hanno una muscolatura tiratissima e sono parecchio allenati)...ma devono essere quella specie di cani lì per correre veloce e vincere le gare sempre (o per lo meno, più volte possibile)

molecola anfipatica ha detto...

Un'ultima considerazione, poi la smetto altrimenti divento davvero "eccessivamente" logorroica e già la logorroicità è in se un eccesso e in quanto tale una forma di violenza.

In risposta alle intelligenti (e non lo dico con ironia) considerazioni fatte da ProdottiUtili: la differenza sottile ma sostanziale è questa: aggressività VS violenza. La prima è una reazione istintiva, l'altra un'azione ragionata e consapevole.
"Mancami di rispetto e io ti mancherò di rispetto", non fa parte del mio modo di agire. Molto meglio: "mancami di rispetto e io ti dimostro che cos'è il rispetto" e te lo dimostro con le mie azioni, con il mio esempio di vita. Una persona mi inveisce contro? Io non inveisco contro di lei. Mi urla? Io non le urlo. Se davvero è interessata a comunicare con me, proprio perchè sono una persona che ha rispetto di sé stessa, le dico con me, se vuoi parlare, lo fai con i toni adeguati ad una conversazione tra persone civili (e MATURE)altrimenti non ti ascolto.
Mi punti il coltello alla gola? faccio di tutto per tutelare la mia vita, se posso farlo senza nuocerti lo faccio, altrimenti è l'istinto in quei momenti a dettar legge, prima ancora della volontà.

PS: ma che stupido nick "ProdottiUtili". E' proprio brutto.

ProdottiUtili ha detto...

Molecola Anfipatica: Si, concordo...bruttissimo. Non so perché google mi abbia messo questo nick...va benissimo così, me lo tengo.
Io parlavo appunto dell'uso, consapevole, dell'aggressività.
Indipendentemente dalla classificazione Adulto o Bambino, o altro, ti racconto. Io sono stato aggredito, da dietro, da uno che voleva derubarmi. Mi ha messo un coltello puntato dietro la schiena e mi ha detto di dargli i soldi.
Va benissimo, glieli ho dati...e si è lamentato (ed è entrato in ansia) perchè secondo lui erano troppo pochi. Io mi sono girato per parlargli e 'sto qui, preso dal panico, ha provato a colpirmi. Lo schivo, e mi accorgo che sono due, e provando a scappare, l'altro, un tizio molto grosso, mi si mette davanti. Questo qui, il primo, visibilmente agitato, mi chiede altri soldi, io gli rispondo che non li ho, mi intima di dargli e senza manco finire la frase ritenta un affondo. Lo disarmo e lo blocco davanti a me, per usarlo come scudo proteggermi da quello grosso. Lì dico ad entrambi "E'conveniente per tutti dimenticare la faccenda e andarcene ognuno per conto suo!". Quello grosso non mi ha ascoltato, mi si butta quasi di peso addosso, e a me è parso normale rompere il dito a quello che precedentemente aveva il coltello, dare un colpo allo stomaco a quello grosso...e con i due a terra doloranti, andarmene! Questi non hanno ascoltato, ho ritenuto opportuno fermarli "senza" le parole!
Non vedo perché un Adulto(non sto dicendo che io in quel contesto lo sia stato, non lo so, l'ho solo ritenuta una cosa giusta da fare), che conosce come difendersi, non debba comportarsi così e debba farsi pestare senza motivo...perché "la violenza non è mai una saggia scelta"...è aria fritta!

molecola anfipatica ha detto...

ProdottiUtili, hai agito in una maniera consona alla circostanza. Se una persona le capacità fisiche e psicologiche per difendersi nella maniera in cui tu giustamente hai fatto, ce le ha, è bene che lo faccia. Nessun essere umano, animale, vegetale e persino monera del pianeta Terra (quelli di Zeta Reticuli non lo so) rimane inerte di fronte ad un atto di aggressione. Nemmeno se lo volesse: l'istinto di sopravvivenza lo spinge sempre, in qualche modo, ad agire. E non per questo significa che è una creatura violenta. Siamo esseri programmati alla sopravvivenza: se ci attaccano, è chiaro, ci difendiamo. Se pratichiamo violenza senza scrupoli, per il gusto di sentirci forti nei confronti degli altri, è un altro discorso.

PS: ProdottiUtili ma come? E' mai possibile che sia stato google ad affibbiarti questo nick? E' un atto di violenza. Strano, che tu, impavido come sei, almeno da quello che scrivi, non ti sia difeso.
Più ti leggo, più penso che, forse...

ProdottiUtili ha detto...

Molecola Anfipatica: Che fai, sfotti? :). No...ho solo messo il mio indirizzo mail...pensavo mi chiedesse successivamente il nick con cui comparire...e invece l'ha scelto lui.
Eh, allora ci capiamo: quella è aggressività. A parte che secondo me, la violenza è un'etichetta. Esistono atti che, in base a come vengono interpretati, producono in chi li subisce quella che tra gli umani viene chiamata Violenza.
Sofferenza, nel mondo reale, non esiste. Violenza nemmeno. Se qualcuno, con una mannaia, mi da un colpo e mi stacca l'avambraccio...parlando in ambito "tecnico", ha fatto qualcosa che ha provocato in me dolore, fisico.
Un "tipo violento"...è uno che fa cose generalmente codificate come portatrici di Sofferenza, o Dolore (invito a dividere le due cose. La Sofferenza è mentale, il Dolore è fisico). Quello che invece si può dire, come fenomeno, è che costui sta facendo, appunto, qualcosa che crea o Sofferenza (quindi niente, ad un modo più profondo di esaminare la questione) o Dolore.
"Ogni giorno, una gazzella si alza e sa che deve correre per non soccombere al leone. Ogni giorno, il leone si alza e sa che deve correre per mangiare la gazzella. Non importa che tu sia leone o gazzella...corri!"...non è una frase figa solo perchè faceva vendere le bevande energetiche...Nessuna gazzella madre denuncerà in un tribunale per "Violenza" il leone che gli ha ammazzato la gazzellina! O parteciperà a qualche programma di Salvo D'Acquisto per denunciare la sua indignazione. E nessun leone verrà giudicato "peggior cacciatore dell'anno" dal Club Sportivo dei leoni, per non aver agguantato la gazzella.
Mi pare di aver capito che te sei una biologa. Un parassita, un battere, sono violenti quando attaccano un organismo? No...fanno il loro lavoro! Se io becco un fungo, questo rode a ME...e posso stare giorni a lamentarmi di quanto questo sia ingiusta questa sua violenza nei miei confronti: lui, quello che io chiamo violenza, lo chiama metabolismo...e continua imperterrito.

molecola anfipatica ha detto...

Ma no, ProdottiUtili. Perchè mai dovrei sfotterti? ;)
E' che dopo aver letto della tua disavventura, e del modo, soprattutto, in cui ne sei uscito, ti immagino come uno strafigo da paura. Anche se sei un cesso da paura, non ha importanza. E' la virilità... che conta.


Luca SM1 ha detto...

Secondo me Prodottiutili è Jason Bourne, protagonista dell'omonima saga, e non può mettere il suo nome per esteso per ovvi motivi..

molecola anfipatica ha detto...

LucaSM1 XD !!
ProdottiUtili è più figo di Jason Bourne (che non conosco, ma conoscendo ProdottiUtili, il paragone lo faccio a priori).
ProdottiUtili, orsù, svelaci la tua vera identità.

ProdottiUtili ha detto...

Luca SM1: E' un bel personaggio, Jason Bourne. Ho visto tutti e tre i film con Matt Damon...the Bourne Legacy non l'ho visto. E' a mio avviso l'Adulto (coatto) per eccellenza. O senz'altro, che io sappia, una delle sue migliori ricostruzioni cinematografiche. Perfino il profilo psicologico (ma qui servirebbe G.C.Giacobbe) è coerente. Soffre di amnesia, continui mal di testa, flashbacks continui dovuti al Disturbo da Stress Post-Traumatico...sintomatologia coerente con chi vive in perenne tensione (anche se non sono necessariamente correlate). Ma le immagini parlano da sole:
http://www.youtube.com/watch?v=OwaxFAC6rzk
(sfortuna che ho trovato la clip solo in inglese, inglese però abbastanza comprensibile e ci sono i sottotitoli).
Molecola Anfipatica: Grazie per la fiducia!

Luca SM1 ha detto...

Perchè adulto coatto? Bourne usa la violenza solo quando è braccato o per salvarsi la vita, se hai visto il primo ed il secondo episodio dovresti sapere che stava con Marie e l'ha definita "la cosa più bella". Non mi sembra proprio un adulto nevrotico, anzi.

Luca SM1 ha detto...

Il video da te postato, comunque, è una delle scene più surreali della saga: a parte il neutralizzare due nemici in due secondi, possibile che il posto di polizia di un aeroporto (c'è pure scritto "sala interrogatori") non sia sorvegliato da nessuno? Prova a fuggire da una qualsiasi camera di sicurezza in questura/caserma, poi vediamo se riesce a raccontarla..

molecola anfipatica ha detto...

ProdottiUtili, si dice batterio, non "battere".

ProdottiUtili ha detto...

Luca SM1: Si, ogni film ha questi tocchi di "capacità surreali". Mah...io continuo a vederlo come un personaggio che sta sempre sul chi va là.
Molecola Anfipatica: Si, si dice batterio. Il controllo ortografia avrà corretto male qualcosa che avevo scritto male!

molecola anfipatica ha detto...

ProdottiUtili, mi chiedo come fai a sapere che sono una biologa... o meglio, aspirante biologa. L'hai letto nella palla di cristallo?
Perchè non entri con il tuo vero nick?

ProdottiUtili ha detto...

Molecola Anfipatica: Sospetto che "Molecola Anfipatica"...non te l'abbia messo google in automatico, come nick :)...E una che ha un nick del genere...difficile che si limiti ad avere la biologia solo come passione...è probabile che ne faccia (o ne voglia fare, nel tuo caso specifico) un vero e proprio lavoro!

molecola anfipatica ha detto...

ProdottiUtili, è 'sta faccenda di google che mette i nick in automatico, che non mi convince... Ho l'impressione che io e te già ci conosciamo. Ma non ho la palla di cristallo, che me lo può confermare... soltanto un po' di intuizione.

ProdottiUtili ha detto...

Molecola Anfipatica: Io sono appena arrivato sul forum. Se c'è qualcuno che conosco qui sopra, lo ignoro (te compresa). Conosco una biologa, se sei te non lo so!

DARHER ha detto...

Un conto è la violenza gratuita e la competizione intesa come gareggiamento. Un conto è la difesa personale e la competizione naturale ovvero l'istinto di sopravvivenza e di evoluzione.
Anche nelle arti marziali esiste questa differenza: ci sono quelle da competizione (pugilato, mma, muay thai, karate sportivo, judo sportivo, ecc), che prevedono l'uso di protezioni e regole ma in compenso il contatto pieno; e quelle da difesa personale(aikido, ninjutsu, jujutsu, wing chun, karate tradizionale, kyusho, ecc) che prevedono invece un allontanamento dallo spirito competitivo e quindi dal gareggiamento, e in compenso studiano come meglio colpire tutte le zone sensibili nel migliore e veloce modo possibile (proprio quelle tecniche "falliche" sopra un ring).
Prodottiutili ha fatto bene a reagire a quella maniera, era difesa personale e instinto di sopravvivenza il suo: ok porgere l'altra guancia, ma se ti mettono all'angolo devi pur far qualcosa. La violenza non è mai giustificata, nel senso che in una situazione simile lui ha fatto bene a crearsi una via di fuga e ad andarsene, senza infierire ulteriormente sui due tipi a terra. E' del resto la filosofia delle arti marziali da difesa personale. La violenza fisica non fa mai del bene: se le prendi, ti fai male; se le dai, passi guai giudiziari (se ti va bene. Se ti va male vengono i cugini del tipo a cui le hai date). Ciò che non ho capito però, è che arte marziale tu pratichi, ProdottiUtili. Hai parlato di "MMA da 10 anni", ma l'MMA intesa come disciplina insegnata nelle palestre esiste solo da pochi anni; prima c'erano solo eventi, di MMA, che vedevano battersi praticanti di bjj, kick boxing, muay thai, pugilato, ecc.

DARHER ha detto...

Luca, prova coi tappini per le orecchie. Li provai solo una volta in Spagna, li vendevano in un distributore all'interno della biblioteca d'Università (cose dell'altro mondo), e li indossavano un sacco di studenti che non ti sentivano se gli chiedevi un lapis. Dovrebbero esisterne di diversi tipi, sicuramente più 'professionali', in farmacia. Non ti preoccupare, se metti la sveglia ad alto volume accanto al tuo letto, la senti lo stesso. Ma qualunque altro rumone finisce di esistere.

Luca SM1 ha detto...

Darher, quando l'intensità sonora è di 65DB, hai voglia ad usare i tappi. Ne ho provati di tutti i tipi, non funzionano, ci vogliono le cuffie professionali, quelle che mettono quelli che usano il martello pneumatico. L'unica soluzione è cambiare casa, ed infatti sto cercando di farlo. Grazie comunque per il contributo.

MOLTIMALTI ha detto...

Ciao ragazzi ma alla fine in questi ultimi mesi qualcuno il training l'ha fatto? Ed ha avuto risultati? Io al momento ho ripreso gli psicofarmaci e per ora sembra andare meglio ma ovviamente sono solo i sintomi a lenirsi.

Luca SM1 ha detto...

Ciao Mitch, una domanda: tu hai qualche malattia fisica/organica cronica e/o degenerativa? Te lo chiedo perchè io ce l'ho e credo che un peso non indifferente la malattia ce l'abbia, nell'evoluzione psicologica di un individuo. D'altro canto qualcuno diceva "mens sana in corpore sano".

MOLTIMALTI ha detto...

LUCA SM1 no non ne ho organicamente, ho solo l'ansia che mi crea blocchi mentali. Per la tua tesi credo che concordo ma non essendo un esperto non posso esserne sicuro.

Luca SM1 ha detto...

Beh, per me è cosa piuttosto logica che un individuo che non funziona perfettamente non si può sentire così tranquillo e sicuro di poter affrontare il futuro con serenità. Lo stesso Giacobbe dice che la malattia provoca una regressione alla personalità infantile, ne consegue che una malattia cronica ostacola grandemente l'evoluzione dell'individuo. Ed infatti a me le ansie sono venute solo dopo i problemi fisici, prima non ne avevo. La paura di non poter affrontare da soli i problemi a causa di problemi fisici degenerativi mi sembra terrificante per qualsiasi persona, sia essa Schwarzenegger o un nerd.

molecola anfipatica ha detto...

Il fatto è che i problemi, o meglio, le situazioni in generale, non si possono evitare. Il problema sorge lì dove siamo noi a non voler accettare e affrontare una situazione.

Unknown ha detto...

ciao. effettivamente si, una disfunzione di un qualunque genere porta quasi sempre ad una dipendenza da qualcuno, e quindi conseguentemente a nutrire la parte infantile di sè. Tuttavia sono certo che, pur se è complicato, la nostra persona dovrebbe più funzionare come un sistema operativo Linux che Windows. Me ne intendo poco, ma il poco che so sull'argomento è perfetto per il mio esempio. Su Linux non esistono virus che impallano tutto, dacché lui non lo permette: è come se ci sono tante stanze, autonome, che non dipendono troppo l'un l'altra. La struttura di windows invece non prevede questi "moduli" indipendenti, ma è tutta una rete, con registro ecc, tale che se si presenta un problema in una stanza, questo si diffonde in tutte le altre, e si impalla tutto. Nonostante windows si paghi e linux sia gratis, il primo è più diffuso. La società ci abitua fin da piccoli ad avere un sistema operativo come windows, bello e fatto, installato per renderci tutti uguali e instabili, non "open source", e che va in tilt a qualunque problema. Spetta a noi poi, attraverso introspezioni, meditazione, esperienze, ecc, convertirci a qualcosa di più "forte", o meglio di più "linux". Ghandi era un tipetto con acciacchi e dipendeva per questo da terzi.. ma riusciva comunque ad essere Ghandi..! I monaci buddhisti che vivono di elemosina, se non ricevono ogni giorno le offerte muoiono, e quindi dipendono dagli altri.. ma sono dei monaci buddhisti illuminati, e secondo recenti studi, i più felici uomini della terra. Al ché tutti noi penso che molti (mai abbastanza) concetti li abbiamo, ma dobbiamo applicarli! Nella storia ci son stati degli Ercole supernevrotici, e dei Ghandi con una cazzutaggine ed un coraggio inimmaginabili. Per strada spesso si vedono bellocci superattillati alla "Uomini e Donne" che vengono solo presi per il c**o, e poi il tipetto comune, magari bassoto con la pancia, ed assolutamente senza abiti firmati, che passeggia con belle cicogne affascinanti e innamorate. Anche se difficile, bisogna compiere il "retto sforzo", la "retta presenza mentale" buddhista, affinché si inizi a funzionare come Linux e non come Windows. Ho iniziato a praticare meditazione Theravada, e devo dire la verità: non immaginavo il potere dell'applicazione di semplici gesti e concetti. Ho lasciato le arti marziali e mi son dato a questo per ora, perché è più difficile quanto più utile domare la propria mente, piuttosto che il proprio corpo.

Unknown ha detto...

(ps. sono sempre DARHER)

Unknown ha detto...

Anche attribuire la colpa ad una malattia é infantile e se ci rifacciamo alla metamedicina o alle regole di hamer anche le malattie sono un sintomo di un malessere psicologico che si manifesta attraverso il corpo , l' ansia é un modo che ti dice che c é qlc che non va ... Sta in te sciogliere il nodo se ti fai aiutare dai farmaci ... Si allievi un po il problema ma ti metti sempre nelle mani di qlc per risolvere il problema , secondo concetti standardizzati a campione , invece noi sia o diversi ogniugno con il,suo perché

Luca SM1 ha detto...

Già, bisognerebbe comportarsi da adulti e far finta che la malattia non esista. Peccato che, nel mio caso, non stiamo parlando di un eritema solare: hai voglia a far finta che sia tutto a posto. Sebbene sia parzialmente d'accordo sul significato della malattia come espressione di un malessere psichico, ti faccio una domanda: che cos'è venuta prima, l'ansia o la malattia? Perchè nel mio caso, prima della malattia, non avevo ansie. E' la malattia che me l'ha fatta venire, non il contrario.
E' molto facile essere belli tranquilli e rilassati quando si sta bene, ma prova a farlo anche con una una malattia cronica ed invalidante, poi ne riparliamo. Anche con Hamer e la metamedicina. Saluti.

molecola anfipatica ha detto...

Hai sottolineato il punto dolente, Luca: "bisognerebbe comportarsi da adulti e far finta che la malattia non esista", il problema è proprio qui: non bisogna FAR FINTA che la malattia non esista, bisogna semplicemente prenderne atto. L'ansia è pre-occupazione, è cioè uno stato emotivo legato a pensieri che non hanno attinenza con la realtà presente. Se una persona anziché "pre-occuparsi" di ciò che non c'è, si "occupasse" invece delle cose così come sono, e che ci sono (vale a dire delle cose che esistono e se esistono, esistono nella sola realtà presente), la sofferenza non avrebbe motivo di esistere,o quantomeno sarebbe molto più attenuata. Diversamente da una preoccupazione infatti, portatrice number one di ansia, e sulla quale hai voglia a pensarci sù (puoi farlo anche per tutta la vita, senza nessun risultato... senza nessuna soluzione, al massimo impazzisci, oppure, qualora non hai fatto in tempo a suicidarti, passi da uno stato patologico psichico ad uno fisico: della serie paghi uno e prendi due ), un sentimento vissuto nella sola realtà presente è innanzitutto bellissimo inquanto unico; secondo, è limitato poichè se la realtà è in continuo cambiamento, lo saranno anche i sentimenti.

DARHER ha detto...

infatti Luca, il prender coscienza dello status quo e conviverci non vedendolo più come un qualcosa di "aggravante", ma come un qualcosa di "è così e punto", è molto difficile. Nessuno mai ha detto che è semplice. Perché si ha paura di quel che in ogni caso può pensare la gente.. si ha paura di essere da meno di qualcun altro. Anche se tu dici "ok, stop, le cose stanno così e punto, ora questo è il mio nuovo status quo, la mia nuova routinne fisica, il mio nuovo essere me stesso", c'è il pensiero che una donna possa scegliere un altro al posto tuo perché quello è completamente sano in fisico e te no. Ho un amico di famiglia che è zoppo dalla nascita, ed ha per questo un'invalidità moolto molto importante. La moglie è una stangona, ha due belle figlie, e non ha mai avuto il portafoglio ricco.. era semplicemente se stesso, era uno che prendeva la vita con senso artistico, era vincente nonostante tutto. E' difficile, ma va fatto. Non per gli altri, per te stesso! Se la cosa è invalidante e cronica, devi dirti con serietà e determinazione: questa è la mio nuovo status, ma non mi fa paura niente e nessuno. Facile parlare, ma va fatto, indipendentemente se io o Molecola o chiunque altro ci riuscirebbero. Tu sei tu. E già che ti trovi, devi fare sta cosa. Devi aderire completamente al tuo essere, senza ripudiarne lo status quo. E' quel ripudio che ti fa soffrire e venire ansie. Devi aderire completamente al tuo essere. Devi stare sereno. Le donne? Sii sereno e determinato, e avrai i tuoi grandi successi.

DARHER ha detto...

GCG ed altri insegnano proprio che è vero "mens sana in corpore sano", ma noi uomini con la nostra mente così sviluppata possiamo diventar padroni della nostra mente anche se fuori c'è la guerra. Ok che il cambiamento, come qualunque tipo di cambiamento esista, spossa e turba, è un fatto normalissimo. Ma poi devi prendere le redini della tua mente. Se un gatto s'azzoppa, usa tutti gli altri sensi al meglio. Tu sei un uomo, ed hai come tale una mente che puoi portare a livelli inimmaginabili, puoi giocarci come vuoi. GCG, ed alcuni altri, insegnano semplicemente come giocarci. Entra profondamente in questi concetti e usali a tuo favore.

Unknown ha detto...

Scusate mi sono persa.... Io non ho detto che bisogna far finta che la malattia non. Cë, ma quella malattia o malessere compresa l ansia .... Ma anche un tumore...per dirla grossa dietro cm altro é la punta di groviglio più profondo che consciamente non si riesce o non si vuole vedere e allora il nostro cervello ci porta all attenzione passando attraverso il corpo !

Luca SM1 ha detto...

Le vostre teorie sono assolutamente affascinanti e condivisibili, pari pari a quelle di Giacobbe ma....
con che malattia cronica convivete voi? Da quale siete riusciti a guarire? No, perchè alla fine sono i risultati che contano...sapete com'è, non vorrei che finisse come col training...:)
Buon Natale a tutti!

MOLTIMALTI ha detto...

Ma io non capisco, a quante persone ha funzionato questo training? Anche perché GCG si proclama il salvatore degli ansiosi e dei depressi nei suoi libri e poi con una diagnosi via email mi viene a dire che io sono un caso più difficile del normale, solo perché il training su di me non ha funzionato. Nonostante ciò devo ammettere che le sue teorie mi convincono ancora, ma la cura è ancora lontana a mio parere.

Unknown ha detto...

gentilissimo dottor Giacobbe a pagina 69 del suo libro come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita lei scrive di concentrarsi sulla respirazione ma non è spiegato come si esegue una corretta respirazione.è sufficiente una respirazione diaframmatica?sarei tentato di adottare la tecnica degli yogin ma temo che sia troppo complicato per un principiante come il sottoscritto,e temo anche che tale tecnica potrebbe causarmi iperventilazione.lei scrive che la concentrazione sulla respirazione è una tecnica potentissima e vorrei davvero metterla in pratica con una giusta tecnica.potrebbe aiutarmi? perdoni eventuali errori di punteggiatura,sono una persona ignorante.le auguro un felice anno nuovo.suo lettore Giovanni Abazia

Luca SM1 ha detto...

@Rossella Kundalini: ammettiamo anche che la malattia sia sempre e comunque la manifestazione di un disagio dell'anima, la domanda è: basta esserne consapevoli per far cessare la malattia? Io per esperienza ti dico: assolutamente NO!

DARHER ha detto...

Luca, e sei davvero sicuro di esserne in tutto e per tutto consapevole? C'è differenza tra il percepire ed avere consapevolezza di un qualcosa (come insegna anche la meditazione Theravada). Giovanni Abazia, la tua è una domanda molto interessante. Anche io quando lessi quel libro qualche anno fa mi chiesi se esistesse una tecnica ben precisa a cui il professore facesse riferimento. Vediamo un po' cosa risponde :)
(ps. conosco laureati che non riuscirebbero a scrivere un decimo di come fai tu! E poi quì siamo in un contesto informale, nessuno di noi bada troppo alla punteggiatura, non preoccuparti!) (;

Luca SM1 ha detto...

Si Darher, ne sono assolutamente certo, così come sono certo di essermi rovinato con le mie mani per essermi auto-convinto di cose sbagliate ed aver agito di conseguenza.

Unknown ha detto...

ciao Darher,ti ringrazio per ciò che hai scritto di me.credo di intuire che tu sia una persona democratica e tollerante.per me il web è una novità,uso il computer da soli 4 mesi.questa novità è molto stimolante perchè si possono avere molte opportunità di dialogo.sono in cura psichiatrica per doc disturbo ossessivo compulsivo.credevo di essere l'unico a soffrire di tale disturbo ma con il web mi sono reso conto che tante persone soffrono di questa malattia che crea grande sofferenza psichica.ciò che non ti uccide ti rende più forte.sono sopravvissuto molte volte ma non mi sembra di essermi fortificato.spero che questo forum mi aiuti.credo che possiamo ricevere e dare aiuto.la comunicazione è un grande potere.a presto.Giovanni Abazia.

molecola anfipatica ha detto...

che bello: il forum si è ravvivato un po'.
ciao Giovanni, benvenuto!
Ne approfitto per augurare buone feste e buon anno a tutti.

Unknown ha detto...

ciao molecola anfipatica,grazie per avermi dato il benvenuto.ho letto alcune tue opinioni e credo di aver capito che sei una persona che crede molto nel libero arbitrio.io credo molto nella biochimica cerebrale.serotonina,dopamina adrenalina,noradrenalina ecc...danno luogo alla formazione del nostro libero arbitrio.il neurotrasmettitore serotonina ci mette in condizione di avere volontà.quando una persona è depressa non ha più volontà nemmeno di esistere semplicemente perchè la biochimica cerebrale è compromessa ovvero manca la serotonina tra gli spazi intersinaptici.dire ad una persona depressa di metterci un po di volntà è come dire ad un paraplegico di camminare.io sono una persona di mentalità organicista.naturalmente le mie opinioni possono essere opinabili. tutte le opinioni sono opinabili ma se c'è rispetto del prossimo le differenze di opinioni possono far nascere grandi amicizie.gli opposti si attraggono

Luca SM1 ha detto...

Ciao Giovanni, io sto giusto leggendo il libro "Il cervello anarchico" di G. Soresi, che parla proprio della biochimica cerebrale e della sua importanza nella salute psicofisica perchè, giova ricordarlo, chi non sta bene fisicamente non potrà mai star bene come uno che non ha nessuna malattia. Chi non ne ha una cronica da affrontare, provi ad immaginare di vivere tutti i giorni con la gstroenterite virale (volgarmente detta influenza intestinale) e poi ne riparliamo. P.S: per la respirazione, la tecnica che suggerisce Giacobbe la trovi in fondo al libro "La paura è una sega mentale". Buon 2013!

Luca SM1 ha detto...

Ooops, volevo dire 2014!

Unknown ha detto...

ciao luca,vado subito a leggere la paura è una sega mentale. ti ringrazio tantissimo per la dritta.anch'io ti auguro un buonissimissimo 2014.

Luca SM1 ha detto...

La preoccupazione, questo demone che genera ansia.
Bisognerebbe vivere nel presente e non pensare. E vissero così felici e contenti.
Ma siamo sicuri?
Tutto dipende da cosa si intende per preoccupazione, ovviamente. Perchè se stiamo parlando del pensiero che possa cadere l'aereo che si sta per prendere, ok, mi sta bene. Ma quella io non la chiamo preoccupazione, la chiamo pensiero inutile.
La pre-occupazione, invece (letteralmetne occuparsi PRIMA) è un'arma potentissima per non trovarsi nei guai, altro che demone.
Ne conosco di gente che vive perennemente nel presente, e domani chissà.
Sono quelli che alle 3 di notte ti chiamano perchè hanno bucato e non hanno mai controllato di avere la ruota di scorta. Io, invece, che controllo anche la sua pressione con cadenza mensile, sono un nevrotico, perchè mi pre-occupo del fatto che potrei anche bucare alle 3 di notte a 100 km da casa ed in una strada isolata.
Però poi la ruota me la cambio da solo.
La pre-occupazione, cioè la paura, due anni fa mi avrebbe consentito di porre l'attenzione su aspetti che la smania di fuggire da casa dei miei genitori all'arrembaggio di una personalità adulta, che è stata la mia rovina, mi ha invece bellamente nascosto.
Meditate, gente, meditate.

MOLTIMALTI ha detto...

Ciao ragazzi, qualcuno ha mai letto il libro "Guarire" di David Servan-Schreiber? Io lo sto leggendo e volevo sapere da voi se lo avete trovato interessante e le tecniche da lui descritte sono risultate efficaci.

molecola anfipatica ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
molecola anfipatica ha detto...

A meditare troppo si finisce per non concludere nulla, Luca.
Piuttosto vivete!
Vivete e non pensate. ;)

Luca SM1 ha detto...
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Luca SM1 ha detto...

@Molecola: magari. Io rivoglio la mia vita di prima, quando ero libero di andare dove volevo, fare quello che volevo. Ora sopravvivo giorno per giorno, e questa non la chiamo vita.

@Mitch, no, non l'ho letto ma ho dato un'occhiata sul web ai suoi contenuti..che vuoi che ti dica, qualsiasi autore è più che convinto dell'efficacia delle tecniche che presenta, cosa che peraltro già ben conosci, che ti devo dire..prova: tentare non nuoce (si spera).

Unknown ha detto...

Buona domenica a tutti e buon anno.
Secondo voi cosa si intende quando si parla di "controllo della realtà" da parte di un adulto?

Luca SM1 ha detto...

@Carst Boh: forse volevi dire "controllo del territorio"? La terminologia usata dal Prof. Giacobbe è questa, non "controllo della realtà".

Altro che personalità adulta, bambina, ca...i e mazzi, la causa di tutti i mali è la pizza con le olive! Ed io lo so che voi ve ne mangiate una tutte le sere, maledetti. E poi vi lamentate che vi viene l'ansia!
https://www.youtube.com/watch?v=9tMUNdFTPtA

molecola anfipatica ha detto...

Controllare la realtà significa innanzitutto accettarla; secondo, viverla agevolmente sfruttando al meglio i mezzi che si hanno a disposizione. Provo a fare un esempio: se io vivo in una zona sismica e ad un certo punto arriva una scossa allucinante che mi fa crollare 6 piani di calcestruzzo in testa, il problema non è la scossa. La realtà è che vivo in una zona sismica. Non posso dire alle faglie "smettetela di muovermi altrimenti il palazzo mi crolla addosso" ma io, uomo capace di controllare la realtà, ho consapevolezza di vivere in una zona sismica e per questo mi adopero per sfruttare al meglio i mezzi che 2000 e passa anni di tecnologia mi mette a disposizione per costruirmi una casa antisismica.
Non so se l'esempio è stato esplicativo.

Unknown ha detto...

@Luca SM1: Si, la terminologia è quella!

@Molecola Anfipatica: Si, accettarla, ci sono...sta di fatto che non riesco a capire la differenza tra quello che succede nella mente del "bambino" quando si dice che non ha il controllo del proprio territorio a differenza di quello che succede nella mente dell'"adulto",che invece è in grado di farlo! L'esempio è calzante...ma puoi farne uno riguardo per esempio qualcosa su qualche altro argomento più frequente (non so, lavoro, rapporti umani, famiglia, ecc ecc?)

Luca SM1 ha detto...

Secondo me la realtà non puoi controllarla, tutt'al più viverla, e non è la stessa cosa.
Per "controllo del territorio", termine più da Cheyenne che da uomo occidentale, credo che il Professore intenda il dominio del proprio ambiente, vale a dire l'egemonia assoluta nella tua casa, nel tuo posto di lavoro, insomma, nei luoghi dove si esplica la tua personalità, dove interagisci con gli altri.
In pratica, una cosa difficilmente realizzabile, se non a caro, prezzo (uno stato costante di guerra e di scontro con gli altri). Lo "stronzo" di Giacobbe, disposto a tutto pur di portare a sè il piacere, non a caso viene da lui definito "Guerriero" invincibile ed invulnerabile, con stima illimitata di sè, qualunque cosa succeda.

Luca SM1 ha detto...

Ma ve lo siete guardato quel video che ho postato? Dai, è davvero irresistibile! Ed in giro sul web è pieno zeppo di gente che venera questo qui e dice di essere guarita dalle più svariate malattie...

Unknown ha detto...

@Luca SM1: No, non lo conosco...ma dovrei provare le sue cure prima di dire che non funzionano. So per quasi certa una cosa: il discorso che le malattie psichiche si tengano sotto controllo assumendo dei farmaci a vita, mi sembra ridicolo. Non sono io a dire che di psicofarmaci (ma anche di farmaci in realtà) se ne fa spesso un abuso, più che un uso.
A rimanere sul "chi va là" sempre nei confronti degli altri, non credo sia un atteggiamento da sicuri di sé, per il resto, che male c'è a sviluppare sicurezza interiore?

molecola anfipatica ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
molecola anfipatica ha detto...

Carst Bosh, provo a fare un altro esempio. Se tu domani mattina ti alzi dal letto, vai in bagno, scivoli e ti rompi una gamba, la realtà è che, purtroppo, ti sei rotto una gamba. A questo punto le soluzioni sono due, o rimanere per terra con la tua gamba rotta e maledire tutti i martiri, i santi, i defunti, i vivi e continuare a guardarti la gamba rotta in lacrime, oppure, da persona più intelligente, provare a chiedere aiuto, andare in ospedale, fartela aggiustare e goderti qualche giorno di convalescenza/sano relax a casina.
La seconda soluzione e quella di una persona capace dì "controllo della realtà".
Capitolo 2, anche perchè la storia volendo può continuare all'infinito. L'importante è capire il concetto.
Sto a letto con la gamba ingessata , imbambagiata, con i chiodi nell'osso, la catenella di sostegno e due flebo piantate nelle vene. La sera prima mi ero incontrato con una strafiga che mi aveva invitato a ballare i balli di gruppo della scuola di tango vicino casa sua: che faccio?
1 Maledico i martiri, i santi, i defunti, i vivi e gli stravivi; guardo la mia gamba e piango, penso che forse non ritornerà più come prima e quindi sarò uno zoppo a vita, o peggio, non potrò più fare l'attacante nella mia squadra di calcetto, lei mi darà come soprannome "Gigino lo zoppino".
2 La chiamo, le dico che mi sono rotto una gamba, ma la aspetto lo stesso per una seratina intima, noi soli in casa e a contornare il tutto ci sarà, anzichè il bacino sotto al vischio, il bacino sotto la flebo dondolante (che porta più fortuna del vischio).
Le situazioni... la realtà non possono essere cambiate: o l'accetti, e solo così impari a controllarla, o sei fottuto.

Luca SM1 ha detto...

@Carst Boh: e chi ha detto che le malattie si curano con gli psicofarmaci? Io ritengo solo che sostenere che ansia, depressione & friends siano tutte conseguenze di una "cattiva" alimentazione (sempre secondo Mozzi) sia troppo semplicistico e poco realistico.
Conosco decine di persone che mangiano schifezze a raffica da decenni e vivono tranquille, come conosco una persona da sempre "salutista" che lotta contro il cancro da quasi 15 anni.
Rimanere sempre sul "chi va là" e dubitare di teorie estreme ed ambigue non è la stessa cosa, mi pare.

Unknown ha detto...

@Luca SM1: No, non è la stessa cosa, non avevo capito cosa avevi scritto.

@Molecola: Ho capito. Ho una sola domanda, rimaniamo al tizio che si rompe la gamba...l'"adulto" non si lascia andare neanche a sfoghi di disperazione? Perché a me verrebbe naturale pensare tutte quelle cose lì, ad essermi rotto una gamba...per poi lasciare che la vita faccia il suo corso. Per la serie "fatto il danno, si trova la cura". Le emozioni, le debolezze...come trovano spazio in questa faccenda? Qui nessuno è un supereroe, per come la vedo io...ma qual è la differenza tra il vivere le proprie debolezze da "bambino" e da "adulto"?
Spero di essere stato chiaro su cosa intendo!

molecola anfipatica ha detto...

Ma, io penso che qualche bestemmia te la lasci scappare: è chiaro, siamo umani, il dolore lo sentiamo... e la sfiga anche.
Ma finisce lì. Dopodichè, ti rimbocchi le maniche e vedi cosa fare. La persona infantile è chi non si limita allo sfogo naturale del momento, ma resta lì a piangersi addosso a vita.

Unknown ha detto...

@Molecola: Descritta così la faccenda, quasi nessuno ha dei comportamenti distintivi così drastici. Se uno percepisce un problema, qualcosa che non riesce a risolvere...è normale rimanere preoccupati fin quando il problema non si risolve. Questo potrebbe voler dire anche mesi! Continuo a non avere chiara la questione. E non sei te che non l'hai spiegata chiaramente, anzi!

molecola anfipatica ha detto...

Carst Bosh, i prblemi, quelli veri, hanno SEMPRE una soluzione. E abbastanza immediata. I problemi nevrotici sono quelli che, come tu hai detto, richiedono mesi, se non addirittura anni, per arrivare ad una soluzione.
La soluzione, quella vera, è guardare in faccia la realtà.

Un ultimo esempio, drastico. Se rimango vittima di un incidente stradale che mi paralizza le gambe: che posso fare? Maledire l'incidente? Ok, ci sta pure. Ma fino al momento, lecito e naturale, dello sfogo. Di certo non posso lamentarmene per mesi, o peggio ancora, per tutta la vita. Non serve a nulla. Ormai è successo. Dopo che è successo, la prima cosa, inevitabile, che devo fare (altrimenti sarò un infelice a vita) è prendere atto che non potrò più camminare con le mie gambe, e quindi accettare la realtà; secondo, se davvero voglio essere efficace nella realtà, sono cioè capace di esercitare controllo in essa, metto da parte risentimento, rabbia ecc.. e inizio ad ingegnarmi su come vivere il più possibile agevolmente da disabile.
Questo è per fare un esempio estremo, ma volendo se ne potrebbero fare di diversi.
Il mondo della mente è distaccato dalla realtà: non vuole vederla, non vuole accettarla.
Una volta che ti fai coraggio è inizi a mettere in sordina i pensieri futili e a guardare la realtà per quello che è, tutto diventa più semplice, immediato, meno sofferto.
Spero di esserti stata utile. ;)

Unknown ha detto...

@Molecola: Si...mi sei stata utile :)

DARHER ha detto...

Vorrei fare una domanda a tutti voi: quanti di voi sono completamente indipendenti? Con questo non voglio alludere all'indipendenza semplicemente logistica che può avere uno studente fuori sede: intendo seriamente indipendenti, economicamente (ci si paga da sè vitto, alloggio, studi o quant'altro) e quindi anche logisticamente. In più quanti anni avete, cosa avete intenzione di fare (se avete pensato a qualcosa) nel breve termine (domani), cosa nel lungo termine (tra un anno), ed il rapporto che avete coi vostri più famigliari, con il partner, e con voi stessi. Sembra il sondaggio di un qualche giornale, ma non lo è. Si parla da pagine e pagine di sintomi ma non di sè stessi, della propria storia, della propria routinne, dei propri perché. Non tutta la vita di ciascuno, chiaro: anche semplicemente delle risposte a quelle domande.

molecola anfipatica ha detto...

Darher, allora da dove inizio... sono stata economicamente e fisicamente indipendente (se così si può dire, nel senso che vivevo in una casa tutta mia, da sola, in una città diversa da quella dei miei famigliari e con i miei cani) fino a qualche anno fa. Lavoravo in una cooperativa sociale, non guadagnavo tantissimo, ma con le ripetizioni e un po' di risparmio, tiravo a campare ed ero, tutto sommato, abbastanza soddisfatta della mia vita. Poi un bel giorno decisi di iscrivermi all'università (ho iniziato tardi, a 23 anni) e, sapendo di poter contare sull'aiuto economico dei miei, oggi sono una delle tante studentesse mantenute. Sono più che mai soddisfatta della mia scelta universitaria. Nel senso che diversamente da molti miei colleghi/colleghe, sono una delle poche iscritte a biologia per passione (provare per credere, la scienza appassiona tutti, tutt'al più se hai la fortuna di trovare docenti altrettanto appassionati e intelligenti), non come ripiego per non essere entrata a medicina.
Se avessi voluto, avrei potuto lavoricchiare (non so, fare la cameriera il sabato sera in qualche pub, dare ripetizioni, baby-sitter, visto che con i bambini ho molta esperienza...), ma non l'ho fatto. Mi sono completamente adagiata sugli allori,nonchè sull'opportunità offertami da mamma e papà (che, ripeto, possono permettermi tutto questo senza grossi sacrifici) con il risultato che mi sto divertendo tantissimo... ogni tanto lo studio se ne va a puttane, però, se dovessi fare un paragone tra prima ed ora, sono molto meno responsabile e pigra, soprattutto...
Per il resto, ho una vita sociale che mi soddisfa, adoro la mia famiglia (attenzione: non da sempre, dopo averla odiata da morire), amo me stessa, ma non per questo mi credo invincibile, invulnerabile o oltremodo insuperabile come recita il training. Anzi è proprio la conoscenza e riconoscenza dei miei limiti a rendermi felice, fiera di me stessa (quando c'è da esserne fiera) e vogliosa come non mai di migliorare sempre di più.
Perchè non si smette mai nella vita, di migliorare.

DARHER ha detto...

nel senso che pagavi da te vitto alloggio ed extra? e facesti un concorso o era un po' come sempre "aummaumma"? Dati i costi dei soli affitti, vedersela a 360° da soli con un lavoretto, e un po' complicato. Quindi diciamo che attualmente a 26 (?) anni sei aiutata dai tuoi, che odiavi finchè ci convivevi (come tutti gli adolescenti) e che ora che non ti rompono le balle e ti inviano denaro a yosa senza troppi sforzi, adori, chiaramente. Per curiosità ti hanno dato un ultimatum di tempo x la laurea? E cosa ti ha spinto a leggere i libri di Giacobbe?

molecola anfipatica ha detto...

Caro Darher, mi spiace che la conversazione, che poteva essere una conversazione piacevole e costruttiva per tutti sia destinata (almeno da parte mia) ad interrompersi, dato che nel tuo post leggo un tono di marcata saccenza. E io le persone saccenti le trovo noiose, dato che non mi portano nulla di nuovo nella vita, se non la mera constatazione che la gente (non tutti, ogni tanto capita di trovare persone sveglie e positive) non ha ancora capito che la vita è una cosa semplice. Io personalmente non ho avuto una vita "semplice". E non sarò qui a raccontarvela. Potrei dirvi che anch'io ho avuto delle belle grane, ma non me ne lamento, anzi... ringrazio Dio di tutte le esperienze di cui mi ha fatto dono, perchè se oggi ho capito determinate cose, raggiunto determinati traguardi, ma soprattutto, se oggi sono la persona che sono, è proprio grazie alle cose belle e brutte che ho vissuto.
Per il resto, è semplice giudicare dall'esterno. I miei genitori li adoro da sempre, soltanto che se una volta mi limitavo a guardare soltanto alle loro inconsapevoli mancanze, ora metto l'accento sulla bellezza di tutto ciò di cui mi hanno fatto dono ( e non mi riferisco soltanto al lato economico: non avrebbe senso).
Certo essere studentessa a 26 anni e mantenuta dai propri genitori, non è il massimo a cui una persona può e deve aspirare, ma nemmeno me ne faccio una colpa. Ho ricevuto quest'occasione e ho scelto di sfruttarla.
Non ho mai ottenuto nulla sperando che la fortuna mi piovesse dal cielo. Tutto ciò che ho ottenuto è frutto del mio impegno. Alcuni contratti di lavoro li ho ottenuti sottoponendomi a colloqui e bandi di concorso, altri rimboccandomi le maniche o semplicemente sfruttando al meglio ingegno e creatività.
Cosa mi aspetto in futuro? Nulla. Non sono una di quelle studentesse convinte di terminare il proprio percorso di studi e trovare un lavoro prestigioso. No. Semplicemente mi auguro di rinnovare nel tempo ciò che ho seminato e raccolto finora, ovvero serenità, passione e amore per la vita.
Non chiedo di meglio.

molecola anfipatica ha detto...
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DARHER ha detto...

Il Colonnello Mortimer al Monco: "Le domande non sono mai indiscrete, le risposte lo sono, a volte". Ma come Molecola, dai corposi consigli da manuale a tutti, e mi crolli così irritandoti per un paio di pareri, giusti o sbagliati che siano, dalla matrice sì pungente ma anche abbastanza umoristica? Humor nero se vuoi. Perdonami se posso averti offesa. Forse ho colpito nel centro. E' questo, che voglio sentire quì: i disagi, le cause, gli esempi. Chi viene quì non lo fa per sentir recitare a memoria passi dei libri, piuttosto condividere e leggere esperienze.

Parliamoci con sincerità, chiunque passi dei periodi fuori casa, mentre è via fa pensieri malinconici sui propri più famigliari, quasi si senta in colpa per averli mal visti a volte in passato; poi quando ci si ritorna si ricomincia più di prima a maledirne i limiti mentali. Ti sfiderei volentieri, punzecchiandoti ancora, a tornare dai tuoi perseverando nel tuo romanticismo.

DARHER ha detto...
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DARHER ha detto...

Sono ancora curioso di sapere da tutti voi che età avete, cosa fate o volete fare, se siete del tutto indipendenti e le vere cause che vi hanno portato a leggere i libri di giacobbe, come pensate di demolirle, o come le avete demolite.
ps: Sono sempre Dario o DARHER o Darbolik.

Anonimo ha detto...

Mi chiamo Alessandro. Ho 31 anni ancora per un po.
Ho cominciato a leggere i libri del prof dall' uscita del libro "come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita". Sono passati 10 anni. Non ho seguito con costanza i suoi insegnamenti perché il mio lato infantile faceva ostruzione. Sono 7 anni che lavoro e che vivo da solo. 3 che ho mandato a quel paese la fidanzata.
Purtroppo il prof ha ragione su quasi tutto. E mi è stato molto difficile ammetterlo. Seguire i suoi insegnamenti vuol dire andare incontro a sofferenza. Se la superi stringendo i denti e non mollando allora diventi adulto.
Quando affronti la solitudine il più difficile è imparare ad amarti. Se ci riesci non ti ferma più niente perché scopri che quando ti ami smetti di desiderare molte cose che la società ti fa credere indispensabili. Esci dalla spirale del consumismo e ti godi semplicemente quello che c' è.
L' unica cosa che il prof avrebbe dovuto evidenziare di più è la ricerca dell' autonomia anche sul lavoro. Cioè lavorare in proprio.

Asana ha detto...

Ciao a tutti, leggo i libri del prof. per curiosità e per allargare i miei orizzonti. Certi libri li considero capolavori, certi "evitabili"....comunque il mio pensiero su Giacobbe rimane positivissimo.
Ho 39 anni, lavoro da quando ne ho 20 e quest'anno inizierò a costruirmi una casa tutta mia.
Fino ad ora ho risparmiato a più non posso e ora userò i frutti del mio lavoro.
Abito in aperta campagna in una casa grandissima assieme ai miei genitori in mezzo a campi, pollai, boschetti, ruscelli e quant'altro.
Diciamo che faccio vita "agreste"...nelle vacanze natalizie ho tagliato e spaccato più di 50 quintali di legna....
Non sono fidanzato, o almeno non più...

P.S: Molecola anfipatica i tuoi post mi irritano, sembra di leggere Giacobbe.
Scrivi con la tua personalità, non con quella degli altri....

Buona giornata a tutti!

Asana ha detto...
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Unknown ha detto...

Mi chiamo Carst Boh (preferisco non dire il mio nome) e ho 28 anni.
Non sono indipendente e non lavoro.

Ho letto i libri di GCG perché ci sono arrivato, dopo un lungo percorso di sofferenza per motivi tutto sommato banali, che sto cominciando a contrastare, ma che non ho ancora superato del tutto.
Nella fattispecie, patisco sofferenza perché non lavoro, perché a volte mi sento solo e perché non gestisco efficacemente i rapporti con gli altri, soprattutto con l'altro sesso.

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...

Una casa in collina o tra i campi: sarà un po' scomodo se si lavora in città, ma una goduria il sapore del verde al posto del cemento! Parlai questa primavera in un casolare in aperta campagna con una madre di famiglia che qualche anno fa, presa da malattie psicosomatiche da stress per il lavoro d'ufficio (laureata in informatica), decise di lasciare tutto e darsi alla vita agreste, tra mucche, pecore e galline. La sua vita, disse, ne ha goduto di immensi benefici. Ed anche le mozzarelline erano buone. Ebbe comunque in più la fortuna che il casolare era del padre, ed avviare il tutto non fu troppo complicato.

Riguardo me, ho 23 anni, laureando, non economicamente indipendente. Tra un anno conto d'essermi laureato ed aderire a qualche progetto europeo un minimo retribuito con l'università o con qualche ONG, se ci riesco. Per la specialistica si vedrà una volta che potrò pagarmela da me. Con le donne tutto liscio, con mio fratello primogenito sono spesso "guru", gli "amici miei" son tutti o partiti o fidanzati tipo il Melandri, ma spesso si fa amicizia anche al bar d'ateneo, la vita sociale ha sempre da masticare.

Ciò che mi ha portato a leggere i primi libri del Giacobbe fu una serie di eventi in un periodo di sintomatologie patetiche quanto serie da nevrotico infantile, che si conclusero con qualche minaccia reciproca col tipo di lei, ma soprattutto l'abbattimento completo della mia "non personalità", che fu anche molto pericoloso, per me più che per gli altri. Tuttavia questo fu una fortuna, presi consapevolezza delle cause di quegli atteggiamenti e mi iniziai ad evolvere risolvendo anche cose che mi portavo dietro fin dalla preadolescenza, come problemi del sonno, molti anancasmi, gastrite da stress. Lessi molto, scrissi moltissimo, e soprattutto testai sul campo mandando a fanculo qualunque cosa, paturnia, progetto, persona, per un bel periodo. Tra alti e bassi il trend fu assai positivo, dopo diversi anni a parte momenti di tensione per il non essere indipendente, sono una persona molto ma molto più serena nel mio sonno e nelle mie relazioni, e non ho mai cambiato le passioni: arti marziali, il disegno, Clint Eastwood, le tette grosse, la cinematografia. Dai libri del Giacobbe poi mi sono avvicinato al Buddhismo praticando meditazione Theravada.

Unknown ha detto...

@Giovanni Abazia: spero la mia domanda non sia indiscreta: quali sono, nello specifico, i sintomi del tuo disturbo doc? Eviti le righe delle mattonelle su cui cammini, fai tra te e te riti gestuali e verbali per riportare la mente ad un particolare "stato" o per evitare che accada qualcosa (del tipo: se accade questo, vuol dire che succederà così, se accade quest'altro, vuol dire succederà quest'altra cosa..)?

Unknown ha detto...

caro Walter Dorian,la tua domanda non è indiscreta e ti rispondo volentieri.i sintomi che hai elencato sono probabilmente quelli di qualcuno che conosci ma non sono i miei.ti elenco alcuni dei miei.lavarmi,lavarmi,lavarmi,rilavarmi,strarilavarmi al punto di togliere la flora batterica sulla pelle, per cui poi mi trovo con la pelle arrossata,e la mente angosciata per il timore di contrarre qualche infezione alla pelle.quando non abbiamo la flora batterica che ci protegge può succedere,quindi questo timore è assolutamente giustificato.nonostante ciò il giorno dopo ricomincio a imbrigliarmi in questa spirale perversa.poi ci sono altri sintomi "minori" che consistono essenzialmente in riti di controllo,controllo,controllo,ricontrollo e straultraricontrollo.quando ho finito di controllare sono stanchissimo fisicamente e mentalmente.credo di avere il cervello seriamente disturbato.

Unknown ha detto...

Quando decisi con tutto me stesso di controllare la mia mente, riuscii a superare i miei anancasmi con due principali cose:

1.Documentandomi su cosa si trattasse, così da capire come la realtà procedesse tranquillamente e serenamente tutt'attorno senza venire minimamente condizionata dai miei "rituali". L'unica persona che ne veniva condizionata ero io stesso, e solo in negativo. Quindi non c'era assolutamente "bisogno" di quei gesti. La mente era la mia ed in un modo o nell'altro dovevo necessariamente riuscire a controllare ciò che facevo.

2.Per riuscirci iniziai a prendere decisioni su qualunque cosa, e nel particolare sul piano razionale. Ad esempio: ero al pc e ad un certo punto mi dicevo "stop, chiudi tutto e mettiti a leggere", e lo facevo. Poi ho passato a fare questa operazione durante cose a cui tenevo, ad esempio mentre mangiavo una cosa che mi piaceva molto mi dicevo "fermati e di che non hai più fame", oppure mentre vedevo un bel film "fermati e vai a disegnare". Esercitandomi in questo modo sono infine passato a controllare anche quei momenti di anancasmi. Ad esempio per strada appena mi accorgevo che stavo evitando le righe del marciapiede, sollevavo lo sguardo e mi dicevo "cambia pensieri, pensa a cosa faresti se ti trovassi in una prateria". E come mi accorgevo che calpestando casualmente quelle righe non succedeva niente anzi, mi sentivo fiero di me stesso, pian piano prendevo sempre più controllo di me stesso. Era diversi anni fa, attualmente non ho più alcun anancasmo, quando m'impegno ottengo quel che voglio, e vivo in sintonia con la mia mente. E spero che la mia esperienza possa aiutarti nella risoluzione delle tue paturnie.

Giulio Cesare Giacobbe ha detto...

RICORDATE TUTTI UNA VOLTA PER SEMPRE. E' PIU' IMPORTANTE ANDARSENE DI CASA E METTERSI A FARE UN LAVORO QUALSIASI PER DIVENTARE ECONOMICAMENTE INDIPENDENTE E QUINDI ADULTO (EQUIVALENTE ALL'ANIMALE CHE IMPARA A PROCURARSI IL CIBO DA SOLO) CHE LAUREARSI PER DIVENTARE UN DOTTORE DISOCCUPATO E RIMANERE CON LA MAMMA RESTANDO UN BAMBINO PIENO DI PROBLEMI PER TUTTA LA VITA.
GIACOBBE

Asana ha detto...

Concordo con Giacobbe.
Potrei prendermi tranquillamente un appartamento e andare a viverci.
Il problema (per me non se ne parla nemmeno) è che io sono agreste nonostante faccia un bellissimo lavoro e abbia una buona posizione economica.
Preferisco farmi su una casa e farmi un piccolo mutuo per finirla...
Se mi ritrovo in un palazzo con una famiglia sopra una sotto una in parte e una di fronte al pianerottolo io muoio...
Sono abituato a spaccare legna, avere le galline per il cortile, vedere campi campi e ancora campi, spazi aperti, erba da tagliare fossi da pulire animali da accudire....
Io in appartamento? Come la neve a Riccione il mese di agosto...

Comunque, ho il mio lavoro, faccio tutto da me e mi arrangio in qualsiasi cosa....tutto ma proprio tutto...

Per ora è cosi, poi mi faccio la casa, anche piccola ma in campagna...io amo la vita agreste e STOP.

Saluti!

Asana ha detto...

...dimenticavo, quando siete depressi e non vi passa un cazzo andate a spaccare legna, vedrete che dopo una giornata di accetta cunei mazza e quant'altro alla sera sarete sereni e felici.

P.S: Nel mio ufficio (sono responsabile di un ufficio tecnico) è appena arrivato un neo-laureato in ingegneria...."non sa neanche dov'è"....

Ha ragione Giacobbe, tutti a lavorare e muti!!!

Anonimo ha detto...

Prof hai ragione. Ho mollato la facoltà di economia subito per andare a lavorare. Tutti i miei compagni concordavano sul fatto che su 30 esami, 3/4 potevano essere veramente utili nella vita lavorativa. infatti sono quasi tutti disoccupati. Tornassi indietro andrei a lavorare il prima possibile...
Per non parlare dei genitori che non mi hanno insegnato niente. A parte che dovevo studiare, laurearmi, trovarmi un lavoro (adatto) e fare famiglia.
Tutto è spiegato molto bene in "fight club" che rimane il mio film preferito e dove Brad Pit fornisce un ottimo modello di adulto.

Unknown ha detto...

In "Fight Club", Brad Pitt fornisce un ottimo modello "filosofico" di adulto. E' un tipetto niente male, ma andare contro la società in quel modo non credo sia possibile (per lo meno, io non riesco a vedere come farebbe uno a mangiare senza lavorare). Se non fosse per Norton (l'alterego di Brad Pitt), soldi per mangiare non ne avrebbero! Quello è un livello semmai avanzato. Occorre partire (secondo me) da qualcosa di più fattibile. Come comportamento poi, credo sia un buon modello anche da subito!

DARHER ha detto...

Si, e questo è valido soprattutto per chi soffre di una qualche forma seria di nevrosi. Ma ci sono casi e casi: chi pur essendo indipendente e abitando da solo sente fortemente il bisogno di una donna che non riesce a trovare, oppure chi nelle stesse situazioni continua ad avere problemi psicosomatici. La tua situazione, il tuo lavoro, li ammiro molto Asana. Feci un pellegrinaggio di una settimana, quasi senza soldi e con zaino in spalla per 160km tra valli e monti del friuli, lì vicino al confine sloveno, ed allora come mai mi resi conto di quanto l'aria aperta dei campi fosse una cosa più unica che rara. Anche nella sierra nevada in erasmus, quando con appena 1,30€ (i soldi lì si che scarseggiavano, una borsa di studio misera con cui pagare la maggior parte delle cose) raggiunsi Dilar, un paesino ai piedi della Sierra Nevada, e lì un uomo mi fece provare a spaccar della legna, esperienza unica. Sono come te per una politica ed un economia mirati al ritorno a lavori più "agresti" con cui produrre localmente, che prendano il posto di quelli d'ufficio lavorando su dei computer per importare produzione dall'estero.

Nonostante tutto ti faccio questa domanda, Asana: cosa accadrebbe se per un motivo o per un altro fossi costretto ad andare a lavorare in città e vivere in un condominio, anche fosse solo per un periodo? Per quanto mi sembra di capire tu abbia belle qualità, lo spirito di adattamento verrebbe meno, e l'insofferenza per quella situazione dilagherebbe. Faccio questo ragionamento perché penso che alla fine ogni tipo di disagio ha un suo perché, e non esiste una formula per tutto. Ad esempio conosco un amico che è indipendente economicamente ma a livello affettivo è un disastro. Quindi prima a parer mio bisogna fare un lavoro su se stessi, per "prepararsi" al mondo, se ne si ha la possibilità.

Il mio primo obiettivo tra un anno sarà l'indipendenza economica. Tornassi indietro probabilmente non rifarei l'iscrizione all'università, andrei a lavorare. Ed ora se continuo per un ultimo annetto è per lo meno per "certificare" l'erasmus fatto che mi servirà per altri progetti che ho in mente. MA all'epoca, con alcuni problemi più o meno seri che avevo, proiettarmi nel mondo del lavoro sarebbe stata una sofferenza assurda, e l'avrei fatto più per "ripicca", per "senso di fuga". Ora lo farò invece non per fuggire da qualcosa, ma per "raggiungere" la mia indipendenza. Nel senso, penso che se si agisce quando non si è pronti e si hanno problemi dentro di sè non risolti, è più difficile poi affrontare la solitudine o altre cose. Voi che ne pensate?

Tornando agli esempi pratici di risoluzione di alcune paturnie (che è il motivo principale per cui si leggono sti libri), il consiglio che ho dato a te Giovanni Abazia per me personalmente funzionò. Quando diversi anni fa mi rivolsi ad uno specialista, mi venne detto che avrei dovuto iniziare una lunga trafila di sedute ecc ecc. Soldi non ce n'erano. Mi impegnai e riuscii ugualmente a risolvere tutti i problemi più o meno seri che andavano affrontati. Iniziai a non avere più incubi, a non svegliarmi più in piena notte, a controllare i miei anancasmi, tic, paure, e tutto il resto. L'unico vizio che mi rimane è l'onicofagia e il fissar le tette, ma non me ne frega niente e penso siano parecchio normali.

https://www.youtube.com/watch?v=E19rAHGv4yE

Asana ha detto...

Ciao Darbolik, semplicemente mi adatterei (o cercherei di adattarmi) alla situazione che ho in quel momento....!

Il lavoro che faccio mi piace moltissimo, è molto tecnico, fantasioso intellettuale e richiede anche una certa responsabilità in quanto le cifre in gioco negli impianti che costruiamo e progettiamo sono alte.

Va da se però che non mi sento "figo" perché lavoro in ufficio anzi...quando mi chiedono che lavoro faccio dico semplicemente che lavoro in una azienda metalmeccanica.
Poi conosco gente che è fiera di lavorare in ufficio e magari fa fotocopie tutto il giorno...
Altra cosa, io in ufficio sempre jeans maglione e scarpe da ginnastica, non me ne frega una mazza dell'apparenza...

Quanto all'andare a vivere da soli lo so che responsabilizza molto, però ci sono situazioni da valutare. Fossi nato in città probabilmente me ne sarei andato da un pezzo, ma purtroppo io di andare a vivere in un appartamento non ci penso proprio!

E non è questione che voglio la casa-villa-piscina ecc ecc....io abito in campagna (paese di 300 abitanti scarsi) e ho la vita agreste dentro!
Anche io ho le mie paturnie ci mancherebbe però non potre mai rinunciare al contatto con la natura, con i campi, con i fossi con gli animaletti, con il cinguettio degli uccelli al mattino con l'erba da tagliare e la legna da spaccare...io non riesco a vivere senza campagna!!!

Quindi anche se ho 39 anni non mi sento certo un bambino perchè vivo in campagna con i miei, sono contento di essere ciò che sono.

Poi non voglio fare come fanno alcuni che andare via da casa significa costruirla nel cortile adiacente a quello dei genitori...!!

Ora vi lascio, ho acqua in cantina e vado a piazzare una pompa elettrica per cercare di svuotare tutto....buona serata!

Asana ha detto...

Credetemi che comunque spaccare legna è una ottima psicoterapia!!!!

W la vita agreste!

Unknown ha detto...

Asana: Anche lui è d'accordo sul fatto che spaccare la legna sia un'ottima psicoterapia:

https://www.youtube.com/watch?v=oym5shE7nAs

DARHER ha detto...

ahahah l'avevo pensato anche io!!! grandissimo ahahahah!!!

Unknown ha detto...

Buonasera a tutti,se una persona è diabetica deve assumere farmaci ipoglicemizzanti,o iniettarsi insulina a seconda che si tratti di diabete tipo 1 o diabete tipo 2. se una persona soffre di ipertensione deve assumere farmaci che abbassano la pressione,oltre a seguire una dieta iposodica.sono molte le malattie che richiedono una terapia farmacologica a vita. il cervello è un organo come gli altri e come gli altri organi può può diventare deficitario,indipendentemente dal nostro volere.per fortuna esistono anche farmaci per il cervello,se poi vanno presi a vita bisogna farsene una ragione,così come se ne fa una ragione il diabetico.

Asana ha detto...

Ciao Giovanni:
"se una persona è diabetica deve assumere farmaci ipoglicemizzanti"

E invece di partire subito con farmaci non sarebbe meglio rivedere un attimo lo stile di vita? Cosa mangi? Come? Dove? Quando?
Cosa bevi? Che lavoro fai? Fumi? Fai sport? sei nervoso? Sei stressato?

"se una persona soffre di ipertensione deve assumere farmaci che abbassano la pressione,oltre a seguire una dieta iposodica"

Mio padre ha risolto il problema con la dieta....

"per fortuna esistono anche farmaci per il cervello,se poi vanno presi a vita bisogna farsene una ragione,così come se ne fa una ragione il diabetico"

Il miglior farmaco è il lavoro manuale, pesante spossante e preferibilmente sporco e zozzo...tipo andare per il campo a spalare letame, vedrai che dopo i farmaci non servono più...

Bisogna avere le unghie sporche di terra, solo così si può tornare all'origine di tutto...alla natura!

Luca SM1 ha detto...

Luca, 37 anni, lavoratore autonomo sulla carta ma dipedente nei fatti. Cresciuto in una famiglia governata da un padre-padrone, a 19 anni riporto una grave lesione alla colonna vertebrale: seguono 3 anni di reclusione e di rinuncia alla Vita, non potendo nè lavorare nè studiare nè uscire per divertirmi. Dopo una vera e propria guerra con mio padre, assolutamente contrario, mi laureo in una materia di mio gradimento. Inizio a lavorare nel mio campo (gratis) e dopo tre anni comincio a vedere qualche soldo. Dopo 5 anni finalmente riesco a guadagnare abbastanza per vivere decentemente. Il mio problema di salute è invalidante e beffardo, visto che convivo quotidianamente con dolori cronici ed in progressivo peggioramento ma non riconosciuti legalmente come invalidità, tuttavia stringo i denti e vado avanti, da sempre. Leggo Giacobbe nel 2010, spinto dal fatto di non riuscire ad avere, da 10 anni, una relazione che duri più di una settimana e di starci ogni volta sempre più male. Credo di aver trovato la soluzione nel fuggire dai miei genitori: trovo una casa e mi ci fiondo pensando a chissà quale miracolo. Dopo qualche mese mi accorgo che lavorare 12 ore e dormirne 5 a causa dell'imbecillità altrui non è sostenibile, anche perchè già devo combattere con il problema vertebrale. Lo stress elevatissimo mi "regala" un altro problema di salute cronico, questa volta all'apparato digerente. Continuerò a combattere, come sempre, almeno finchè ce la farò, ma sono perfettamente convinto che certe considerazioni sulla salute mentale si possono fare soltanto se si è sani nel fisico (qualcuno molto saggio diceva mens sana in corpore sano) altrimenti sono aria fritta. In ultimo, un consiglio spassionato: non pensate che scappare da casa e fare la vita dei guerrieri-adulti-stronzi risolva tutti i vostri problemi, anzi, ve ne potrebbe creare di nuovi ed inaspettati e potreste andare al tappeto. Auguri.

Luca SM1 ha detto...

Asana, per carità, non andare a vivere in condominio: tu che sei abituato a vivere in una soluzione autonoma, se capiti in quello sbagliato, non sopravviveresti più di un mese.

Luca SM1 ha detto...

In merito alla questione "con la giusta dieta risolvi tutto", mi limito a ripostare il video postato qualche tempo fa: questo qui, che ha un mare di proseliti, sostiene che alla telespettarice sono venuti gli attacchi di panico per colpa della pizza alle olive, non so se mi spiego. https://www.youtube.com/watch?v=9tMUNdFTPtA

DARHER ha detto...

@Luca: Ho appena visto il video e letto qualcosa su questo dottor Mozzi: dopo molti studi secondo lui in base al gruppo sanguigno ci sono cibi consigliati e cibi da evitare; la tipa al telefono dice che l'attacco di panico l'ha avuto in piena notte dopo aver cenato con una pizzona alle olive. Tralasciando i metodi suggeriti da Mozzi, lo sa pure un bambino che se mangi tanto prima di dormire, dormi male. A me e molti che conosco, accade che se si va a dormire con la pancia piena, ci si risveglia incazzosi e durante il sonno si hanno problemi.

@Giovanni A.: La corposità reale dei problemi psicologici legati alla mancanza di una qualche sostanza, è reale tanto quanto una qualunque altra malattia o disfunzione, Giovanni, su questo ti capisco e non ci piove, assolutamente. E proprio come per le altre malattie o disfunzioni, ci sono una serie di possibili cambiamenti nella propria routinne, dieta, convinzioni e così via, come suggerisce Asana, che in ogni caso possono andare ad "aiutare" il farmaco nella cura o nel controllo del problema. Avevo spessissimo la gastrite qualche anno fa: il maalox ormai è una vita che non lo tocco più. Il padre di un mio amico era obeso e soffriva di ipertensione, iniziando piano piano a correre e mangiando le cose giuste ora è un uomo abbastanza atletico, non prende più farmaci per la pressione, ed è in peso forma. Apparati e sistemi nel nostro corpo sono tutti collegati, ma il cervello può cambiarne da un momento all'altro il funzionamento in peggio ma anche in meglio.

Una delle materie fondanti della Psicoterapia Evolutiva è la Psicocibernetica. Bene, per quanto parli da profano, quello che suggerisco Giovanni è questo: generalmente già la sola lettura di questi libri è un toccasana, ma te hai provato addirittura col Training e a quanto pare non ha funzionato; perché non provare, con creatività e volontà, a giocare con gli stessi strumenti da lavoro, con gli stessi concetti citati prima? Se fosse stato accertato che il tuo corpo in nessun modo avrebbe mai potuto produrre determinate sostanze, non avrebbe avuto senso neanche provare il training: è come se uno non riesce in alcun modo ad assimilare una sostanza e quindi è normale che deve prenderla con integratori. Ma, correggimi se sbaglio, questa "impossibilità" non c'è nel tuo corpo: quella sostanza (se di mancanza di una qualche sostanza si tratta) può essere creata, e la Psicocibernetica insegna che il cervello è un servo-meccanismo, che attraverso cambiamenti in ciò che fai, creatività, ed altri ingredienti, potenzialmente potresti riuscire a raggiungere questo obiettivo. Tentar non nuoce, e male che debba andare un 'maalox' al giorno male non fa.

Il mio consiglio è di scrivere.. butta giù quante più pagine puoi, definisci dentro di te la parte che ti costringe a fare determinati gesti rituali come il troppo lavarti e quella razionale che invece appena sprigionata deve iniziare a guidare il carro. Immergiti in quella parte razionale, sei tu, ed inizia a darti ordini da seguire, di un qualunque tipo. Allenati a lungo su questo, e butta giù fogli e fogli. La tua creatività è al tuo servizio. Non so se funzionerà ma perché non tentare? :)

DARHER ha detto...
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DARHER ha detto...

Ah Luca, personalmente non avevo capito della tua lesione.. mi spiace molto, immagino che dover convivere in determinate situazioni con alcuni dolori persistenti sia molto molto dura. Spero in ogni caso tu possa destreggiarti ugualmente col genere femminile, ci sono tante e tante donne non smettere mai di cercare. Magari una bella crocerossina e le fai mettere anche il completino per sdrammatizzare e giocare un po'!

Asana ha detto...

Ciao Luca e ciao a tutti.
In appartamento non ci penso proprio! Piuttosto vado in una capanna in mezzo ai campi....
Comunque, la dieta del gruppo sanguigno sarà una cavolata secondo alcuni, badate bene però che il detto "Siamo ciò che mangiamo" non è poi tanto sbagliato....

Mi piacerebbe avere una opinione di Giacobbe riguardo l'appartamento....devo per forza andare a vivere in appartamento pur sapendo che in pochi giorni "soffocherei"???

A che pro? Per dimostrare di essere adulto?
Uno che ha la campagna dentro non cambierà mai, così come un cittadino difficilmente diventa agreste....

Unknown ha detto...

caro Asana,caro Darbolik,sono molto contento di trovare persone come voi con cui poter dialogare.probabilmente i problemi che abbiamo in comune, fanno un po da collante ai nostri discorsi.benedico il web che mi ha dato la possibilità di poter entrare in questo forum.a prescindere dai problemi in comune che ci legano, credo di capire che siate persone pensanti.la sofferenza psichica è una brutta bestia al pari della sofferenza fisica. ho provato la sofferenza fisica e quella mentale.sono assolutamente d'accordo con voi, riguardo allo stile di vita e alla dieta, per poter migliorare lo stato di salute e addirittura guarire.ragazzi temo di essere un caso limite,è per questo che quando ho fatto l'esempio della persona diabetica o ipertesa,ho voluto prendere casi limite e non semplicemente borderline.se una persona ha le isole di langherhans del pancreas distrutte, oltre ad avere corretto stile di vita,deve assumere farmaci altrimenti muore. se una persona è obesa ha molte probabilità di entrare in quella condizione patologica, che si chiama sindrome metabolica,tra i cui sintomi esiste anche l'aumento della pressione arteriosa.è sufficiente l'impegno della persona a cambiare stile di vita.esercizio fisico e dieta appropriata fanno miracoli. quando una persona è magra, ha un corretto stile di vita e cionondimeno si ritrova ad avere la pressione alle stelle,deve assumere dei farmaci ipotensivi che gli salvano la vita. questi sono casi limite,ma ce ne sono tanti. io credo di essere un caso limite e credo di non poter fare a meno dei farmaci.il dott Mozzi dovrebbe leggere gli insegnamenti di Ippocrate di cui vi voglio citare uno dei tanti aforismi:se fossimo in grado di fornire la giusta quantità di cibo, e la giusta quantità di lavoro, ne in eccesso ne in difetto, avremmo trovato la strada per la salute.i napoletani hanno inventato la pizza e sono persone allegre, nonostante le condizioni socio economiche,e nonostante la pizza.il dott mozzi consiglia di bere acqua bollente per gli attacchi di panico,se guardate il filmato egli specifica non calda non tiepida,ma bollente.tutti sanno cosa potrebbe succedere nel compiere un'azione del genere.che cialtronaggine, che presunzione,che arroganza.

Unknown ha detto...

@Non-mi-ricordo-chi-era: ci sono anche ricerche di natura statistica, supervisionate da medici, che dicono che il diabete è una malattia che ha subito un'impennata quasi concomitante l'aumento della disponibilità dello zucchero raffinato. Non so di preciso quanto tempo, ma è un'abitudine "abbastanza recente" lo zuccherare i cibi usando lo zucchero.
Per quanto riguarda gli psicofarmaci, se una malattia è di competenza esclusivamente psichiatrica, il che significa che il cervello è "malato", allora c'è un uso X di psicofarmaci. Ma ormai quasi tutti gli esperti del campo concordano che per la maggior parte delle malattie mentali (non del cervello, ma della mente, che non sono la stessa cosa), è spesso superfluo lo psicofarmaco. Il Prozac per esempio, appartenente alla famiglia degli SSRI (inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina) sono utilissimi a chi ha un reale deficit di serotonina...il problema è che vengono prescritti anche a chi "si sente giù" perché "il suo modo di pensare è sbagliato". Sono due cose diverse.

Unknown ha detto...

Ciao Carst Boh,la mente esiste perchè esiste il cervello,quindi se il cervello non funziona bene anche la mente non funziona bene.è stato largamente dimostrato con indagini altamente scientifiche, condotte da ricercatori di tutto il mondo,che le persone depresse o affette da doc hanno tutte un deficit di serotonina,le risonanze magnetiche fatte non lasciano dubbi.sono d,accordo sulla questione dello zucchero,io l'ho eliminato completamente e bevo il caffè amaro senza dolcificanti vari.ho eliminato in parte anche la caffeina bevo solo un caffè normale la mattina,gli altri caffè che bevo durante il giorno sono decaffeinati.il prof Giovanni Battista Cassano spiega molto bene gli effetti della caffeina nel suo libro (E LIBERACI DAL MALE OSCURO)

Unknown ha detto...

Appunto,io ho detto che il contrario non è vero: Che la mente funzioni male quando il cervello è malato è ragionevole. E' il contrario che non è vero: esistono malattie esclusivamente mentali, non "cerebrali" (quest'ultime di pertinenza del neurologo e dello psichiatra).

Unknown ha detto...

Mi sono appena iscritta. Non ho ancora letto niente, ma voglio far sapere che Giulio Cesare Giacobbe, attraverso i libri e il training, mi ha salvato la vita!

Luca SM1 ha detto...

Cara Fiorenza, beata te.

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

@Luca: Sembri funereo :P
@Fiorenza: Uhm, sono contento per te e benvenuta:
@GCG: Ho visto che sta uscendo un nuovo libro, credo sull'elaborazione del lutto. E' previsto qualcosa che approfondisca la "caccia" degli Adulti?

Unknown ha detto...

Grazie!

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Forse il libro è già in vendita.
A proposito di adulti... Come avviene poi lo sviluppo della personalità di genitore? Se in una coppia uno è adulto e genitore, può con l' amore favorire lo sviluppo della personalità dell' altro se infantile?

Luca SM1 ha detto...

Funereo? Semmai sintetico: F.P. ha scritto di non aver letto ancora nulla sul forum, le ho fatto un riassunto.
Ho imparato dal Gran Maestro: mai provato a scrivere una e.mail al Professore? Le sue risposte non sono mai più lunghe di un paio di righe.

Unknown ha detto...

@Luca: si si, certo. Pensavo fosse un riferimento a qualcosa tipo "la mia vita invece non va chissà quanto bene".

Luca SM1 ha detto...

Cara Fiorenza, se hai letto i libri di Giacobbe dovresti sapere che le coppie adulto/genitore(secondo lui) non possono funzionare: ci vuole per forza la personalità genitoriale in entrambi. Da quello che scrivi, poi, sembra che la tua coppia sia formata da un adulto (o genitore) e da un bambino, cioè un vero disastro (sempre secondo lui). G.C.G non ha mai scritto che un soggetto adulto/genitore può favorire l'evoluzione del bambino: o nasci stronzo o compri il suo training. Non ci sono altre soluzioni (sempre secondo lui).

Unknown ha detto...

Si, in effetti l' ho letto. Ho letto tutti i libri, tranne "Come diventare un Budda...", ma sto per iniziarlo.
Ho scritto al professore, ma risponde solo a mail strettamente relative ai libri e all' applicazione del training.
So che una coppia così è un vero disastro, infatti mi sto separando e fra pochi giorni rimarrò completamente sola (abbandono marito, due figli grandi a sufficienza per diventare adulti e anche il cane se ne va). Cercavo solo una conferma (sto diventando stronza, ma non ho ancora raggiunto l' apice).
E' vero che mi ha salvato la vita, anche se ci sono ancora delle difficoltà. E' perché ho tentato 4 volte il suicidio, da brava vittima e bambina nevrotica. Il passo che sto facendo è molto importante per me. E sono serena (non ho più idee suicide).
Ho cercato di rispondere un po' a tutti. Grazie per le risposte. :)

Unknown ha detto...

Il fatto è che comunque, prima di arrivare alla crisi totale, sono stata genitore, pur non essendo adulta. Ho letto che le donne sono più portate, per natura, a sviluppare la personalità genitoriale. Non so se però è possibile essere genitori prima che adulti. Mi sono illusa forse? Ho dato tutta me stessa per 25 anni. Poi sono "scoppiata".

Unknown ha detto...

Il training lo sto facendo, seguendo tutte le indicazioni.
Queste domande le ho fatte al professore, ma mi ha risposto: "Cara Fiorenza, non faccio consulenza psicologica online".
Per questo mi sono iscritta a questo forum.
Grazie a tutti

Unknown ha detto...

Mi rispondo da sola: “Non si può diventare genitori se prima non si è diventati adulti... La sequenza bambino-adulto-genitore non può essere cambiata nel suo ordine. Infatti, come si fa ad assistere gli altri se non si è in grado di assistere se stessi?”

Unknown ha detto...

Ciao Fiorenza,ci sono state ragazze che ho conosciuto personalmente.quando si sono sposate erano delle bambine di 18 anni,si sono sposate per per un errore di contraccezione, con il conseguente "matrimonio riparatore" sono state ottime madri felici.loro sono passate veramente dallo stadio bambina,allo stadio mamma con una facilità sorprendente.l'uomo è un animale che si adegua alle novità,se non fosse così ci saremmo già estinti.io non credo che il tuo problema si possa risolvere in termini psicanalitici .se i libri del prof giacobbe ti ti hanno salvato la vita è già un grandissimo risultato.con un po di pazienza è possibile che altri risultati possano arrivare,senza andarsi a perdere nei meandri della psiche.cercare di capire la nostra psiche è una sega mentale.

Luca SM1 ha detto...

Cara Fiorenza, mi spiace per la tua situazione e spero davvero che tu possa trovare la serenità, col training o meno. Personalmente, non ritengo che diventare uno stronzo sia un bel traguardo. Per me l'adulto è tutt'altra cosa. Già sono più d'accordo sulle definizioni giacobbiane di bambino e genitore.

Luca SM1 ha detto...

Aggiungo, infine, che la realtà mi ha dimostrato più volte che non sono solo le coppie genitore-genitore a funzionare. Se si trova un proprio equilibrio, si va avanti sereni, a prescindere dalla presunta personalità che uno possiede.

Unknown ha detto...

Grazie! Le risposte mi sono molto utili... Sarà una sega mentale, ma ho bisogno di avere una giusta consapevolezza. :)

Unknown ha detto...

Ciao Fiorenza,ho fatto 20 anni di psicoanalisi freudiana,ho raggiunto sicuramente un grado di consapevolezza elevato,tuttavia questa consapevolezza è servita poco o niente riguardo ai miei problemi psichici.non sono pentito di aver fatto tanta psicoanalisi,perchè se non l'avessi fatta, sarei rimasto nel dubbio, che avrebbe potuto servire a farmi stare bene.questo dubbio è largamente fugato e posso dire con cognizione di causa,che un alto livello di autoconsapevolezza,non serve ai fini del benessere mentale.serve molto di più praticare gli esercizi del prof giacobbe,in particolare la respirazione.

Unknown ha detto...

Condivido! Anch' io ho fatto tanta psicanalisi e anche altri tipi di psicoterapie, ma niente mi ha fatto star bene come il training (associato anche alla lettura dei libri). Non vado nei dettagli delle terapie farmacologiche, che hanno solo peggiorato e anestetizzato la situazione. La consapevolezza che intendo, è riferita al mio essere bambina adulta e genitore e, naturalmente, vittima e/o carnefice.

Unknown ha detto...

Ciao Fiorenza,non devi essere ne vittima e tanto meno carnefice.devi solo essere spontanea nei tuoi sentimenti, quindi potrà capitare di trovarti in situazioni dove sarai vittima tuo malgrado.quando una persona si trova nella condizione di vittima,cerca di uscire da questa condizione con le armi che ha a disposizione,possibilmente senza ricorrere alla violenza fisica o verbale,ma se ciò non è possibile devi sentirti assolutamente autorizzata a picchiare come un fabbro,perchè è in gioco la tua salute mentale.per quanto riguarda la bambina adulta,credo che le persone migliori, siano quelle persone adulte che conservano dentro di se, quella parte di bambino che permette loro di rimanere sempre attente ed entusiaste della vita.io sono un uomo adulto molto ignorante, ma grazie alla curiosità tipica del bambino, ho evitato che l'ignoranza mi abbruttisse mentalmente.il bambino che è in me mi ha sempre spronato a capire di più,a leggere di più,ad ascoltare di più,pur di imparare ciò che non so.ci sono ottimi farmaci,ma pochi medici che sanno usarli io ho trovato un medico che sa usarli.

Unknown ha detto...

Grazie...

Unknown ha detto...

Giovanni...
Quello che hai scritto è "bellissimo"!
Meriti una risposta...
Sono sempre stata una bambina. Sul lavoro( facevo l' insegnante in una scuola materna), non incutevo alcun timore nei bambini/e. Facevo fatica a gestirli, ma avevo trovato alcune strategie per coinvolgerli, in modo da poter riuscire a lavorare. Il risultato era che riuscivo a far bene il mio lavoro e i bambini/e si sentivano a loro agio e davano il meglio di sé. Ho ricevuto tante soddisfazioni, non solo dai bambini/e, ma anche da dirigenti e genitori. Sono stata invitata a scrivere su una rivista per la scuola la mia metodologia. La bambina che è in me è riuscita a cavarsela con fatica in tante situazioni. Ho gestito la famiglia e ho resistito a un matrimonio forzato per 25 anni (sono stata obbligata a fidanzarmi a 15 anni). Poi sono crollata. Un medico incompetente mi ha dato dosi fortissime di antidepressivi e, sotto l' effetto di quelli mi sono separata. Ma non ho retto. Dopo 3 anni sono ritornata indietro. Ricordo che mi sentivo spaccata in due: la madre lacerata e la donna che volevo essere. Una volta tornata indietro, si sono ripresentate le dinamiche contorte che c' erano prima e ho iniziato a stare ancora più male. Come potevo prendere in giro tutti? Da qui altre terapie invalidanti, fra cui anche la terapia elettroconvulsivante. Diverse diagnosi: distimia, depressione maggiore, bipolarismo...
Ero diventata un' ameba e ho iniziato a tentare il suicidio. Però non ci sono mai riuscita. Dopo l' ultimo tentativo, molto grave (sono stata in rianimazione e ho toccato il fondo), ho scelto di vivere, ma a condizione che sarei stata più egoista. Ho sentito il bisogno di stare sola e contemporaneamente ho scoperto Giulio Cesare Giacobbe. Ho letto i libri, iniziato il training e ora sto meglio. Ho ridotto drasticamente i farmaci, ma non ho più crisi di nessun genere. Lasciando figli e marito sono completamente sola perché le persone che facevano parte della mia famiglia d' origine, sono morte tutte. Ho perso il lavoro. Ho una piccola pensione, ma sto cercando lavoretti qua e là per riuscire a farcela a tirare a fine mese senza il frigo vuoto. Le persone che mi conoscono mi vedono diversa. Dicono che sono un' altra persona, ma la bambina che c'è in me non morirà mai. Io credo che in futuro riuscirò a comportarmi da bambina/adulta/ genitore a seconda delle situazioni nelle quali mi troverò. Sono più serena. Ho voglia di vivere. Ma sto ancora crescendo. Le difficoltà non mancheranno, ma sono più forte. Avrei voluto raccontare al professore tutto questo, ma non vuole che gli si racconti la propria vita. Però io credo sia una bella testimonianza che dà valore e un' ulteriore conferma alla psicoterapia evolutiva.

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...

Ho cambiato immagine per la privacy, ma non si sono rimosse quelle vecchie.
Comunque sono sempre io.

Unknown ha detto...

Ciao Fiorenza,i bambini non ti temevano per fortuna. se noi facciamo paura ai bambini, è segno che essi ci credono cattivi, e questo è secondo il mio modesto parere, assolutamente negativo hai dimostrato di essere una brava pedagoga.i bambini e gli adulti devono sentirsi bene quando stanno con noi.le persone adulte non vogliono essere temute ma rispettate.la storia insegna che i dittatori fanno sempre una misera fine.il prof Giacobbe deve tutelare la sua salute, e credo che sarebbe veramente impossibile per lui leggere le lettere lunghissime, che tutti noi del forum vorremmo scrivergli.accontentiamoci di ciò che può darci attraverso i suoi libri, senza credere che lui sia una specie di Gesù.se ci pensi un attimo, anche Gesù a volte era molto stanco, delle continue richieste di miracoli.il prof Giacobbe ci aiuta ad affrontare meglio la vita,anche attraverso questo forum, dove tutti noi possiamo raccontare le nostre esperienze, e credo davvero che questa sia una bella opportunità di crescita.io sono entrato in questo forum per fare domande al prof Giacobbe,e le risposte le ho trovate da coloro che partecipano a questo forum. bisogna leggere ciò che scrivono i partecipanti di questo spazio, a noi riservato per me è stato utile per uscire dall'isolamento.sono ancora in terapia farmacologica con farmaci serotoninergici che trovo assolutamente utili per ristabilire la mia chimica cerebrale.il cervello è un organo e come tutti gli altri organi può ammalarsi.se mi fa male un ginocchio prendo un antinfiammatorio e nessuno ha niente da ridire ma se prendo un antidepressivo c'è sempre il saputello che mi guarda come se fossi matto,senza sapere che gli antidepressivi hanno rivoluzionato l'approccio terapeutico, alla stessa stregua degli antibiotici.gli esercizi che suggerisce il prof Giacobbe servono anch'essi a modificare in meglio la chimica cerebrale,anche parlare con le persone modifica la chimica cerebrale semplicemente creando nuove connessioni sinaptiche,ma i farmaci sono ancora un tabù.non ho mai provato l'elettroshock ma se il medico me lo avesse proposto lo avrei provato senza dubbio,pur di stare bene.chi è categoricamente e aprioristicamente contro le pratiche mediche,probabilmente non sa cos'è la sofferenza mentale.ti auguro e mi auguro di trovare la buddità.

Unknown ha detto...

Mi sono iscritta a questo forum proprio per rispetto al prof Giacobbe.
Ho trovato quello che cercavo.
Io...
...credo che troveremo la buddità.
Un abbraccio.

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

@Fiorenza: Storia di molta sofferenza...sono contento per te che sia migliorata la tua condizione.

@Luca: e secondo te quali sarebbero altre soluzioni? Mi interessa questa cosa.

Luca SM1 ha detto...

#Giovanni: secondo me sei tutt'altro che ignorante, anzi, scrivi in modo molto chiaro e corretto, al contrario di tanti laureati o diplomati che sembra non conoscano nemmeno le basi dell'ortografia.
@Fiorenza: mi spiace davvero per la tua situazione e, ribadisco, mi auguro che il training ti guarisca definitivamente. Per quanto mi riguarda, mi sono ritrovato in pieno nel tuo "Un medico incompetente mi ha dato dosi fortissime di antidepressivi e, sotto l' effetto di quelli mi sono separata". Nel mio caso, dopo aver letto, studiato ed assimilato le teorie Giacobbiane, sono partito lancia in resta pensando di aver trovato la soluzione ai miei (pochi) problemi, ed invece si è scatenato un inferno che non te l'immagini: la mia storia la puoi leggere sopra.
@Carst Boh: soluzioni? Pensi che ne avessi di efficaci sarei su questo forum?

Asana ha detto...

Ciao a tutti, quando mi capita di avere "pensieri tristi" o paturnie varie cerco di lasciar andare senza riflettere su cosa mi sta passando in testa.
Per cui aspetto e magari già il giorno dopo non ho più niente...
Una riflessione comunque...doverosa, la maggior parte delle persone vive nell'illusione di essere felice poi basta un niente e zac! Tutto il castello d'aria crolla inesorabilmente. Qua concordo con il Giacobbe, una volta acquisita autosufficienza sociale ed economica il mondo non farà più paura...nemmeno la morte!
Tanto si sa, per la natura siamo flebili, vulnerabili, deboli e altro ancora...la miglior cosa è interiorizzare il fatto che un giorno tutto sarà finito...e le seghe mentali che ci facciamo le vedremo per quello che realmente sono, ovvero aria fritta!!!

Luca SM1 ha detto...

@Asana, tutto dipende da che genere di "pensieri tristi" si fanno: anche io i miei li ho sempre tenuti a bada nel modo che tu descrivi, ma quando sono diventati "ce la farò ad affrontare fisicamente il mio lavoro domani, visto che oggi non mi reggo più in piedi dal dolore", hai voglia a dire "passerà".
Hai ragionissima quando scrivi che un sacco di gente vive nell'illusione. Ma pensare di essere invincibili ed invulnerabili come il Guerriero di Luce, non è forse un'illusione? E quando la realtà ti prende a calci nel culo e ti dimostra che sei tutt'altro (flebile, vulnerabile, debole, ecc.) che succede?
@Giovanni: molto interessante il tuo discorso sui farmaci. Io li ho sempre evitati come la peste, e ci sono riuscito finchè non ho cominciato a star male tutti i giorni o quasi. (non parlo di psicofarmaci, ma penso che il discorso non cambi di molto). Allora sfido chiunque a tirare avanti con un'immaginazione guidata.

Unknown ha detto...

@Luca: Secondo me non bisogna far confusione tra disagi psicologici e disagi fisici.
Un aspetto di chi ha dolori di schiena atroci (per esempio) è la difficoltà, vera, nel riuscire a muoversi. E c'è l'altro aspetto che è la lamentela. Sono due regni diversi.

Unknown ha detto...

Ciao Luca,quando il tuo corpo non ti da la certezza di potercela fare il giorno dopo,sfido chiunque a farsi coraggio. tu il coraggio lo hai, ma anche i più coraggiosi, si disperano quando non si sentono sicuri delle proprie possibilità.la tua insicurezza è dovuta ai problemi alla schiena, e non credo proprio che diventare un "guru"possa risolvere il problema fisico che non ti da tregua.vorrei poterti essere d'aiuto.hai mai provato gli ultrasuoni? la ozono terapia,iniezioni di cortisone intravertebrali,esercizi di ginnastica passiva,mesoterapia agopuntura.se il nucleo polposo di qualche vertebra è fuoriuscito,va in contatto con il nervo e ti fa vedere le stelle.i rimedi che ti ho elencato possono essere molto efficaci.ti chiedo scusa se magari non sono riuscito a inquadrare il problema che ti affligge,vorrei veramente poterti aiutare.

Unknown ha detto...

Ciao Carst Bho,chi sta male con la psiche, non fa nessuna lamentela anzi spesso non si lamenta affatto perchè, non ha la forza nemmeno per lamentarsi.credi che Fiorenza Pederzoli, abbia tentato il suicidio per fare una lamentela? NON E' COSI'...chi tenta il suicidio non sta bene con la testa, punto.altro che lamentela.finchè la sofferenza psichica sarà vista come una capricciosa lamentela,chi soffre di depressione, si sentirà ancora più male di quanto già sta.COMPLIMENTI.

Unknown ha detto...

@Giovanni Abazia: Complimenti? Perché mi accusi, tenendo conto che non stavo parlando di Fiorenza? Mi faresti la gentile cortesia di rileggere MOLTO ATTENTAMENTE cosa ho scritto e soprattutto a CHI l'ho scritto? Io non stavo affatto parlando di Fiorenza, ma di Luca, e non intendevo affatto quello che intendi tu. Ma se ci tieni, chiarisco ciò che credo.
Chi soffre di malattie psichiche ha come tutti diritto al rispetto per la sua condizione, ovviamente. Ma deve sapere che sta soffrendo per le sue illusioni. E' lui che si sta rendendo malato. E' lui che rende reale il suo malessere, perché la sua mente è convinta che qualcosa che "in realtà" funziona esattamente come dovrebbe...non stia funzionando come dovrebbe. Questo gli può piacere o no, e può decidere di risolvere questa sua condizione come meglio crede, ma non è merito degli eventi o di nessun'altro. Chi possiede una malattia fisica, ha un reale problema. Non ricordo chi di voi, in qualche post precedente, ha scritto che c'è differenza tra dolore fisico e dolore mentale. Il dolore fisico è reale, il dolore mentale no, è reso reale!
Io non sono qui per i ringraziamenti (non me ne frega assolutamente nulla)...ma Fiorenza dovrebbe ringraziarmi per avergli spiegato (ammesso che le interessi e che non lo abbia già capito da sola) le cose come stanno...soprattutto dopo aver compreso che dipende completamente da lei la sua guarigione e che, sebbene attualmente la sua condizione le suggerisca il contrario...ha molti motivi per rallegrarsi: è tutto in mano sua e ha il potere, con un certo lavoro, di tornare ad essere "sana".
Precisato questo, e tornando alla questione di Luca, io intendevo dire che è molto diverso uno che soffre di disturbi fisici e pensa di essere inabilitato a fare determinate cose, da un altro con le stesse identiche cose, che in più si lamenta.
Sono due regni diversi.
Spero di essere stato chiaro!

Unknown ha detto...

Ciao Carst Bho,so bene che non stavi parlando di Fiorenza. sono io che l'ho assunta ad esempio di sofferenza psichica.ti chiedo scusa, non avevo capito il senso del tuo discorso.può capitare di leggere una cosa per un'altra, specialmente quando come capita a me, ci si sente sempre accusati di cattiva volontà,con il conseguente senso di colpa che ne deriva.scrivere in un forum fa bene perchè, ti permette di uscire dall'isolamento e confrontarti con altre persone, che hanno problemi fisici o mentali senza fare edistinzione tra gli uni e gli altri.ma permettimi una riflessione:quando una persona non sta bene fisicamente,gli altri si coalizzano per aiutarla.quando una persona non sta bene con la testa, e si rifugia nel letto come un animale che si rifugia nella tana,viene tacciato di poltronaggine.io in un incidente stradale di cui non avevo nessuna responsabilità, ho subito la rottura totale del tendine quadricipitale.tutti i medici mi dicevano che non avrei piegato la gamba oltre i 45 gradi.ho sofferto parecchio, ma dopo 3 anni di duro lavoro la gamba si è ripresa totalmente,diventando addirittura più forte dell'altra.ho buone conoscenze di biomeccanica muscolare e comprendevo il pessimismo dei medici, ma non mi sono mai arreso.di fronte alla sofferenza mentale mi sono trovato in una condizione molto più invalidante, di quella di un ginocchio completamente massacrato.vorrei aggiungere che scrivere in questo forum è per me molto positivo,ma leggere i pensieri delle persone senza vederle, può dare luogo a cattive interpretazioni.PS ho scritto questa ultima frase a mia ulteriore discolpa per aver male interpretato ciò che hai scritto.ti rinnovo le mie più sentite scuse.

Unknown ha detto...

Ciao Carst Bho,so bene che non stavi parlando di Fiorenza. sono io che l'ho assunta ad esempio di sofferenza psichica.ti chiedo scusa, non avevo capito il senso del tuo discorso.può capitare di leggere una cosa per un'altra, specialmente quando come capita a me, ci si sente sempre accusati di cattiva volontà,con il conseguente senso di colpa che ne deriva.scrivere in un forum fa bene perchè, ti permette di uscire dall'isolamento e confrontarti con altre persone, che hanno problemi fisici o mentali senza fare distinzione tra gli uni e gli altri.ma permettimi una riflessione:quando una persona non sta bene fisicamente,gli altri si coalizzano per aiutarla.quando una persona non sta bene con la testa, e si rifugia nel letto come un animale che si rifugia nella tana,viene tacciato di poltronaggine.io in un incidente stradale di cui non avevo nessuna responsabilità, ho subito la rottura totale del tendine quadricipitale.tutti i medici mi dicevano che non avrei piegato la gamba oltre i 45 gradi.ho sofferto parecchio, ma dopo 3 anni di duro lavoro la gamba si è ripresa totalmente,diventando addirittura più forte dell'altra.ho buone conoscenze di biomeccanica muscolare e comprendevo il pessimismo dei medici, ma non mi sono mai arreso.di fronte alla sofferenza mentale mi sono trovato in una condizione molto più invalidante, di quella di un ginocchio completamente massacrato.vorrei aggiungere che scrivere in questo forum è per me molto positivo,ma leggere i pensieri delle persone senza vederle, può dare luogo a cattive interpretazioni.PS ho scritto questa ultima frase a mia ulteriore discolpa per aver male interpretato ciò che hai scritto.ti rinnovo le mie più sentite scuse.

Unknown ha detto...

Ringrazio tutti! Mi è molto utile condividere con voi il mio vissuto e ricevere spiegazioni e punti di vista.
Luca SM1: ho letto la tua storia e comprendo i problemi fisici. Io ritengo che siano una difficoltà per raggiungere l' indipendenza.
Io, quando soffrivo di problemi psichici ed ero in cura, lo psichiatra aveva detto che non avrei potuto reggere da sola: avrei dovuto prendermi una badante. I farmaci erano sotto chiave (ma io avevo fatto molti duplicati). Contemporaneamente soffrivo di un disturbo fisico invalidante. Ho una malformazione all' acquedotto vestibolare destro. Questo mi provocava intense vertigini con vomito e dovevo essere portata ogni volta al pronto soccorso. Il disturbo si presentava quasi una volta la settimana, durava circa 4 giorni ed io non mi sentivo più di andare da sola da nessuna parte. Ero completamente dipendente. Il caso però vuole che da quando ho toccato il fondo, non ho più sofferto di vertigini. Chissà...forse vomitavo la vita e le vertigini indicavano che non avevo ancora trovato il mio equilibrio... forse. Sta di fatto che da un anno sto bene anche fisicamente. Io consiglierei a Luca, come gli è già stato consigliato da Giovanni, di provare cure diverse e alternative. Non si sa mai... I problemi fisici influenzano quelli psichici e viceversa (secondo me). Certo, la sofferenza psichica non è compresa. Addirittura si ha paura dello stigma e si tende a nasconderla. Io ho perso tutte le amicizie. Ora me ne sono fatta altre (migliori)ed ho addirittura trovato un compagno "adulto". Siamo indipendenti l' uno dall' altro, ma col passar de tempo, lui ha sempre più stima e fiducia in me. Questo mi aiuta ulteriormente a cambiare la percezione di ciò che sono e non mi sento più pazza. Giacobbe dice che la suggestione funziona, se viene dall' esterno...

molecola anfipatica ha detto...

Fiorenza Pederzoli, BENVENUTA!!! :)
Ho letto soltanto il tuo ultimo post, non ti conosco personalmente ma da quello che scrivi, mi sembri una persona molto molto intelligente. Congratulazioni per il tuo percorso e il modo, sopratutto, in cui hai combattuto e vinto la tua battaglia.
Soltanto leggendoti, trasmetti una bella energia.
Sei un ottimo esempio per tutti noi.
Brava!

Unknown ha detto...

Molecola: sapere che la forza che sento dentro si percepisce, mi rende molto felice.
Grazie!

Giulio Cesare Giacobbe ha detto...

Bravi, ragazzi! Continuate così. Sappiate che vi seguo sempre.

Asana ha detto...

Disquisizione personale.
Un vecchio adagio Zen recita: "Ogni giorno è un buon giorno".
Questo cosa significa?
Significa che ogni giorno che nasce è semplicemente "neutro".
Significa che ogni giorno che nasce non porta sventura e nemmeno gioia.
Significa che esistono tanti giorni per ogni persona di questa benedetta terra...ognuno ha il suo giorno...bello, brutto, solare piovoso incazzato amorevole pallido eccitante ecc ecc...così all'infinito.
Tanta mente portiamo nel giorno tanto il giorno si colorerà di riflesso...ecco che è neutro, poi noi lo coloriamo come vogliamo.
L'inghippo dove sta? Sta nel fatto che il colore che mettiamo è per lo più involontario perché inconscio, crediamo di essere presenti e invece siamo in balia di ciò che ci portiamo dentro, che a sua volta si riflette nel benedetto giorno.
Ora mi chiedo, oggi per esempio mi sveglio incazzato deluso annoiato e timoroso per il futuro...lascio passare la giornata senza COMBATTERE E SENZA INTERVENIRE, in altre parole lascio scorrere.
Domani mi sveglio, felice gioioso e senza paura....ma che diamine, da ieri non è cambiato niente di niente....perché mai ieri così e oggi colà?
Perché ogni giorno è neutro, è come uno specchio!
Quindi ogni azione, ogni situazione ogni colore ogni suono che percepisco va a confermare ciò che mi porto dentro...
Esempio: Sono bisognoso di affetto? Una ragazza mi da semplicemente attenzione e io lo scambio subito per interesse sessuale, relazionale ecc ecc, in poche parole penso "ci sta"! Invece è tutto il contrario.
Il capo ufficio mi rimprovera? Ecco che esce tutta la collera e il risentimento che nutro nei suoi confronti...la pentola scoppia.
Un amico non risponde ad un messaggio? Ecco che parte la credenza che tutti siano superficiali, egoisti, opportunisti eccetera.
E così all'infinito...poi scopriamo che la ragazza non era minimamente interessata, il capo ufficio aveva i "cazzi" suoi e l'amico il cellulare senza batteria...!
E noi? Noi abbiamo colorato il tutto con le nostre credenze, abbiamo cercato di dare conferma a ciò che ci portiamo dentro...è un loop senza fine, si può andare avanti così all'infinito.
Il nostro maestro di Yoga, nonchè monaco Zen, ci dice sempre:
" La vita è come un buco nero che ti inghiotte, più cerchi di alimentarlo dall'esterno più il buco si allarga.....cosa fare? Alimentalo dall'interno e lui scompare..." Grande Shingen!

All'inizio dell'anno è mancato un nostro paesano, un signore di circa 50 anni.
Non sposato, brava persona, colta intelligente disponibile e che aveva una gran cura di sè...un giorno si sente poco bene, va a casa dal lavoro e puf! Infarto, morto stecchito così su due piedi.
Alle volte programmiamo troppo il futuro (che tra l'altro non esiste), controlliamo tutto e tutti...ma per chi? Per cosa?
Un giorno anche noi faremo puf! e non ci saremo più, allora tutta la vita di seghe mentali a cosa sarà servita? A niente, aria fritta...
Anzi, sarà servita a perdere tempo in inutili pensieri.
Diciamo che questo lutto mi ha aperto un po gli occhi, è proprio vero oggi ci sei domani non ci sei più!
Quando ti fanno la classica domanda "Arriva Aladino per esaudire tre desideri tu che gli dici"?
Io rispondo sempre, me ne basta uno "Non avere più paura, nessuna paura!"
Quando non avrai più nessuna paura , nemmeno della morte proprio in quel momento sarai libero dalle catene! E non morirai mai...

Asana ha detto...

P.S: Io non uso e non ho mai usato farmaci, vi posso solo dire che a parere mio un buon lavoro manuale, preferibilmente zozzo e lurido aiuta molto più di una pasticca!

Il lavoro manuale, preferibilmente zozzo e lurido ti fa vivere nel mondo reale!! Non nel mondo immaginario!
Avete mai visto un contadino depresso? Un viticoltore? Un allevatore? No!

Fai un lavoro manuale e senti puzza di merda....è vero! Stai spalando letame! E'REALE!!!

Stai spaccando legna e ti fa male la schiena dopo 8 ore che sei lì...è vero! E' REALE!!!

Togliere ragazzi, togliere!! Non aggiungere! Non proiettare! Non catalogare!

Buona domenica a tutti.

Asana ha detto...

Un ultima cosa, tutti viviamo nell'illusione, l'illusione è il colore che usiamo ogni santissimo giorno...
Conosco tante persone che si reputano estremamente felici, e da esterno vedi benissimo la loro illusione...!
Esempio? Lei convinta che lui la ami, la rispetti e quant'altro....nel frattempo lui va a zoccole a pagamento...
"Ah guardate, il mio compagno non lo cambierei con niente al mondo...!"

Pura illusione ragazza mia...pura illusione...un castello di carta....niente di più niente di meno...

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...
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molecola anfipatica ha detto...
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molecola anfipatica ha detto...

Fiorenza Pederzoli, a che pro continuare una storia con una persona sapendo che quella persona , cito le tue testuali parole, "non è solo per me"?
Che la poligamia sia uno status di natura, siamo tutti d'accordo. Ma noi siamo esseri umani, non soltanto semplici animali. E l'essere umano è chi oltre al semplice animale ha piena consapevolezza delle proprie scelte.
Se una persona sta assieme ad un'altra significa che proprio perchè stanno assieme è perchè ci stanno bene, assieme.
Certo, "nessuno può possedere nessuno", ma nemmeno è giusto, e rispettoso verso noi stessi (questo mi permetto di dirlo io, per quella che è la mia personale opinione a riguardo), accettare che il proprio partner continui a stare assieme a noi pur avendo altre donne/uomini.
Significa che non c'è più amore.
Ognuno di noi è libero e responsabile delle proprie scelte: se vai con un' altra donna/ un altro uomo, significa che non mi ami più, e mi va benissimo. Ma così come tu hai scelto di stare con un'altra donna/ un altro uomo, così io scelgo di non stare più con te.
Esistono anche casi nei quali una donna o un uomo (generalmente sono più le donne) scelgono di accettare un partner poligamo. Ed è una scelta assolutamente lecita, se entrambi i partner scelgono quel tipo di vita e sono quindi entrambi consenzienti.
Personalmente, non saprei stare assieme ad un uomo, l'uomo che ho scelto di amare (non un uomo qualsiasi), se quest'uomo è o decide successivamente di essere poligamo.
Sia come sia. Ma se stai con me, stai con me. Se stai con un'altra, sta pure con quell'altra, ma non con me.
---In questo modo TI RISPETTO (rispettando le tue scelte) e MI RISPETTO (rispetto le mie scelte)---

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...
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molecola anfipatica ha detto...

Indubbiamente, Fiorenza.
Una persona va accettata e amata così com'è. L'importante è che il suo modo di essere non nuoccia noi, o che accettare il suo modo di essere significhi per noi sacrificare ciò che veramente desideriamo per noi stessi.

Unknown ha detto...

Ciao asana,voglio dirti che io ho fatto lavori molto pesanti e sporchi e la sera andavo ad allenarmi in palestra con i pesi.ebbene quando avevo finito l'allenamento,ero in uno stato di estasi,probabilmente la fatica, faceva produrre al mio cervello una grande quantità di endorfine.studio da sempre la biomeccanica muscolare,perchè è necessario sapere, come funzionano i nostri muscoli, per allenarli al meglio delle nostre possibilità, ma anche per ottenere la gratificazione che deriva dalla consapevolezza di ciò che stiamo facendo.per me la palestra era un mio modo di crescere fisicamente e mentalmente.sono arrivato ad avere una buona conoscenza della biomeccanica muscolare da autodidatta, e sovente andavo a trovare un amico, medico sportivo che pratica lo stesso sport, per imparare da lui eventuali dettagli che, studiando da solo potevano sfuggirmi.un giorno ho cominciato a dare i numeri in quanto, tutto ciò che avevo imparato mi sembrava troppo poco,e secondo me, i libri che avevo letto non spiegavano a sufficienza, ciò che volevo imparare.il tracollo totale è avvenuto quando ho corretto un testo universitario segnalando un errore.la casa editrice mi rispose scusandosi per un errore di traduzione,che dava luogo all'equivoco.io invece di essere contento, ho cominciato a pensare: chissà quante cose sbagliate scrivono sui libri, senza che io me ne accorga,e quindi ho cominciato ad avere dubbi su tutto.avere dubbi su qualunque cosa è la quinta essenza delle seghe mentali.lavorare duro e sporco non mi ha protetto dal diventare un segaiolo mentale.abito in un paese di 6000 abitanti,e conoscevo molto bene un ragazzo di 30 anni che faceva l'agricoltore,il suo lavoro non l'ha protetto dalla sofferenza mentale:si è suicidato domenica scorsa.povero ragazzo,non meritava davvero di finire così.posso solo sperare che sia andato in paradiso.

Luca SM1 ha detto...

@Molecola: pienamente d'accordo con te. Infatti il modello di adulto-tombeur-de femmes proposto da Giacobbe non mi piace nemmeno sotto questo profilo, oltre che sotto quello della stronzaggine.

@Asana: sono d'accordo con Giovanni Abbazia. A parte che la realtà empirica (come riporta Giovanni) dimostra che spesso la teoria è fallace (un esempio per tutti, il bambino perennemente infelice di Giacobbe, smentito dai fatti, dal momento che conosco tante persone dotate di personalità bambina MOLTO prevalente che vivono benissimo).
A ciò aggiungi che bisogna anche avere le forze ed il tempo da dedicare a questa attività fisica.
Certo, puoi anche scegliere di fare l'agricoltore di mestiere (sempre che il tuo fisico te lo consenta, nel mio caso è impossibile, così come fare il magazziniere, ad esempio) ma nella stragrande maggioranza dei casi, il tempo residuo rispetto a quello lavorativo è sempre troppo poco per dedicarsi a queste attività, peggio che mai se abiti da solo e devi provvedere a farti da mangiare, pulire la casa, lavare la biancheria, stendere, ecc. ecc..
Non parliamo, poi, di chi ha la sfiga di non poterla svolgere perchè controindicata alla propria patologia, come nel mio caso.

Asana ha detto...

Ovviamente il mio discorso sui lavori manuali non vuole essere un dogma!
Volevo solo ribadire che a volte fare un lavoro che ci porta a contatto con la realtà è meglio di tanti altri lavori "mentali"...
Anche la certezza estrema è figlia dell'illusione....la miglior cosa è essere malleabili.
P.S: Mi dispiace per il tuo paesano 30enne...

Buona settimana a tutti

Unknown ha detto...

Molecola: "Che la poligamia sia uno status di natura, siamo tutti d'accordo. Ma noi siamo esseri umani, non soltanto semplici animali. E l'essere umano è chi oltre al semplice animale ha piena consapevolezza delle proprie scelte".
- Esatto. (Ah, chiarisco, userò in questa risposta "Esatto" come sinonimo di "Sono d'accordo". L'Esatto assoluto,sono convinto che non esista, e quello che è Esatto per me potrebbe non esserlo per qualcun altro).-

"Se una persona sta assieme ad un'altra significa che proprio perchè stanno assieme è perchè ci stanno bene, assieme"
Certo, "nessuno può possedere nessuno"...
-Fin qui, Esatto...-

"ma nemmeno è giusto, e rispettoso verso noi stessi (questo mi permetto di dirlo io, per quella che è la mia personale opinione a riguardo), accettare che il proprio partner continui a stare assieme a noi pur avendo altre donne/uomini. "
-E' infatti una tua scelta. Se non si accetta questa cosa, per l'appunto, si taglia il legame, non si condanna l'altro, che è libero di fare quello che vuole-

"Significa che non c'è più amore."
-Opinabile. E' tipico delle donne pensare che quando un uomo va con un'altra donna, è perchè non c'è più amore. Nessun uomo è d'accordo su questo.-

"Ognuno di noi è libero e responsabile delle proprie scelte: se vai con un' altra donna/ un altro uomo, significa che non mi ami più, e mi va benissimo."
-No...significa semplicemente che sto cercando di tener conto dei miei imperativi biologici, se e per come mi riesce-

"Ma così come tu hai scelto di stare con un'altra donna/ un altro uomo, così io scelgo di non stare più con te."
-Su questo non c'è nulla da aggiungere: se non ti sta bene, taglia il rapporto. Non è che l'altro sta facendo qualcosa di sbagliato: sta facendo quello che vuole!-

"Esistono anche casi nei quali una donna o un uomo (generalmente sono più le donne) scelgono di accettare un partner poligamo. Ed è una scelta assolutamente lecita, se entrambi i partner scelgono quel tipo di vita e sono quindi entrambi consenzienti. "
-Esatto-

"Personalmente, non saprei stare assieme ad un uomo, l'uomo che ho scelto di amare (non un uomo qualsiasi), se quest'uomo è o decide successivamente di essere poligamo. "
-Si, ma renditi conto che è una tua scelta: di conseguenza, un problema esclusivamente tuo!-

"Sia come sia. Ma se stai con me, stai con me. Se stai con un'altra, sta pure con quell'altra, ma non con me."
-Come sopra. E'una tua regola e tu sei libera di scegliere un partner usando le "tue" regole, quelle che ritieni opportune!-

"---In questo modo TI RISPETTO (rispettando le tue scelte) e MI RISPETTO (rispetto le mie scelte)---"
-Si, si può riassumere tutto così!-

molecola anfipatica ha detto...

Ciao Carst Boh.
Allora, tu scrivi che se un uomo va a letto con un'altra donna non è perchè non la ami più ma perchè deve tener conto dei suoi, cito le tue testuali parole, "imperativi biologici", e aggiungi anche che qualsiasi uomo sarebbe d'accordo su questo punto.

Domanda rivolta a tutti gli uomini di questo Forum: siete tutti d'accordo con Carst Boh?

Tu dici che l'attitudine alla poligamia non è qualcosa di sbagliato ma che l'individuo in questione sta semplicemente facendo ciò che vuole.
Io ti rispondo: assolutamente, non c'è nulla di sbagliato ad essere poligami e giustamente, come tu dici, ognuno è libero di fare quello che vuole.
La libertà è un diritto inalienabile.
Il problema, almeno dal mio punto di vista, sorge lì dove io mi chiedo: se tu hai deciso di impegnarti con me, e impegnarsi non significa una notte di sesso e stop, impegnarsi significa mandarmi SMS, chiamarmi, venirmi a trovare a casa, uscire insieme, ecc., che motivo hai di vederti e fare sesso anche con altre donne?
Se hai deciso di impegnarti con me è perchè evidentemente ci stai bene, con me. E ci stai bene non soltanto a letto, altrimenti sarebbe finita lì, ma, si presuppone, a 360°.
Tu mi hai scelta. Ci siamo scelti. E quindi se mi hai scelta, se ci siamo scelti, significa che siamo in grado di soddisfarci sotto ogni aspetto. Significa cioè che stiamo bene assieme. E se una persona sta bene, veramente bene, assieme ad un'altra, non ha bisogno di cercare piacere altrove.

La verità è che molti uomini hanno paura di scegliere.
Rinunciano a prendere posizioni ferme e consapevoli nella loro vita perchè hanno paura di perdere.
Se tu sai chi sei, se tu sai che vuoi, se tu conosci davvero la persona che hai di fronte, non hai nulla da perdere.
Viceversa, ti ritroverai alla veneranda età divorziato/separato, insoddisfatto e con il rimorso di non aver mai provato l'Amore vero nell'arco della tua povera vita.
Se uno vuole fare il don Giovanni perchè quella è la sua vocazione, lo fa, l'ha fatto, lo farà per sempre. Quello vuole e quello ottiene: nessun rimorso.


Unknown ha detto...

Molecola anfipatica: Comprendo perfettamente cosa intendi.
Il professore però scrive che l' uomo è più portato alla poligamia. E' nel suo istinto. La donna fa fatica a comprendere che l' aspetto fisico è separato da quello affettivo.
Chiedo scusa a tutti per aver tolto i miei post, ma avendo coinvolto aspetti personali di un' altra persona, ho preferito così.

molecola anfipatica ha detto...

Fiorenza Pederzoli, comprendo perfettamente, e ti dirò, seppur vero che sono più gli uomini a fare una distinzione fra sesso e affettività, ciò non toglie che anche le donne, me per prima, se lo vogliono, sanno farlo.
L'importante è scegliere: scegliere se accontentarsi di un piacere tutto sommato effimero, quale è quello fisico, oppure prendersi il tempo che occorre, cercare e costruire qualcosa che richiede più pazienza (la virtù più grande assieme alla calma), impegno ma che alla fine si rivela essere di gran lunga più appagante.

Se noti, la maggiorparte degli uomini poligami sono tutti o sposati, insoddisfatti del rapporto con la loro consorte, o separati/divorziati, lo stesso insoddisfatti.
Il dongiovannista per eccellenza,invece, non è mai insoddisfatto. Non è mai stato sposato. A lui sta bene quel tipo di vita lì e tale sarà fino alla fine dei suoi giorni.

Asana ha detto...

"Domanda rivolta a tutti gli uomini di questo Forum: siete tutti d'accordo con Carst Boh?"

Io non sono d'accordo...per niente..
L'uomo moderno si nasconde dietro la "biologia" per assecondare i suoi appetiti sessuali.
Ovvio comunque che se un uomo va a cercare sesso al di fuori della coppia c'è qualcosa che non va, bisognerebbe capire cosa...

Nelle relazioni che ho avuto, una in particolare, facevamo tanto di quel sesso che non guardavo nemmeno le donne passare...ero totalmente appagato.

Ecco questo lo dico a voi donne, se un uomo lo "trattate bene" nella sessualità (e bene non intendo romanticheria, intendo sesso sfrenato) state pur certe che nella maggior parte dei casi sarà un compagno fedele!

Attenzione però a non generalizzare..
Buona giornata a tutti

Unknown ha detto...

Molecola Anfipatica e Asana: Concordo perfettamente. La mia accettazione si riferisce ad un momento che ha contribuito a COSTRUIRE la mia storia. Costruire perché l' ho accettato. Questa mia accettazione (essendo un adulto) non l' ha fatto sentire invaso nel SUO territorio. Ho rispettato i suoi spazi e le sue libertà. Poi ho letto " Come farlo innamorare". Devo dire che ha funzionato. Se parlo di un adulto, e voi avete letto il libro, sapete che modalità di relazione ho instaurato. Siamo totalmente appagati entrambi. e, nel suo mondo (dal quale ero esclusa), mi ha fatta entrare. Io vivo bene e sto bene. Ora siamo SOLO NOI. L' esperienza passata mi ha insegnato che ho ottenuto molta più fedeltà in questo modo. Per questo sono felice così. L' ho lasciato libero di scegliere: non l' ho obbligato ad andarsene, perché non posso possederlo. Coltivo la possibilità che potrebbe succedere, e cercherò di amare dell' amore che va oltre. Certo, se fosse perché non bastassi più, sceglierà lui. Io la mia scelta l' ho già fatta.
Concludo dicendo, che gli istinti negli UOMINI ci sono. Ma se una donna riesce a soddisfarlo in tanti aspetti e si raggiunge la fedeltà, non c'è niente di più bello. Gli aspetti sono descritti nel libro " Come fare un matrimonio che dura tutta una vita". Dove è comunque descritta la possibilità che lui possa anche tradire. ;P

molecola anfipatica ha detto...

Concordo con Asana: il sesso è importante.
In un rapporto di coppia che funziona è, non dico fondamentale, ma quasi.
Perchè è il termometro della passione: più passione e libido da parte di entrambi c'è più l'attrazione è fatale e, se sotto anche altri aspetti funziona, destinata a durare nel tempo.
E' importante che tutto, dalla passione al rispetto per la persona che siamo, sia reciproco.
E' brutto vedere donne disposte a farsi USARE dal proprio uomo pur di tenerselo stretto.
Mi dispiace dirlo, ma purtroppo il messaggio che spesso viene palesemente fuori dai libri di Giacobbe, in particolare dall'ultimo "Come farlo innamorare", è proprio questo: tu donna, devi essere in un certo modo per "ottenere quello che tu più desideri dal dal tuo uomo, cioè la sua completa dedizione a te", che poi è un pretesto per dire parafrasando " devi fare così per soddisfare lui, soltanto lui, unicamente lui".

molecola anfipatica ha detto...

Nessuna donna dev'essere alla mercè del proprio uomo.
La donna è esaltazione della femminilità, il dono più bello che ha ricevuto dalla natura; amore illimitato verso se stessa e conseguentemente anche verso il proprio partner.
Perchè se sai amarti, sai anche amare. Amare nella maniera giusta.
Chi mette in sordina i propri sentimenti pur di soddisfare quelli altrui, non si sta amando e non amandosi non può amare chi gli/le è accanto nella maniera giusta.

Unknown ha detto...

@Molecola:Perchè...non può succedere che uno sta con te, dopodichè, trova un'altra che lo soddisfa sotto altri punti di vista? Non ho detto che uno deve partire con l'idea di essere poligamo sempre e comunque (qualsiasi cosa, se deve diventare una costrizione nei confronti di se stessi, è nevrotica). Non è che sta sbagliando, ha tutto il diritto per farlo, e tu di dissentire, ovviamente.
Io non ho letto "Matrimonio Felice" (non mi sembra di averlo letto quantomeno, devo controllare se ce l'ho) fatto sta che la fedeltà non esiste. Esiste solo come "concetto appreso", quindi occorre stare molto attenti: potrebbe diventare un altro strumento per perpetuare la sofferenza.

Asana: Forse è il contrario: l'uomo si nasconde dietro la modernità per non dover assecondare la sua biologia. Il sesso è diventato più un'espressione delle proprie perversioni (dovute al fatto che le persone, sotto questo punto di vista, sono quasi tutte malate, malate nel senso, lontanissime da una naturale espressione della propria sessualità). Attualmente, la voglia di andare con più persone, e l'ossessione per il sesso derivano semplicemente dal fatto che le persone lo usano per gonfiare il proprio ego, che starà distrutto di suo...il che ovviamente non ha niente di naturale.
Nessuno vieta che se uno si sente appagato con il/la propria/o partner debba andare con altri. Non generalizzate dando opinioni di giusto o sbagliato: potrebbe non capitare, anzi, spesso non capita, con poca pace dell'"abbandonato" (che è tale perchè tale si sente, a dispetto dell'evidenza).

Non ricordo chi l'ha detto...riguardo le donne che si fanno usare per tenersi stretto l'uomo...è merito(colpa) loro...che vogliono, l'applauso? O si accontentano della situazione (e se la fanno stare bene)...oppure tagliano. Cosa vorrebbero fare...essere giustificate? Auguri!
Vale anche il contrario: uomini che accettano di stare con una che non gradiscono perchè altrimenti soffrirebbero...sono più rari, ma capita.

Asana ha detto...

La mia idea è che se un uomo dice che tromba a destra e a manca perchè la sua "biologia" gli dice di fare così sta dicendo una cazzata.
L'uomo tromba perché la compagna non lo soddisfa e stop...è semplice, semplicissimo.
Se va con altre è perché è insoddisfatto della propria sessualità.

molecola anfipatica ha detto...

Carst Boh, stiamo dicendo la stessa cosa.
Se non stai bene con me, perchè non ti senti gratificato o quello che sia, è giusto che tu vada a via. E ti dirò di più, se io donna fossi la prima ad accorgermi che il mio uomo non sta bene con me, sarei la prima a dirgli di cambiare rotta.
Perchè crocifiggersi?
Anche perchè, metti il caso che tu stai male con la tua donna/ il tuo uomo, alla fine starà male anche l'altro.
In un modo o nell'altro, o prima o dopo, la corda si spezza.
Per quanto riguarda il giusto e lo sbagliato, non mi pare di aver posto la questione in questi termini.
Personalmente, reputo sbagliato soltanto ciò che lede l'altro, o in qualche modo implica costrizione.
Se una situazione, nella quale IO mi sono cacciata, mi costringe a non tener conto dei miei sentimenti, di quello che io provo e voglio veramente per me stessa/o, significa che non ti sto amando, e nemmeno mi amo. E l'equazione è quella, inconfutabile: AMARSI=AMARE; SE NON MI AMO= NON POSSO AMARE.
Spesso si confonde l'amore, quello vero, che coincide con l'amore per se stessi, con una forma di sottomissione all'altro, etichettandola erroneamente come "amore incondizionato" (ma siete folli?). Della serie, rinuncio a ciò che sento e desidero per me stessa, pur di assecondare le SUE esigenze, o presunte tali.
Questo non è amore!
Prima o poi starai male.
Vivrai un forte conflitto interiore che chiaramente lui percepirà e, altrettanto chiaramente, si allontanerà da te.


Se le donne vogliono l'applauso?
Carst Boh, le donne, le vere Donne, non vogliono nulla. Hanno già se stesse. E non è poco. Se poi hanno anche un uomo meraviglioso (che chiaramente proprio perchè meraviglioso, significa che se lo sono scelte LORO), hanno l'Universo sulla punta di un dito.

molecola anfipatica ha detto...

Bravo, Asana! Concordo pienamente.

Unknown ha detto...

Molecola anfipatica: forse hai ragione. Mi stanno tornando le seghe mentali...

Unknown ha detto...

Il fatto è che io sono disposta ad accettare tutto perché lo amo. Non so se è farmi del male... La sofferenza l' ho provata, nel momento preciso, ma poi l' ho superata. Le strategie che ho messo in atto è perché diceva di non amarmi. Era una sfida per me. E l' ho vinta.

Unknown ha detto...

Non riesco più a visualizzare i vostri commenti, ma solo i miei.

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